Manifestazione no green pass in piazza Cermenati
Comizi improvvisati contro l'obbligo del certificato verde decretato a partire dal 6 agosto.
Parola d'ordine della manifestazione: "No al green pass". Piccola folla radunata in piazza Cermenati a Lecco questo pomeriggio. Poche mascherine sui volti delle persone assembrate. Al grido di "libertà, libertà!" si sono tenuti comizi improvvisati (senza megafono) ai piedi della statua dell'esimio naturalista, politico e accademico italiano (e lecchese).
Manifestazione "No green pass" a Lecco
Una manifestazione spontanea, a detta di chi ha preso la parola pronunciando il proprio discorso contro l'obbligo del certificato verde promulgato dal Governo Draghi a decorrere dal prossimo 6 agosto. "Non siamo pochi. Libertà vaccinale: non ci interessa se una persona si vaccina o no. Ci interessa che siamo tutti liberi di scegliere. Ognuno di noi deve essere libero di entrare e uscire da un c..o di bar, di ristorante, di palestra. Non ci stiamo a questa ghettizzazione. No alla dittatura!".
Discorsi improvvisati
E ancora: "C'è molta gente che non sa, insieme a gente in malafede. Bisogna combattere la menzogna. in maniera capillare". "Dobbiamo cominciare a ragionare ascoltando quello che ci dice il nostro cuore...". "Dobbiamo trovarci in piazza per fare vedere che siamo informati, che non abbiamo paura a guardarci in faccia e a dire come stanno le cose". Tra gli altri, a prendere la parola, il titolare di una palestra, una bidella preoccupata che i ragazzi lascino la scuola ("220mila quest'anno secondo i dati Istat"), la sorella di uno studente di scuola superiore che ha trascorso nove ore in dad ("ma vi sembra normale?"), una lavoratrice alla quale il datore di lavoro ha prospettato il licenziamento se non si vaccinerà...
Excursus storici: "Ci dicono che se non ci vacciniamo tutti il virus replica: balle! Non sono medico, ma con il vaiolo hanno dovuto sospendere la vaccinazione di massa perché il virus replicava lo stesso....". "All'olocausto non ci si è arrivati così... ma con tanti piccoli passi".
Con strategie di comunicazione di gruppo: "Su Facebook ci bannano. Spostiamoci su telegram". E il veto ai giornalisti a divulgare quanto stava avvenendo sulla pubblica piazza, in barba al diritto di cronaca. E intanto si organizza "un altro no paura day".
Dalla fascia perimetrale della piazza non sono mancati gli insulti. Rimpallati con un "non rispondiamo alle provocazioni".