Giudiziaria

Omicidio Ziliani: concessa la giustizia riparativa a Mirto Milani

Il via libera della Corte non inciderà sulla pena, ma darà la possibilità a Mirto Milani  incontrare la madre e i due fratelli di Laura Ziliani  (che però non avrebbero  intenzione di accettare la cosa).

Omicidio Ziliani: concessa la giustizia riparativa a Mirto Milani
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E' iniziato oggi, venerdì 18 novembre 2024  in tribunale a Brescia, il processo di Appello per l'omicidio Ziliani per il quale sono stati condannati all'ergastolo  il calolziese Mirto Milani e le sorelle Silvia e Paola Zani, figlie della vittima,  tutti rei confessi del brutale assassinio della dell' ex vigilessa 55enne di Temù Laura Zilliani, sparita da casa nel maggio 2021 e ritrovata senza vita mesi dopo in Valcamonica.

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In avvio di udienza (tutti e tre gli imputati erano presenti in aula) è stata  presentata la  richiesta avanzata  dal calolziese Mirto Milani, attraverso  i suoi avvocati,  di essere ammesso a un percorso di giustizia riparativa. Si tratta di un percorso previsto dalla legge Cartabia, che prevede per l'imputato la possibilità di ricostruire i rapporti con le parti lese e la comunità.

La corte d'assise ha dato il via libera. Questo non inciderà sulla pena, ma darà la possibilità a Mirto Milani  incontrare la madre e i due fratelli di Laura Ziliani  (che però non avrebbero  intenzione di accettare la cosa).

Non solo ma anche Silvia Zani (la maggiore delle tre figlie della ex vigilessa)  ha avanzato la richiesta di accedere al percorso di giustizia riparativa e ha chiesto di poter vendere gli immobili intestati alla madre uccisa, per poter sostenere economicamente la terza sorella  disabile. Anche in questo caso i magistrati hanno dato il via libera.

Durante l'udienza  il pubblico ministero ha chiesto la conferma della condanna all'ergastolo per tutti e tre gli imputati.

"È stato un omicidio lungamente premeditato e commesso con atrocità. Quando strangoli una persona ti rendi perfettamente conto di quanto sta accadendo": queste, come riporta l'Ansa, le parole pronunciate all'inizio della sua requisitoria dall'avvocato generale di Brescia Domenico Chiaro.

Ora a sentenza è prevista per il 22 novembre 2024.

 

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