"Lecco non abbocca, Lecco non si Lega" 1500 sardine in piazza FOTO E VIDEO

Possiamo opporci all'odio? La risposta è questa piazza. Ecco il valore di essere venuti qui. Ecco il valore di essere una sardina".

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Due voci, poi tre, poi dieci, cento, oltre mille. E' partita piano, poi si è innalzata  fino a diventare un coro forte, che ha riempito piazza XX Settembre, il "salotto buono" di Lecco, facendo risuonare l'inno partigiano per eccellenza e rendendolo attuale.E' "Bella ciao" la canzone più urlata questa sera, giovedì 5 settembre a Lecco, dove è andato in scena il primo raduno delle "sardine" lecchesi, o "arborelle", come sono state ribattezzate. 1500 pesciolini, sardina più, sardina meno, giovani e meno giovani, adulti e bambini, nonni e nipoti, mamme e papà. "Guidati" dai ragazzi che hanno organizzato la riuscita manifestazione, Marta, Francesco, Francesco, Erika e  Balde i partecipanti si sono trovati tutti unanimemente concordi su un assunto che è stato urlato a squarciagola: "Lecco non abbocca, Lecco non si Lega".

 

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1500 sardine in piazza a Lecco

La musica di Lucio Dalla ha aperto "le danze" e di nota in nota, di applauso in applauso, di coro in coro, la piazza si è scaldata con "Imagine" di Lennon. "Imagine all the people Living life in peace". Una vita pacifica, priva di ostilità, ripulita da quel linguaggio di odio e di rancore che, tanto nella vita virtuale dei sociale quanto in quella reale della strada, ha ormai preso piede: questo hanno auspicato le sardine lecchesi.

Lo ha spiegato Erika, che è salita sul palco dopo che uno dei due Francesco ha letto insieme a Marta i primi articoli della Costituzione Italiana ("La Carta in cui crediamo e in cui ci riconosciamo").

Le sardine: "Il nostro silenzio è durato troppo a lungo"

"Martin Luther King diceva che ciò che più lo spaventava non era la violenza dei cattivi, ma  l'indifferenza dei buoni. Siamo tanti in questa piazza e dobbiamo dircelo: per troppo tempo siamo stati silenti. Di fronte al linguaggio barbaro e violento abbiamo sperato che si trattasse solo di un momento, un piccolo calo di civiltà nel nostro Paese. Abbiamo pensato che si trattasse di poche persone, abbiamo pensato che la nostra società avesse gli anticorpi per resistere, ma il nostro silenzio è durato troppo a lungo".

"Lecco non abbocca, Lecco non si Lega"

"E cosa ha portato tutto questo? "Che di fronte all'uccisione di un brillante ricercatore come Giulio (Regeni) qualcuno dicesse dovevi stare a casa, che di fronte alla rapimento della cooperante Silvia (Romano) qualcuno scrivesse  far morire una buonista per educarne cento, fino ad arrivare a quanto accaduto a Liliana Segre. Siamo all'assurdo. Si è reso quindi necessario riflettere su quanto sta accadendo. E oggi siamo qui per dire basta. Questa piazza garbata è qui per dire che Lecco non abbocca, Lecco non si Lega".

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"Possiamo opporci all'odio? La risposta è questa piazza"

"Siamo stufi di sentire politici che vogliono affondare navi, preferiremmo volessero costruire scuole. Siamo stufi di sentir parlare di porti chiusi, quando nel nostro Paese l'unica cosa chiusa è l'accesso al lavoro. Diciamo basta a un linguaggio violento e primitivo. Ci aspettiamo che chi ci governa parli a menti e cuori, non a parti meno nobili. Questa piazza vuole ripartire anche da un linguaggio più cortese e stasera ci promettiamo una cosa semplice: d'ora in avanti, quando sentiremo parole d'odio, interverremo. Possiamo opporci all'odio? La risposta è questa piazza. Ecco il valore di essere venuti qui. Ecco il valore di essere una sardina".

Applausi scroscianti e grandi sorrisi incitazioni e calore anche per il giovane di origini africane salito sul palco per dire che accoglienza e non discriminazione sono obiettivi da raggiungere. E per chi ha "inneggiato" a una politica di rispetto, di pace, di tolleranza, di uguaglianza, di condivisione.

 

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Lecco tollerante a  misura di essere umano

Una serata riuscita, che tra le luci di una piazza vestita a festa ha inorgoglito  gli organizzatori, che si sono divisi tra il palco e il punto di raccolta dei viveri che verranno destinati alle associazioni lecchesi. Ma che ha anche scaldato i cuori dei tanti lecchesi (volti noti, diversi amministratori, politici, ma soprattutto tanti tanti "comuni cittadini") che vogliono un Paese, una Lecco tollerante, pulita, educata, non violenta, solidale, non populista impegnata, antifascista. A  misura di essere umano.

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