Nell'anniversario di incarcerazione di Patrick Zaky anche Lecco chiede a gran voce la sua liberazione
Ricordare l’ingiusta detenzione di Patrick Zaky vuol dire ricordare tutti le persone perseguitate, incarcerate o torturate nel mondo per la propria fede, l’orientamento sessuale, il genere, l’etnia, per le proprie convinzioni politiche o le condizioni personali e sociali.
Nell'anniversario di incarcerazione di Patrick Zaky anche Lecco ha chiesto a gran voce la sua liberazione. durante la cerimonia che si è svolta oggi, lunedì 8 febbraio 2020 nel cortile di Palazzo Bovara. Cortile dove è stato installato e svelato il pannello "Ritratto di parole dedicato a Patrick Zaki" realizzato dall'artista Francesca Grosso in Calligraphy Art
Patrick Zaky: la riflessione del sindaco di Lecco Mauro Gattinoni
“Buon pomeriggio e grazie di essere qui in questo momento di riflessione per Patrick George Zaky. Un anno. Esattamente da un anno Patrick Zaky, studente e attivista, è incarcerato in Egitto.
Il giovane era iscritto all’Università di Bologna, dove si era trasferito per seguire un master in “Studi di genere e delle donne”. Rientrato in Egitto per far visita ai parenti, è stato arrestato con l’accusa di aver tentato di rovesciare il regime al potere e per la sua tesi di master sull'omosessualità (per cui rischia 25 anni di carcere). Secondo il suo avvocato è stato bendato e torturato per 17 ore consecutive con colpi allo stomaco, alla schiena e con scariche elettriche, inflitte dalle forze di sicurezza egiziane. “Non ce la faccio più” ha detto alla madre lo scorso dicembre, dopo mesi di privazione della libertà, continui prolungamenti di carcerazione preventiva e trattamenti disumani.
Il Comune di Lecco è da tempo impegnato nella sensibilizzazione della cittadinanza sulla difesa dei diritti umani e la rivendicazione dei diritti sanciti dall’articolo 3 della nostra Costituzione. Già l’anno scorso, infatti, l’Amministrazione di Virginio Brivio aveva aderito alla campagna nazionale di Amnesty International per chiedere verità per Giulio Regeni e libertà per Patrick Zaky, esponendo quei due striscioni gialli, diventati simbolo di vicinanza alle famiglie dei due giovani.
Anche questa volta la nostra città ha voluto unirsi alle mobilitazioni che si stanno svolgendo in tutta Italia - a partire da quella lanciata dall’Università di Bologna, la città di Patrick Zaky - accogliendo l’invito del gruppo giovanile di AmbientalMente, che saluto in quanto qui presente, di aderire all’iniziativa dell’associazione “InOltre - Alternativa Progressista”. Questi giovani attivisti si stanno spendendo per un loro coetaneo affinché non venga dimenticato e affinché la politica italiana prenda scelte coraggiose per riportarlo a casa, libero.
La scelta simbolica è quella di esporre un suo ritratto, realizzato da Francesca Grosso, artista romana di calligraphy art: il ritratto riporta le parole della lettera inviata al carcere di Tora in Egitto tradotta in 16 lingue e firmata da personalità istituzionali, associative, accademiche e politiche. Simbolicamente a questo ritratto aggiungiamo anche la nostra firma: Patrick Zaky è un prigioniero di coscienza, detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media. Per questo anche la Città di Lecco chiede la sua scarcerazione.
Ricordare l’ingiusta detenzione di Patrick Zaky vuol dire ricordare tutti le persone perseguitate, incarcerate o torturate nel mondo per la propria fede, l’orientamento sessuale, il genere, l’etnia, per le proprie convinzioni politiche o le condizioni personali e sociali. Chiedere libertà per Patrick Zaky vuol dire difendere i valori fondanti dei diritti umani, riaffermare le libertà sacre della democrazia e ribadire che sui diritti non ci può essere compromesso. Grazie”.
Mauro Gattinoni
Sindaco di Lecco