La protesta dell'ex seminarista Gagliardi: "Basta prediche politiche dai pulpiti a Messa"

Il giovane azzurro polemizza con il parroco che nell'omelia a Messa avrebbe negato il diritto alla proprietà privata. "Qualcuno adesso deve dire qualcosa..."

La protesta dell'ex seminarista Gagliardi: "Basta prediche politiche dai pulpiti a Messa"
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Roberto Gagliardi non può più tacere: "Basta con i preti che durante le omelie parlano di politica". L'esponente calolziese di Forza Italia ha affidato ad un comunicato, diramato nel primo pomeriggio, il suo sfogo polemico.

Gagliardi: "Da ex seminarista dico..."

"Un piccolo pensiero sulla situazione che, succede ogni Santa Domenica nelle nostre Chiese" quello di Gagliardi. Evidentemente frutto della partecipazione alla messa mattutina, anche se il giovane azzurro non dice in quale chiesa del territorio. Sottolinea però di parlare "on da politico ma da semplice giovane cristiano preoccupato".

"Forse qualche domanda bisognerebbe farsela. Non si può più tacere.  Dopo aver passato otto anni in Seminario ed essendo membro dell’Associazione Don Luigi Sturzo e membro Accademico d’Ufficio dell'Accademia Bonifaciana del Vaticano, mi permetto di fare qualche osservazione riguardo alle omelie che ogni Santa Domenica ascoltiamo.

Oggi si festeggia la giornata del Seminario e per un ex Seminarista è più di ogni altra Domenica una giornata speciale perché vengono in mente ricordi fantastici e indimenticabili che hanno segnato la propria vita.In più dovrebbe essere la giornata , in cui si parla di vocazione e di vere testimonianze di vita che donano nel quotidiano la vita per L’ALTRO .

Invece purtroppo, ancora una volta, il Ministro durante l’omelia parla di politica, di abbattere muri di cemento, di gommoni e che addirittura “Non esiste la proprietà privata".
Ogni Domenica è sempre la stessa cosa , sempre lo stesso discorso. Non discuto i temi trattati perché non mi sembra corretto contestare o assecondare quanto il Sacerdote sostiene, ma contesto il luogo e come lo si faccia".

Non parola di Dio ma propaganda (contro la proprietà privata)

"Ancora una volta si vuole fare una propaganda assurda e lontana dalla parola di Dio, allontanando la gente che è in chiesa da un’assemblea che dovrebbe ascoltare la parola di Dio e viverla.
Sacerdoti che pur di fare discorsi politici dimenticano e strumentalizzano la parola di Dio. Sostenendo addirittura che Dio è contro la proprietà privata.

Il Concilio Vaticano II , nella seconda parte della Gaudium et Spes, al capitolo III, si tratta, tra l’altro, di alcuni principi che regolano la vita economico-sociale, che offrono spunti di riflessione per la loro attualità. Al punto 71, nello specifico, si fa riferimento al dominio privato dei beni: "La proprietà privata o un qualche potere sui beni esterni assicurano a ciascuno una zona indispensabile di autonomia personale e familiare e bisogna considerarli come un prolungamento della libertà umana".

Infine, stimolando l'esercizio della responsabilità, essi costituiscono una delle condizioni delle libertà civili.
Nonostante i fondi sociali, i diritti e i servizi garantiti dalla società, le forme di tale potere o di tale proprietà restano tuttavia una fonte non trascurabile di sicurezza".

"Si è superato ogni limite"

Peccato davvero fare queste considerazioni ; ma credo che si sia superato ogni limite e che ora siano essenziali. Infatti  non ci si può non chiedere di come le chiese continuano a essere sempre più vuote.
Da giovane Cristiano Cattolico praticante mi spiace davvero vivere ogni Domenica la stessa cosa, forse è bene che qualcuno si interroghi se è corretto portare la politica in chiesa tralasciando la Parola di Dio, dimenticando i principi cardini della Messa: Il Convito , il Memoriale , il ringraziamento e il Sacrificio .
Non dimenticando che durante l’Eucarestia si è in persona Christi.

Forse qualche domanda qualcuno dovrebbe farsela .

Firmato dottor Roberto Gagliardi .

Commenti
ENZO PATUZZI

Condivido pienamente e aggiungo che mi dispiace pure che ci siano tanti buoni Sacerdoti (prevalentemente anziani) che si esprimono in modo più confacente la loro missione. Nelle Chiese ove lo fanno c'è posto anche per quei Fedeli che da altre Chiese si sentono giustamente estranei.

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