Lettera aperta di Sironi a Gallera: "Serve attenzione per il Mandic"

"Chiediamo chiarezza e un progetto credibile".

Lettera aperta di Sironi a Gallera: "Serve attenzione per il Mandic"
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«Nessuno qui pensa di avere le alte specialità o servizi particolarissimi, ma solo una vera integrazione con l’azienda ospedaliera di riferimento, senza distinzione per dotazioni strumentali e personale, con un progetto in cui, ad esempio, le esperienze che non ci sono a Lecco possano essere valorizzate a Merate».
Ciò che l’esperta di sanità del Pd Giliola Sironi chiede all’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, nella lettera aperta inviata al Giornale, dopo il convegno sul futuro dell'ospedale di Merate promosso la scorsa settimana dai dem,  è «l’attenzione che il Mandic merita». A partire «dalla necessaria e indispensabile presenza di un responsabile (che il dg dell’Asst ha però già dichiarato che non darà, ndr) che sia l’interfaccia della dirigenza aziendale e possa così garantire gli interventi di una corretta gestione quotidiana, senza costringere il personale medico ad un accesso centralizzato».

Lettera aperta di Sironi a Gallera: "Serve attenzione per il Mandic"

Il Mandic, ha tenuto a sottolineare Giliola Sironi, è un ospedale nato per i meratesi per volontà dei meratesi. L’ospedale nacque infatti nel 1832 per iniziativa di un privato cittadino e  furono sempre i privati a trovare le risorse per ammodernarlo, ampliarlo e dotarlo dei mezzi e dei medici migliori. «A Merate è partito, primo ospedale della Lombardia, il servizio di emergenza in ambulanza con a bordo medico rianimatore e infermiere (anni ’80), il servizio di assistenza domiciliare ai malati oncologici (anni ’90) che poi è divenuto così qualificato da ricevere il riconoscimento dal Ministero della Sanità e una delle prime stroke-unit regionali per gli ictus cerebrali».

"Chiediamo chiarezza e un progetto credibile"

«Tutto questo grazie a medici e personale sanitario (per la gran parte residenti in città e dintorni) che vi hanno lavorato con abnegazione e molte volte senza compenso alcuno, ma solo per la passione verso il “proprio” ospedale. Certo, oggi i tempi sono cambiati, la tecnologia ha modificato anche le modalità delle prestazioni e dell’intervento medico, i tempi di degenza sono sempre più ridotti ma tutto questo funziona solo se ci sono servizi territoriali efficienti e un Pronto soccorso veramente funzionale. Per questo le chiediamo chiarezza e un progetto credibile: se dobbiamo essere spoke ci garantisca di esserlo davvero all’interno dell’intera provincia di Lecco senza doppioni, questi sì, problematici sia per una equilibrata collaborazione che per un corretto utilizzo delle risorse».

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