Inaugurata, 50 anni dopo la sua morte, la panchina in memoria di Giuseppe Cima
"Abbiamo scelto di intitolare questa panchina a colui che ha portato un'azienda storica come la Cartiera dell'Adda a Calolziocorte" ha spiegato l'assessore Balossi

Inaugurata, 50 anni dopo la sua morte, la panchina in memoria di Giuseppe Cima. Si è svolta questa mattina, giovedì 12 giugno 2025, nell'area attrezzata a margine di viale Alcide De Gasperi a Calolziocorte la cerimonia ufficiale di intitolazione e inaugurazione della nuova seduta di marmo in ricordo del dott. Giuseppe "Pino" Cima, disegnata dall'architetto Claudio Lopasso e donata alla cittadinanza dalla sua famiglia.
Inaugurata, 50 anni dopo la sua morte, la panchina in memoria di Giuseppe Cima
Presenti alla cerimonia, oltre alla figlia del compianto dott. Cima, Elvira Cima, anche le nipoti Lodovica e Chiara Cima, il sindaco Marco Ghezzi, l'assessore ai Servizi sociali Tina Balossi, il parroco don Andrea Pirletti e i rappresentanti degli Alpini, dei Volontari del Soccorso, dell'Avis insieme ai ragazzi del Centro Diurno Disabili Rugiada e ad una rappresentanza di studenti dell'Istituto Lorenzo Rota.
"Abbiamo scelto di intitolare questa panchina a colui che ha portato un'azienda storica come la Cartiera dell'Adda a Calolziocorte - ha spiegato l'assessore Balossi - Tramite l'azienda ci siamo messi in contatto con la famiglia che, con gioia, ha accolto questa intitolazione, donando questo manufatto alla città e ai calolziesi. L'iniziativa si inserisce in un più ampio progetto di toponomastica che vedrà luoghi e monumenti pubblici intitolati a personaggi e aziende storiche del calolziese".
"Iniziamo con questa prima intitolazione con la Cartiera, azienda che abbiamo sempre a cuore e con cui abbiamo un rapporto stretto per la grande sensibilità che ha sempre dimostrato aiutando l'Amministrazione comunale in tante iniziative e manifestazioni" ha proseguito Ghezzi.
Poi ancora: "E' importante che un'azienda come questa rimanga e si sviluppi sul territorio dando un contributo economico e sociale fondamentale. Per fare un esempio, stiamo realizzando il nuovo parcheggio attorno all'area del Lavello e una parte importante del finanziamento si deve alla Cartiera che ha scelto di trasferire risorse sul territorio, attraverso il parco Adda Nord".
La parola è poi passata alla nipote del dott. Cima, Lodovica che, con il marito e architetto Claudio Lopasso, ha spiegato il senso di questo speciale monumento: "Con mio nonno ho vissuto l'infanzia - racconta - Vogliamo che questa panchina rappresenti un abbraccio, per piccoli e grandi, e che possa essere usata da tutti"
"E' fatta su due livelli e realizzata in "sasso di Moltrasio" delle nostre montagne che lui amava tantissimo. Adulti e bambini potranno sedersi qui, in faccia all'Adda, parlando tutti insieme, passando del tempo su una cosa che a quel punto non sarà più solo un monumento" ha chiosato.
Giuseppe Cima e la Cartiera dell'Adda
Prima di procedere alla benedizione della panchina, impartita dal parroco don Andrea Pirletti, gli studenti dell'Istituto Rota hanno dato lettura di un breve testo, preparato dalla famiglia Cima, che ha ripercorso la storia del compianto Giuseppe e che riportiamo integralmente:
"Giuseppe Cima, detto Pino, nasce a Bonacina di Lecco il 22 dicembre 1906 da Isidoro Cima ed Elvira Figini. Il padre Isidoro muore improvvisamente nel 1926 e Pino, maggiore di cinque fratelli, anche se non ancora maggiorenne, rinuncia agli studi per affiancare la madre nel gestire la cartiera. Si è appena iscritto al Politecnico di Milano, ma sospende lo studio immediatamente e si impegna a fondo nel lavoro in cartiera, in via Digione a Lecco. Mentre i suoi fratelli continuano a studiare a Milano.
È un giovane dal senso pratico e di poche parole. Solo una volta superato il periodo di lutto ed emergenza, riprende gli studi laureandosi in ingegneria meccanica nel 1935. Sta saldamente al fianco della madre e, dopo la pausa forzata dell'attività dovuta alla Seconda guerra mondiale, trasferisce la cartiera Isidoro Cima dal centro di Lecco a Pescarenico, ed è sempre lui, seguito poi dai fratelli a voler espandere l'attività.
Sposa Anna Maria Mattarelli e con lei ha tre figli: Giulio (1938), Elvira (1941) e Giovanni (1946-2020). Amante della montagna, grande camminatore e osservatore, conosce a fondo il territorio e sceglie personalmente i terreni di Calolzio Corte per fondare una nuova cartiera, nel 1956. Affiancato in particolare dal fratello Andrea, detto Dino, crea uno stabilimento di avanguardia, dotato di una macchina continua esemplare nella produzione del cartone grigio. La macchina, lunga ben 100 metri,è prima in Italia per larghezza utile nella produzione del rotolo di carta.
Viene costruita dalla ditta Carcano di Maslianico che è costretta a modificare i suoi spazi per venire incontro alle richieste tecniche di Pino Cima. Il risultato di questi investimenti è un'azienda tecnologicamente avanzatissima. Sono sempre di Pino le intuizioni, in largo anticipo sui tempi, di utilizzare carta di riciclo come materia prima e di recuperare calore per la produzione di energia elettrica.
La sua personalità schiva e silenziosa non lo ha mai portato alla ribalta negli avvenimenti importanti della città e del territorio, ma le sue azioni sono ancora oggi tangibili: figura tra i soci fondatori dell'Unione industriali Lecchesi (1946), del Rotary club Lecco, del Golf Club L'Albenza e tra i grandi sostenitori della Società Canottieri Lecco e della Societa Escursionisti Lecchesi. Tutti segnali di attenzione alla vita sociale del territorio.
Lo stabilimento di Calolzio, la Cartiera dell'Adda, resta il suo fiore all'occhiello, l'unico di cui parla con grande soddisfazione. Pino Cima si spegne nel marzo del 1975 a soli 69 anni per un infarto. Gli succedono nella gestione delle cartiere i figli Giulio e Giovanni.
Oggi la Cartiera di Pescarenico ha lasciato il posto al terzo Ponte di Lecco e la famiglia Cima, negli eredi Giuseppe, Lodovica e Chiara, figli di Giulio, prosegue il progetto imprenditoriale dedicandosi, come un tempo, alla grande passione per la carta con l'acquisto di un'altra cartiera in provincia di Lucca e diverse attività connesse alla lavorazione della carta.
Quindi la Cartiera dell'Adda di Calolzio Corte, ad oggi,la parte del gruppo Paper Board Alliance (PBA), gestito da Giuseppe Cima, nipote di Pino. Tra le cartiere e le attività del gruppo rimane Il fore all'occhiello e conta oltre un centinaio di dipendenti"