Montagna e sicurezza, il grido d’allarme di Zamperini dopo tre nuove vittime
"È evidente che la sicurezza in montagna non può essere un dato che si affronta solo con l’emergenza, ma con un impegno costante nella prevenzione. Non è più accettabile che l'elisoccorso venga utilizzato per interventi su persone che si avventurano per sentieri ad alta quota in ciabatte o con i mocassini, comunque in condizioni di totale impreparazione."

Fine settimana tragico quello appena trascorso sulle montagne lecchesi. La nostra provincia è stata teatro di tre tragici incidenti che hanno coinvolto escursionisti e alpinisti. Sabato sul Resegone, un 43enne della bergamasca, caduto per circa sessanta metri nel canalone Bobbio e un 48enne della Repubblica Ceca precipitato nel canale Valnegra. Il terzo, un 78enne mandellese precipitato in un dirupo nella zona del sentiero del fiume sopra la frazione Somana a Mandello del Lario, trasportato in codice rosso all’ospedale Circolo di Varese dove è morto poche ore dopo il ricovero. Dall’inizio dell’anno, in provincia di Lecco il Soccorso alpino ha compiuto cinque interventi con persone decedute durante l’attività di escursionismo, (4 escursionismo, 1 trekking) su tutto il territorio di propria competenza, che comprende anche le province di Como, Varese e l’Appennino pavese. Sono dati in linea con l’anno scorso quando, nello stesso periodo, in tutta l’area operativa della XIX Delegazione Lariana ci furono sei persone decedute durante la pratica dell’escursionismo.
Montagna e sicurezza, il grido d’allarme di Zamperini dopo tre nuove vittime
Sul tema si è espresso Giacomo Zamperini, Consigliere Regionale di Lecco e Presidente della Commissione Montagna di Regione Lombardia. "Esprimo profondo cordoglio per le vittime e per le loro famiglie a nome di tutto il territorio lecchese. La montagna può regalare esperienze straordinarie, ma non dobbiamo dimenticare che comporta rischi che vanno affrontati con il giusto rispetto”.
Le statistiche dell'attività di soccorso in montagna nel nostro territorio confermano la gravità della situazione. Nel 2024, i soccorritori della XIX Lariana hanno impiegato ben 7.346 ore per 1.912 interventi individuali, a cui si aggiungono le ore svolte da medici e infermieri del CNSAS, che ammontano a 846 ore. In particolare, i numeri di interventi per il recupero di escursionisti e alpinisti sono in costante crescita, così come le cause di intervento. Le principali cause sono cadute, perdite di orientamento, malori e scivolate. Tra le attività più coinvolte ci sono escursionismo, alpinismo e ricerca di funghi, ma preoccupano anche i numerosi casi di soccorso a persone non iscritte al CAI. Anche se il trend degli incidenti mortali sembra leggermente calato rispetto agli anni precedenti, il numero degli interventi e delle vittime rimane alto. In particolare, nel 2024 sono stati 445 gli interventi totali, di cui 34 mortali, a fronte dei 445 interventi nel 2023 (27 mortali), e dei 487 nel 2022 (35 mortali).
"È evidente che la sicurezza in montagna non può essere un dato che si affronta solo con l’emergenza, ma con un impegno costante nella prevenzione. Non è più accettabile che l'elisoccorso venga utilizzato per interventi su persone che si avventurano per sentieri ad alta quota in ciabatte o con i mocassini, comunque in condizioni di totale impreparazione."
Il Presidente Zamperini ha poi evidenziato il fondamentale ruolo del sistema di Soccorso Alpino, dei Vigili del Fuoco, delle guide alpine, del CAI e dei tanti volontari che rischiano ogni giorno la propria vita per salvare quella degli altri. "Il nostro più sincero ringraziamento va a tutti i soccorritori, medici, infermieri, e volontari che, con professionalità e coraggio, sono pronti ad affrontare ogni emergenza. Un aspetto importante del dibattito sulla sicurezza in montagna riguarda il recente principio di autoresponsabilità, introdotto a livello regionale, che si traduce nel rispetto per chi lavora per il nostro bene e per chi ha davvero bisogno di essere salvato. Questo cambio di paradigma rappresenta un passo importante nella consapevolezza del valore del servizio di elisoccorso, un servizio prezioso che non può essere sprecato.”
Dati sull’attività di soccorso nella nostra provincia nel 2024:
Ore di intervento: 7.346
Interventi individuali: 1.912
Ore dei medici e infermieri CNSAS: 846
Principali cause degli incidenti: cadute (123), perdita di orientamento (92), malore (69), scivolata (54), incapacità (25), sfinimento (14), precipitazione (12), ritardo (8).
Principali attività coinvolte: 268 escursionisti, 36 alpinisti, 26 persone in alpeggio, 21 cercatori di funghi, 18 in mountain bike, 12 in arrampicata sportiva.
Attività di soccorso per Stazione: Lecco (112 interventi), Valsassina (130 interventi), Triangolo Lariano (69 interventi), Lario Occidentale (51 interventi).
Andamento degli interventi e delle vittime negli ultimi anni
2024: 445 interventi totali (34 mortali), 509 persone soccorse.
2023: 447 interventi totali (27 mortali), 478 persone soccorse.
2022: 487 interventi totali (35 mortali), 483 persone soccorse.
2021: 433 interventi totali (31 mortali).
2020: 416 interventi totali (31 mortali).
Nel 2024 in Lombardia sono stati impegnati 6.951 soccorritori, con un totale di 27.000 ore di attività e 4.482 giornate lavorative. I numeri mostrano l'impegno costante e l’alto livello di professionalità di tutte le squadre di soccorso.
In conclusione, l’appello che il Consigliere Zamperini lancia è chiaro: “la sicurezza in montagna dipende dalla preparazione e dalla consapevolezza delle proprie capacità. I soccorritori sono al servizio della collettività, ma è fondamentale che ogni escursionista, alpinista o appassionato di montagna assuma un comportamento responsabile. La montagna, da straordinaria risorsa, deve rimanere un luogo di esperienze indimenticabili, non di tragedie.”