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Lago di Olginate: 14 anni dopo il “disastro” c’è la volontà di intervenire per riparare il danno

Soddisfatto il comitato olginatese “Salviamo il lago” che, grazie al Parco Adda Nord e al Consorzio dell’Adda, ha ottenuto dalla Regione Lombardia il via libera allo studio di una soluzione tecnico-ambientale per ripristinare il bacino idrico ai livelli di un tempo.

Lago di Olginate: 14 anni dopo il “disastro” c’è la volontà di intervenire per riparare il danno
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Sacrificare la navigabilità dell’Adda e del «lago di Olginate» ripristinando il fattore ambientale e gli ecosistemi naturali. Quattordici anni dopo il «disastro», per il bacino idrico olginatese, si inizia a intravedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. Ad annunciarlo, il comitato «Salviamo il lago» dell’ex sindaco Italo Bruseghini e dal presidente Luciano Redaelli e la presidente del Parco Adda Nord Francesca Rota durante un incontro alla presenza dei sindaci di Calolziocorte Marco Ghezzi e di Olginate Marco Passoni.

Lago di Olginate: 14 anni dopo il “disastro” c’è la volontà di intervenire per riparare il danno

La diatriba risale al 2010 quando con un progetto di navigabilità turistica mai formalmente approvato, alcune ruspe asportarono ghiaia e sabbia dal fondale abbassando il livello del lago di almeno 40 cm. Si è poi tentato di arginare i danni, senza riuscirci, con un «cumulo di sassi». Negli anni, dopo il fallimento dell’impresa esecutrice (Beton Villa S.p.A) e il naufragio del progetto originale, si è riusciti ad avviare un’interlocuzione tra enti, con a capo il Parco Adda Nord, che oggi ha portato ad un importante risultato per il comitato.

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«Come comitato – ha spiegato Bruseghini – abbiamo sempre ritenuto, forse sbagliando, di agire per vie ufficiali evitando denunce. Ora, dopo tanti anni di lavoro, sussistono le condizioni per arrivare finalmente al dunque, con una presa di posizione dei Comuni e l’avvio di un percorso di progettazione delle opere che vedrà impegnato il Parco Adda Nord per la parte ambientale, Regione Lombardia per la parte finanziaria e il Consorzio dell’Adda per l’aspetto idrico».

Italo Bruseghini

Per la presidente Rota, subentrata alla presidenza del Parco solamente a danni ormai compiuti, la necessità primaria è stata quella di «chiarire se la volontà dei soggetti coinvolti era quella di privilegiare la navigabilità del bacino o porre rimedio al danno ambientale».

Francesca Rota

«Per tutti – ha reso noto Rota – la priorità è risultata essere l’ambiente e per questo abbiamo avviato l’attività di analisi degli interventi da fare. Su questa linea di indirizzo, il Consorzio dell’Adda si è fatto carico di realizzare i rilievi batimetrici del fiume mentre il Parco dello studio idraulico, della quantificazione delle opere e della determinazione dei relativi costi con l’unico obiettivo di ripristinare le sponde e il lago al loro aspetto iniziale. Dal momento in cui, la Regione ha preso sulle proprie spalle la responsabilità di quanto accaduto è chiaro che ormai si andrà avanti».

La parola è poi passata all’ingegner Daniele Giuffrè  per entrare nel merito del possibile progetto che, per sommi capi, riguarderà la realizzazione di una «briglia» o «traversa» nei pressi del Lavello per ricreare una sorta di bacino e consentire l’innalzamento delle acque.

Daniele Giuffrè 

«Dopo lo studio tecnico del problema da parte del Parco e del Consorzio – ha aggiunto Giuffrè – procederemo con una modellazione idraulica che ci permetterà di stabilire l’intervento più appropriato e contemporaneamente porteremo avanti un’analisi ambientale per capire cosa potrà accadere. Toccherà poi a Regione Lombardia, trovare le risorse (attorno al milione di euro) per finanziare l’intervento che, verosimilmente potrebbe essere completato entro il 2025, se su un solo lotto, o nei successivi due anni se si deciderà di procedere per step progressivi di innalzamento».

Marco Ghezzi

Spazio anche agli interventi dei sindaci, con Ghezzi nettamente a favore dell’intervento: «Ragionando in prospettiva, con la siccità, avremo comunque carenze idriche. La navigabilità aveva un senso a suo tempo, per lo sviluppo del territorio, ma ad oggi è impossibile. Ne prendo atto e ribadisco la mia adesione al progetto, magari strizzando l’occhio a qualche operatore privato che potrebbe essere interessato a sfruttarlo per produrre energia».

Lago di Olginate: 14 anni dopo il “disastro” c’è la volontà di intervenire per riparare il danno

«Il problema ambientale – ha aggiunto Passoni – è molto sentito dai cittadini e a portato a un cambio di approccio e di atteggiamento testimoniato dalla sala piena di oggi. Le persone ci spronano a rimanere sul tema ma ciò che conta è il lavoro di gruppo perché il territorio è di tutti. Ognuno fa il suo pezzettino, ma serve un collante per esprimere tutte le potenzialità di questo progetto stando attenti a non commettere gli stessi errori fatti in passato».

 

Luca de Cani

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