E' in ospedale dal 24 aprile

Misteriosa epatite pediatrica: migliorano le condizioni della bimba lecchese. La piccola resta ricoverata

Il primario: "Attendiamo gli esiti degli accertamenti sull'adenovirus da indagini molecolari"

Misteriosa epatite pediatrica: migliorano le condizioni della bimba lecchese. La piccola resta ricoverata
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Resta ricoverata all'Ospedale Fatebenefratelli di Erba dove è in cura da domenica 24 aprile  2022 la bimba lecchese che si sospetta essere stata colpita dalla misteriosa epatite pediatrica che ha creato non poca preoccupazione nelle ultimi settimane anche in Lombardia dove sono stati accertati diversi casi.

Misteriosa epatite pediatrica: migliorano le condizioni della bimba lecchese

Le condizioni della piccola, una bimba di soli 17 mesi residente in un paese della provincia di Lecco, sono fortunatamente in miglioramento anche se per ora i medici dell'ospedale "Sacra Famiglia" hanno optato per un proseguimento della degenza finchè  non verranno ultimati tutti gli esami diagnostici.

"La bimba sta bene e gli indici di infiammazione epatica si sono quasi normalizzati - conferma  il dottor Fabio Focarile, primario dell’unità operativa di Pediatria  - Attendiamo gli esiti degli accertamenti sull'adenovirus da indagini molecolari".

L'adenovirus

Proprio l'adenovirus infatti è il "sospettato numero uno", Posto che non vi sono ancora certezze sulle cause della patologia, l'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA), in un report, ha messo sul tavolo l'ipotesi al momento più probabile:

"L'adenovirus è l'agente patogeno più comune rilevato nel 75% dei casi confermati, in particolare il ceppo di adenovirus chiamato F41 sembra la causa più probabile".

Gli scienziati stanno studiando se c'è stato un cambiamento nella composizione genetica del virus che potrebbe innescare più facilmente l'infiammazione del fegato. Nel report dell'agenzia, aggiornato al 25 aprile e diffuso dai media inglesi, si sottolinea che la maggior parte dei bambini che contraggono l'adenovirus non hanno sintomi particolarmente gravi.

Un'altra possibile spiegazione è che le misure di precauzione imposte nella pandemia potrebbero aver portato i bambini piccoli a essere esposti per la prima volta all'adenovirus in un momento successivo della loro vita rispetto a quando normalmente accade, scatenando una risposta immunitaria più vigorosa in alcuni. Non si esclude nemmeno che una recente infezione da Covid potrebbe essere un fattore scatenante per i problemi al fegato insieme all'adenovirus.

 

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