Investì e uccise un carabiniere, condannato a 9 anni

La sorella dell'appuntato ucciso: "L’unico pensiero che ci conforta è la speranza che il sacrificio di Emanuele non resti vano e che la sua morte, avvenuta mentre era in servizio per proteggere tutti noi, richiami le coscienze di tutti coloro che si mettono ogni giorno al volante".

Investì e uccise un carabiniere, condannato a 9 anni
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9 anni di reclusione, 8 per omicidio colposo con guida in stato di ebbrezza e 1 per omissione di soccorso, oltre alla revoca della patente di guida e interdizione dai pubblici uffici.  Questa la condanna inflitta oggi, venerdì 14 febbraio 2020,  dal Gup Massimiliano Magliacani  del tribunale di Bergamo con rito abbreviato (con sconto di un terzo della pena) nel processo a carico Matteo Colombi Manzi, 345anni, cuoco di professione residente a Sotto il Monte che investì e uccise un carabiniere,  l'appuntato Emanuele Anzini, 41 anni, in un tragico incidente avvenuto  lo  scorso giugno.

Investì e uccise un carabiniere

Erano quasi le tre del 17 giugno scorso quando, insieme ad un collega, Emanuele Anzini, carabiniere di stanza a Zogno, stava effettuando un posto di blocco sulla Sp166 a Terno d’Isola. Un’Audi A3, però, non si fermò all’alt intimato dal militare, investendolo in pieno e scaraventandolo a diverse decine di metri di distanza, per poi proseguire nella corsa senza fermarsi a soccorrere il ferito.

Immediati ma inutili i soccorsi del collega, di alcuni testimoni e del personale sanitario, con l’appuntato morto praticamente sul colpo a causa dei gravissimi traumi riportati.

Solo diversi minuti dopo l’investitore tornò sui suoi passi, venendo arrestato con l’accusa di omicidio stradale con l’aggravante dell’omissione di soccorso e della guida in stato di ebbrezza. Matteo Colombi Manzi infatti, aveva un tasso alcolemico di quasi cinque volte superiore al consentito.

Le indagini

Le indagini del pubblico ministero Raffaella Latorraca, unitamente alle consulenze tecniche richieste per fare luce sulla dinamica del sinistro e alle testimonianze di chi si trovava nei pressi del posto di blocco, hanno chiarito quanto effettivamente successe in quei pochi drammatici istanti.

Investì e uccise un carabiniere: condannato a 9 anni

Oggi è arrivata la condanna. La madre, la sorella e la compagna convivente della vittima si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato in casi di omicidio stradale con sedi in tutta Italia. La sorella Catia, assistita dall’avvocato Francesca Pierantoni, si è costituita parte civile all’udienza odierna.

La sorella Catia

“Il nostro dolore è immenso. Questa morte è inaccettabile - commenta affranta Catia Anzini, sorella della vittima poco dopo la lettura della sentenza - Inaccettabile per noi familiari di Emanuele, ma anche per l’intera collettività. Questo incidente è l’emblema di come, per alcune persone, il rispetto delle leggi e il rispetto per la vita ed il lavoro degli altri non abbia alcun valore. Questo ragazzo non ha pensato minimamente alle possibili conseguenze del proprio agire, come ci si può mettere alla guida con un tasso alcolemico di quasi 5 volte il consentito e sperare che non accada nulla? L’unico pensiero che ci conforta è la speranza che il sacrificio di Emanuele non resti vano e che la sua morte, avvenuta mentre era in servizio per proteggere tutti noi, richiami le coscienze di tutti coloro che si mettono ogni giorno al volante ad un totale rispetto delle norme e delle forze dell’ordine”.

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