Impianti sci Varata la legge per salvarli
Nuove società della Regione potranno acquistare impianti e darli poi in gestione.
Impianti sci più vicini alla salvezza. La regione ha approvato la legge che permetterà di salvare le stazioni turistiche. Molte società sono infatti gravate dai debiti.
Impianti sci: finalmente è arrivata la legge regionale
Via libera a grande maggioranza (44 si e 5 astenuti) alla legge contenente le disposizioni per la promozione e lo sviluppo dei territori montani interessati da impianti di risalita. Prevede la possibilità di costituzione di società pubbliche che possano agevolare gli investimenti necessari con il supporto di Finlombarda. La Regione avrà la possibilità di autorizzare l’acquisto degli impianti da parte di società regionali, rendendoli disponibili con il ricorso a contratti di locazione.
Parolo: “Una legge di sistema”
Il sottosegretario Ugo Parolo, ex sindaco di Colico, ha definito l’operazione una Legge di “sistema”. E ha ripercorso la nascita di questa legge: “Il 12 settembre 2014 la Regione ha sottoscritto un Protocollo d’Intesa con la Provincia di Sondrio volto alla costituzione di un Gruppo di Lavoro. Prevedeva il coinvolgimento anche del sistema bancario locale e di stakeholders specifici. Lo scopo era creare una proposta sperimentale, partendo dal territorio provinciale, replicabile in altri contesti regionali. Il tutto per trovare delle modalità innovative di rilancio delle società degli impianti che consentano di aumentare l’attrattività e la competitività dei territori alpini lombardi. Il gruppo di lavoro ha identificato quale modello ottimale da sperimentare, analizzare e sviluppare, quello dell’intervento pubblico finalizzato alla costituzione di una o più società infrastrutturali aventi l’intento di realizzazione, sviluppare e mantenere le reti dei comprensori sciistici montani lombardi: la Newco Infrastrutturale per la Rete Turistica Montana”.
Le criticità del sistema così com’è oggi
“La pratica dello sci alpino – aggiunge il sottosegretario – attraversa una fase non favorevole stante anche la crisi economica in atto e, senza il traino degli impianti di risalita l’intero comparto turistico invernale legato alla “filiera della neve” (alberghi, ristoranti, bar, agenzie di viaggio e altri) viene messo in crisi con pesanti ripercussioni occupazionali e socio economiche anche per l’indotto mancante. Le criticità del sistema che lo studio ha evidenziato riguardano l’esposizione finanziaria delle società impiantistiche nei confronti del settore bancario di circa 300 milioni di euro che causano. A ciò si aggiungono le difficoltà nell’effettuare nuovi investimenti, gli elevati costi energetici per la produzione di neve a causa dei cambiamenti climatici, la frammentazione dei comprensori sciistici”.
Ogni euro speso per sciare ne genera 7 di indotto
“Gli impianti di risalita – continua Parolo – sono da considerarsi come un asset strategico per via delle importanti ricadute sui territori alpini, per l’attrattività turistica e per i relativi impatti economici. Costituiscono l’infrastruttura fondamentale per le località turistiche montane della Lombardia.