Omicidio in Statale 36: l'assassino voleva la droga senza pagarla

E' stato arrestato dai Carabinieri su indicazione del PM l'autore dell'omicidio di Briosco dello scorso gennaio: ecco di chi si tratta e perché lo ha fatto.

Omicidio in Statale 36: l'assassino voleva la droga senza pagarla
Pubblicato:
Aggiornato:

Omicidio in Statale 36: l'assassino voleva la droga senza pagarla E’ stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Cantù, della Stazione di Lurago d’Erba e dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Milano, su indicazione del PM, l’autore dell’omicidio di Briosco dello scorso gennaio: ecco di chi si tratta e perché lo ha fatto.

Omicidio in Statale 36: arrestato il colpavole

Era il 26 gennaio quando un giovane di 28 anni di origine nordafricana è morto, dopo essere stato gravemente accoltellato all’addome. Il giovane è stato poi identificato come Azeddine Ghazal, marocchino senza fissa dimora in Italia.  L’uomo era infatti già noto alle forze dell’ordine perché era stato arrestato per spaccio. Questo fatto ha poi messo le forze dell’ordine sulla strada giusta per trovare il colpevole della sua morte.

Alle prime ore dell’alba del 24 febbraio le forze dell’ordine hanno infatti arrestato A.I., classe 1978, residente in Lurago d’Erba con l’accusa di omicidio.

Perché lo ha ucciso

Secondo quanto avrebbero evidenziato le indagini delle forze dell’ordine, l’uomo si sarebbe recato dal cittadino marocchino, munito di coltello da cucina, con il chiaro intento di prendere della droga senza pagarla e “cancellando” ogni testimonianza attraverso l’eliminazione del diretto interlocutore.

L’omicida, una volta compiuto l’efferato fatto di sangue, sarebbe scappato via facendo rientro a casa, dove ha lasciato l’arma del delitto nel lavello della cucina (poi ritrovato dai Carabinieri). A riferirlo è stato infatti un testimone che ha raccontato di sua spontanea volontà alle forze dell’ordine che l’impuntato si sarebbe riferito ai lui con l’intento di “uccidere tutti i marocchini”.

Confidenze fatte anche alla propria convivente, la quale, non se l’è più sentita di portare un peso così grave sulla coscienza: da qui la decisione di raccontare tutta la verità ai Carabinieri.

L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato associato presso la casa circondariale di Como. Il fermo del PM è stato convalidato ed A.I. trattenuto in carcere in forza della susseguente misura cautelare.

Seguici sui nostri canali