Morì dopo la visita in ospedale a processo medico e infermiera
Questa mattina si è aperto il processo in tribunale a Lecco
Angela Panizza morì dopo essere stata visitata in ospedale
Medico e infermiera a processo per omicidio colposo
Si presentò in ospedale con dolori atroci all’addome ma, secondo l’accusa, il medico del Pronto soccorso avrebbe liquidato il caso come se si fosse trattato di una semplice indigestione.
Peccato che Angela Panizza, pensionata liernese di 65 anni, morì dieci ore dopo nella sua casa, fra atroci dolori. Era la mattina di Santo Stefano e sul corpo della donna venne disposta un’autopsia che ha accertato che, Panizza, era deceduta a causa di una peritonite. Una diagnosi tempestiva e un intervento chirurgico immediato probabilmente le avrebbe salvato la vita. Almeno ne è sicuro il dottor Maurizio Gavinelli, consulente della Procura, rappresentata oggi in aula dal sostituto procuratore Nicola Preteroti.
Una vicenda delicata
La delicata vicenda è approdata questa mattina davanti al giudice monocratico Salvatore Catalano. Indagati, con l’accusa di omicidio colposo il dottor Claudio Scarazzati, il medico di turno al pronto soccorso che visitò la donna, difeso dall’avvocato Paolo Rivetti e l’infermiera del triage Adelina Lixi che invece le assegnò un codice verde. Questa mattina in tribunale a Lecco si sono costituiti parte civile contro gli imputati e contro l'ospedale di Lecco, con l'avvocato Vito Zotti Alberto e Cristiano Corradi, marito e figlio della vittima.
Drammatica la testimonianza del marito
Drammatica la testimonianza di Alberto Corradi, marito di Angela Panizza, che non è riuscito a trattenere le lacrime. Ha raccontato al giudice: "Era la sera di Natale del 2014. Avevamo pranzato a casa di mio figlio. Verso sera tornammo a casa e mangiammo qualcosa insieme. Mi recai in bagno un momento e la sentii gridare e chiamare aiuto". Immediata era partita la chiamata al 118 che giunse sul posto con un'autoambulanza. Angela Panizza venne portata in ospedale a Lecco. "Erano circa le 21,30 le assegnarono un codice verde e la fecero aspettare fino alla 1.30. Non mi fecero neppure entrare con lei".
La visita del medico
Finalmente Angela Panizza venne visitata. Prosegue il marito: "Verso le 2 riuscii ad entrare un attimo da lei, vidi che le stavano facendo una flebo. Alle 4 la dimisero. Uscì da sola, con la cartella in mano. Era dolorante e faceva fatica a camminare". Corradi portò a casa la moglie. "Non riuscì a dormire. Alle 8 del mattino la situazione precipitò. Non parlava più. Chiamai la guardia medica, arrivarono le autoambulanze. Ma alle 11 Angela morì".
La testimonianza del consulente del pm
Secondo il dottor Maurizio Gavinelli "se si fosse intervenuti subito al 50% la 65enne si poteva salvare". E ancora "Avrebbero dovuto esser fatti degli esami più specifici: i campanelli d'allarme c'erano ed erano rappresentati dalla tachicardia e dalla disidratazione. Inoltre il cardiogramma aveva mostrato una pregressa patologia coronarica. Ma 500 ml di flebo endovena erano troppo pochi: infatti è sopraggiunta la morte per perforazione colica e poi peritonite". Al termine della testimonianza dei parenti della vittima il processo è stato rinviato al 19 marzo per l'audizione degli imputati.