Lutto

Lecco piange l'alpino Roberto Maci, scomparso a 61 anni

i è spento  poco a poco dopo una lunga malattia - la sclerosi multipla - che gli ha portato via tanto, tantissimo, ma non l’amore della sua famiglia che è stato la sua forza

Lecco piange l'alpino Roberto Maci, scomparso a 61 anni
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Lecco piange l'alpino Roberto Maci, scomparso a 61 anni. Se n’è andato a 61 anni, lasciando nel dolore Teresa l’amata moglie ed Erica, la figlia, luce dei suoi occhi. Si è spento  poco a poco dopo una lunga malattia - la sclerosi multipla - che gli ha portato via tanto, tantissimo, ma non l’amore della sua famiglia che è stato la sua forza.  Maci era anche  un alpino, iscritto da tantissimi anni nel gruppo Monte Magnodeno.

Lecco piange l'alpino Roberto Maci, scomparso a 61 anni

«Mio marito è nato il 19 gennaio del 1964 a Voghera  - racconta la moglie Teresa - A 19 anni (era il novembre 1985) era partito per il militare, negli Alpini a Vipiteno. prima aveva lavorato come piastrellista  nell’azienda dello zio a Milano. Ci siamo incontrati a Verona, dove lui si trovava per un corso. Io avevo accompagnato una mia amica a trovare il fidanzato, anche lui militare, che mi aveva presentato Roberto. E’ stato un colpo di fulmine. Una volta terminata la leva, nel novembre 1986 era venuto a Lecco a trovarmi e mi aveva subito regalato l’anello di fidanzamento, dicendomi che voleva sposarmi».

Il fidanzamento di Roberto e Teresa è durato sette anni: «E’ stato lungo perché nel 1987 a Roberto è stata diagnosticata la sclerosi multipla, una malattia che lo ha accompagnato ogni giorno per  quarant’anni. Quando è arrivato il verdetto, mi aveva chiesto  di lasciarlo. Mi diceva: “Con me avrai solo una vita di dolore e di pianto”. Sì, ma nel pianto ci saranno anche dei sorrisi, rispondevo io. Così ci siamo sposati e dal matrimonio è nata nostra figlia Erica che adesso ha 30 anni. E’ stata lei, nei giorni più bui, a dargli la forza di andare avanti. Nei momenti in cui avrebbe voluto farla finita,  la luce che gli dava la forza di andare avanti era Erica. Anche in punto di morte la prima persona che ha salutato  è stata lei».

E ancora: «E’ arrivato a Lecco poco prima del matrimonio dopo aver lasciato l’azienda dello zio. Aveva aperto una sua attività nel campo dei trasporti, ma è durata soltanto quattro anni. Purtroppo la malattia  ogni dieci anni registrava    un drastico peggioramento e gli portava via qualcosa. Poco prima del matrimonio ha iniziato a non stare più in piedi, cadeva spesso,  e quindi ha dovuto chiudere. Io ho pagato il mutuo da sola, ma rifarei ogni cosa, perché Roberto è stato l’amore della mia vita».

Quando arriva una diagnosi come questa una famiglia vive nella paura: «All’inizio non sapevamo cos’era, poi ci siamo documentati e ci siamo resi conto che potevamo vivere ancora qualche anno anno di serenità e siamo andati avanti con determinazione».

La forza di Teresa è pari a quella dell’amato marito: «La malattia gli è stata diagnosticata a Pavia, visto che lui era di Voghera. Poi è stato in cura al San Raffaele, seguito dal professor Comi e dal dottor Martinelli. Si è sottoposto a tutte le terapie a disposizione per rallentare il decorso della sclerosi. Gli facevano delle flebo  che lo facevano stare malissimo. Adesso la terapia consiste in una pastiglia che si prende a domicilio. Oggi questa malattia, lo dico per quelli che si sono appena ammalati, non è più drammatica come prima,   ci sono speranze, soprattutto se si interviene tempestivamente. Oggi ci sono persone malate da 15 anni che conducono una vita normale».

La sofferenza è stata il leitmotiv nella vita del 61enne: «Adesso ha finito di soffrire, nella bara aveva un bellissimo sorriso, finalmente è sereno».
I funerali di Maci si sono svolti giovedì mattina nella chiesa del Beato Serafino a Chiuso. Poi il feretro ha proseguito per il tempio crematorio come da sua volontà.

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