Incidenti sul lavoro: a Lecco 2091 feriti e tre vittime in sei mesi
Non c’è pace nel mondo del lavoro soprattutto per i lavoratori che escono di casa e non sanno se vi faranno ritorno.
Non c’è pace nel mondo del lavoro soprattutto per i lavoratori che escono di casa e non sanno se vi faranno ritorno. Una frase che appare forte e magari anche molto retorica, ma che consegna la dimensione di un fenomeno, quello degli incidenti sul lavoro, inarrestabile. In Lombardia negli ultimi 4 giorni ci sono stati altri due decessi. E il territorio lariano non è immune da questa mattanza. Nel primo semestre del 2024, rispetto al periodo gennaio-giugno 2023 nella sola provincia di Como si sono registrati 235 infortuni in più. Sul territorio sono ben 3214 le denunce di infortunio nel comasco e di 2091 quelle nel lecchese (che comunque fa segnare un -37 rispetto al 2023). Tre sono invece le denunce con esito mortale nei primi 6 mesi dell’anno in provincia di Lecco (+300% rispetto al 2023) e 2 nel comasco (contro le 5 di gennaio-giugno 2023).
Incidenti sul lavoro: a Lecco 2091 feriti e tre vittime in sei mesi
Ed è proprio davanti a questi numeri che nascondono storie con volti, nomi e famiglie che la UIL si è posta una serie di domande e interrogativi partendo proprio dalla segreteria regionale così come sui territori.
"Come ha evidenziato il segretario generale Uil Lombardia Enrico Vizza - sottolinea il coordinatore Uil Lario Dario Esposito - dal 21 al 25 ottobre si terrà la settimana Europea per salute e sicurezza e ci troveremo davanti per l’ennesima volta a vetrine, seminari, propaganda e passarelle politiche, senza la presenza dei lavoratori. Vedremo tante foto e assisteremo a tanta propaganda. Per questo crediamo che anche dal sindacato serva una riflessione per rafforzare l’azione che sembra mancare e sui ci interroghiamo sui perché. Forse per il profitto al primo posto? Per una mancata valorizzazione dei protocolli? E’ necessario rafforzare il ruolo degli RLS aziendali e degli RLST Confederali e di Categoria? Attraverso Webinar, Convegni, momenti formativi, docenze nelle aziende, corsi lunghi e brevi, quanti lavoratori riusciamo a raggiungere? Riusciamo ad andare nelle aziende a parlare e a farci comprendere da tutti i lavoratori o solo da una minima parte? Gli Enti Bilaterali previsti dalla contrattazione, riescono ad esercitare fino in fondo la loro funzione? E le associazioni datoriali dove sono?"
Domande che il coordinatore Uil si pone, dicendosi pronto con le categorie a costituirsi parte civile nei processi per infortunio.
"Forti dalla campagna #ZeroMortiSulLavoro – continua Esposito– la UIL, da tempo, chiede una procura speciale e il reato di omicidio sul lavoro. E lo ribadiamo. Sono una richiesta che continuiamo a fare insieme a maggiori assunzioni di ispettori per avere più controlli nelle aziende. E se questo non basta siamo pronti a costituirci parte civile, insieme alla categorie, nei processi per infortunio. Morire sul lavoro o rimanere offeso per un infortunio sono tragedie che vanno fermate. E noi come Uil ricordiamo sempre che nel momento in cui capita un incidente il lavoratore deve essere assistito da subito attraverso tutti gli enti e servizi promossi anche dal Sindacato con il sistema tutela, assistenza e indennizzi. E’ importante che vengano attivati i nostri sportelli e i nostri servizi".