L'intervento

La "rinascita" dopo Pasqua, considerazioni di un industriale lecchese

Momo Frigerio, titolare delle Trafilerie di San Giovanni: "Purtroppo sono convinto che, finito questo periodo, l’Italia, e non solo l’Italia, dovrà ripartire da zero, come hanno fatto i nostri nonni nei periodi dopo la guerra".

La "rinascita" dopo Pasqua, considerazioni di un industriale lecchese
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Il lockdown protratto fino al 3 maggio. La cosiddetta "fase 2" della ripartenza, che ha i contorni di un miraggio stante le incognite e le variabili mutevoli di giorno in giorno  sullo stato di fatto. L'allentamento delle misure di contenimento del contagio concesso a un pugno di categorie merceologiche che dopo Pasqua, volendo, potranno rialzare la saracinesca: librerie, cartolerie, negozi di abbigliamento per bambini... Un noto industriale di Lecco, Raimondo "Momo" Frigerio, titolare delle Trafilerie di San Giovanni ha inviato alla redazione del Giornale di Lecco una lettera nella quale condivide le sue considerazioni.

Le considerazioni di Momo Frigerio

Oggi, Sabato di Pasqua, mi sento di fare alcune considerazioni.

Sono uno dei titolari della trafileria ritenuta la più qualificata, nel suo settore, in Italia e in Europa. Dal 13 marzo   siamo chiusi, com’è giusto, per tutelare la salute dei dipendenti e di tutte le persone che collaborano con noi. Ora però mi chiedo: perché non si cerca un modo per riaprire, anche parzialmente, con tutte le cautele del caso?

Il tampone che non si fa a nessuno

Ovviamente dovrebbero essere emanate delle procedure a livello nazionale, comprendenti controlli sullo stato di salute dei lavoratori e della popolazione più in generale. Se, per esempio, si allargasse la platea delle persone sottoposte a tampone, sarebbe possibile ricominciare a lavorare almeno con i dipendenti e collaboratori negativi al COVID-19. Invece no, il tampone non viene fatto praticamente a nessuno, se non ricoverato in ospedale con sintomi gravi.

Cosa sarà delle attività industriali?

Purtroppo ieri il “Governo Conte” ci lascia chiusi ancora fino al 3 maggio c.a. ed è probabile che questo periodo ancora non basti. Ipotizzare cosa sarà delle attività industriali, in particolar modo della siderurgia, delle costruzioni, e di tutti gli altri settori oggi fermi, non è facile. Ci saranno difficoltà nell’incassare le fatture, ci saranno fallimenti di quelle ditte che già erano in crisi prima della sospensione delle attività e che rischieranno di trascinare anche le aziende sane.

Riaprono librerie e negozi di giocattoli?

Il nostro Governo, per non commettere nuovamente gli errori fatti in passato, se ne lava le mani, emette decreti e chiude tutto.
Si potrebbero emanare delle direttive più precise, coinvolgendo magari anche le parti interessate (sociali ed industriali) che sono direttamente sul campo e conoscono da vicino problemi e le conseguenze che le decisioni governative possono avere. Invece no, si continuano a fare regolamenti che non hanno ne testa ne coda.

Per far vedere che pensano al bene del popolo aprono le librerie e i negozi di giocattoli per bambini. Non vi sembra una presa per il c..lo?Tutti i soldi stanziati per i più bisognosi, per le ditte e per la sanità dove sono?
Purtroppo abbiamo il peggior governo del dopoguerra, nel periodo peggiore che potevamo ipotizzare.

Furbetti a scapito dei concorrenti fermi

Per ultima cosa vorrei segnalare che, in tutti i settori dell’industria, ci sono dei furbetti che, per “fantomatici” motivi di pubblica utilità, stanno lavorando a scapito dei concorrenti fermi. Dove sono i sindacati e le unioni industriali??

Dovremo ripartire da zero, come i nostri nonni

Scusate il mio rammarico, ma purtroppo sono convinto che, finito questo periodo, l’Italia, e non solo l’Italia, dovrà ripartire da zero, come hanno fatto i nostri nonni nei periodi dopo la guerra.

Momo Frigerio
TRAFILERIE DI SAN GIOVANNI SPA

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