La motivazione della Bandiera Nera al Comune di Premana
"La sfida centrale per il futuro di Premana e per lo sviluppo delle sue potenzialità anche in altri settori (turismo e alpeggio) risiede nel mantenere un equilibrio duraturo tra la sua forte vocazione industriale e la vulnerabilità del territorio. Purtroppo i passi falsi in questo senso non sono mancati"
Bandiera Nera al Comune di Premana che in pochi anni ha realizzato, un tratto per volta e senza una chiara pianificazione, numerose strade agro-silvo-pastorali e nuovi percorsi d’alta quota, su ripidi versanti e con interventi di qualità progettuale scarsa, destinati a far crescere il rischio idrogeologico.
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La motivazione della Bandiera Nera al Comune di Premana
Premana domina la Valvarrone, la più settentrionale delle valli lecchesi, al cospetto delle alte cime su cui si innesta la dorsale orobica: il paese è depositario di una millenaria tradizione di estrazione e lavorazione del ferro, e tutt’oggi è rinomato distretto industriale per la produzione di lame e forbici, con produzione destinata soprattutto all’export. Grazie a questa caratterizzante vocazione industriale, tutt’ora molto praticata tra numerose piccole imprese riunite da un marchio collettivo, il paese con le sue frazioni ha saputo mantenere e consolidare una vitalità anche demografica e uno stabile presidio produttivo pur nella difficile accessibilità geografica. L’esteso territorio comunale include le ampie convalli, confluenti nel solco principale scavato dal Varrone, sui cui pascoli alti sopravvivono attività d’alpeggio. Il torrente è sfruttato a scopo idroelettrico, anche grazie al favorevole regime climatico della valle, caratterizzata da importanti accumuli nevosi e notevoli volumi annui di precipitazioni che però, a causa delle forti acclività dei versanti, espongono il territorio a rischio idrogeologico, emerso in tutta la sua pericolosità con gli eventi alluvionali seguiti ai nubifragi del giugno 2019.
La sfida centrale per il futuro di Premana e per lo sviluppo delle sue potenzialità anche in altri settori (turismo e alpeggio) risiede nel mantenere un equilibrio duraturo tra la sua forte vocazione industriale e la vulnerabilità del territorio. Purtroppo i passi falsi in questo senso non sono mancati e si rilevano con crescente frequenza. Un aspetto particolarmente critico è quello dello sviluppo, scarsamente coordinato, di un numero impressionante di strade agrosilvopastorali (ASP): opere che sarebbero essenziali per l’attività d’alpeggio, qui paiono invece rispondere più alle aspettative di proprietari di rustici e baite. Il continuo lavorio di mezzi meccanici sui versanti, spesso con cantieri assegnati con gare a fortissimo ribasso e varianti non preventivate, lascia a desiderare sulla qualità pianificatoria e progettuale di interventi che, in occasione di piogge torrenziali, si trasformano in percorsi preferenziali per le acque o in innesco di distacchi. L’elenco dei tracciati realizzati nell’arco di pochi anni o in corso di realizzazione è una lista infinita, con opere in attesa di collaudo come l’ASP Premaniga - Alpe Solino, o in corso come quella Alpe Forni -Alpe Barconcelli, o in progetto come l’ASP Solino - Alpe Deleguaggio, o la Pian d’Alben-Barconcelli, con lotti che procedono senza che sia chiaro se le porzioni precedenti siano state collaudate, come l’ASP Giabbio-Alpe Chiarino, o diramazioni come quelle che dalla strada per Premaniga si staccano per Pezzapra, Alpe Pianco, la località Giudéé e la località Mosnico, anche cancellando antiche mulattiere acciottolate, e ancora strade su alveo del torrente Varrone, e i ripristini di viabilità danneggiata come quella per la diga di Premana. Il sistema delle piste e tracciati ASP forma una matassa di percorsi sinuosi, di fattura discutibile anche a causa dei lavori in economia, che intaccano i pendii lasciando spazio a interrogativi sul comportamento in caso di precipitazioni a carattere di rovescio. Recentemente è stato approvato il progetto esecutivo della strada ASP “per Alpe Barconcelli ramale Alpe Forni - Alpe Barconcelli”, con investimento previsto di 337.000€, che sarebbe sostenuto in parte da contributo regionale di 260.580 euro del bando “Lombardia to stay” associato ad un programma sovracomunale, “In bici tra lago e monti” per la fruizione escursionistica del territorio: un investimento complessivo di 1.200.000€ fra cui è previsto, nel Comune di Premana, un collegamento che salendo la Valle dei Forni, tra alpeggi e malghe fino all’Alpe Artino, raggiungerebbe la costa tra Valvarrone e Valbiandino, a quasi 2.000 metri di quota, su un pascolo molto acclive. Non è chiara la distinzione tra il finanziamento regionale per il sentiero e quello per la strada ASP, prevista da una delibera comunale, in ogni caso anche il percorso ‘escursionistico’ lascia forti interrogativi, si tratta comunque dell’ennesima opera con forti impatti realizzativi per la necessità di movimentazione di materiali su versante, con grandi dubbi che possa risultare utilizzabile dall’utenza per cui è proposta, viste le forti pendenze.