Il meteorologo Mercalli a Lecco, platea stracolma per sapere che clima farà

Cinquecento studenti al Cenacolo francescano, tutto esaurito l'auditorium della Casa dell'Economia in serata

Il meteorologo Mercalli a Lecco, platea stracolma per sapere che clima farà
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Luca Mercalli  a Lecco, strepitoso testimonial (sponsorizzato da Silea) del Paesc (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima) varato dall’Amministrazione Brivio. Nessuno martedì scorso si aspettava che il noto meteorologo televisivo, “guru” dello sviluppo sostenibile, potesse catalizzare un simile interesse. Cinquecento gli studenti che in mattinata hanno affollato l’incontro organizzato al Cenacolo francescano. In serata la platea della Casa dell’Economia era stracolma come mai, a memoria, era accaduto per qualsivoglia conferenza. E siccome Mercalli non è esattamente una «star» da bagno di folla, a mobilitare i lecchesi deve essere stato, per forza, il tema proposto.

Mercalli testimonial del Paesc di Lecco

"Lecco Cambia il clima" il titolo dell'evento promosso dall'assessorato all'Ambiente affidato da qualche mese ad Alessio Dossi. Il giovane assessore, già presidente di Legambiente Lecco, è stato "assoldato" dal sindaco Virginio Brivio (anche) con il compito di sviluppare una più efficace comunicazione con la cittadinanza. Perché non basta aderire al Patto dei Sindaci e pianificare provvedimenti (60 i punti contenuti dal Paesc lecchese) in ordine all'incremento della raccolta differenziata dei rifiuti, piuttosto che della mobilità a basso impatto ambientale o dell'efficientamento energetico degli edifici.  La politica ambientale per essere "green" deve convincere i cittadini a collaborare. Dossi per far conoscere il Paesc, "questo sconosciuto", ha invitato Mercalli.

L'esempio di  Greta

La serata è iniziata con l'esempio di Greta Thunberg, la quindicenne attivista svedese in "sciopero della scuola per il clima" che ha tenuto un ormai celebre discorso al Cop  24 di Katowice, il summit sul clima convocato dalle nazioni Unite lo scorso dicembre in Polonia. «Voi parlate soltanto di un'eterna crescita economica verde poiché avete troppa paura di essere impopolari. Voi parlate soltanto di proseguire con le stesse cattive idee che ci hanno condotto a questo casino, anche quando l'unica cosa sensata da fare sarebbe tirare il freno d'emergenza. Non siete abbastanza maturi da dire le cose come stanno. Lasciate persino questo fardello a noi bambini.  La biosfera è sacrificata perché alcuni possano vivere in maniera lussuosa. La sofferenza di molte persone paga il lusso di pochi. Se è impossibile trovare soluzioni all'interno di questo sistema, allora dobbiamo cambiare sistema».

Comunità scientifica ignorata

"E' incazzata ed ha ben ragion d'esserlo" il commento di Mercalli che ha poi illustrato le ragioni per essere preoccupati. Ragioni illustrate da cinquant'anni a questa parte dalla comunità scientifica che però viene ignorata."Dobbiamo cambiare sistema economico" la necessità a fronte di  ineludibili dati: la Terra popolata da 7 miliardi e 762 milioni  di persone,  "821 milioni delle quali oggi non hanno mangiato" mentre due miliardi non hanno acqua corrente ed elettricità, a fronte di un miliardo e mezzo (il mondo occidentale) che consuma l'80% della risorse disponibili. "Esauriamo risorse e accumuliamo rifiuti. Siamo sull'orlo del fallimento del sistema mondo". E il clima? "La temperatura oggi a Canberra in Australia segna 50°C".

Dobbiamo tirare il "freno di emergenza"

"Dobbiamo tirare il freno di emergenza. Non c'è tempo per negoziazioni culturali". Il mondo occidentale è persuasi che tutto sia possibile, che tutto sia dovuto. "Abbiamo inventato una bolla di eccessi che il mondo non riesce più a reggere". Mercalli ha citato un esempio con il quale all'incontro in mattinata aveva mosso a disappunto  una studentessa: "Basta viaggi in aereo low cost, della serie con 30 euro vado a Londra o a Berlino a bermi un caffè. Dobbiamo essere consapevoli che il nostro presunto diritto di viaggiare a basso costo su un aereo è fonte di inquinamento. Volare deve avere una ragione e deve costare molto per compensare i danni che crea".

Trump don't belive it

Una provocazione? Per niente. Oltre a Mercalli, ospite sul palco c'era anche il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani.  "Bisogna fare velocemente dappertutto quello che finora si è fatto solo a macchia di leopardo". Occorre coraggio. Seppure dall'alta parte abbiamo un Trump che semplicemente dichiara di non credere nel surriscaldamento del pianeta e nel cambiamento climatico in atto ("I dont'belive it"). E non è il solo a boicottare il "freno a mano" che, tutto sommato, l'Unione europea e alcuni Stati americani più sensibili, progrediti ed accorti stanno cercando di tirare fissando obiettivi di crescita sostenibile. E' che a Cina ed India ultimamente si è aggiunto anche il Brasile di Bolsonaro...

E in Italia? "Il problema è la mancanza di coerenza. Facciamo porcate che mortificano cose ottime" ha detto Ciafani ricordando che vengono da Berlino  e New York a vedere come facciamo la raccolta differenziata a Milano.  Invece "o si fa tutti coerentemente questo gioco o si perde tutti" per tirare qui una sintesi della serata rinviando al Giornale di Lecco in edicola lunedì prossimo per il nostro servizio più ampio e approfondito.

E il teleriscaldamento nel Lecchese?

E il teleriscaldamento alimentato dal forno inceneritore di Valmadrera? L'argomento non è scaturito da solo dagli ospiti sul palco. C'è voluto l'intervento di una persona del pubblico e il rumoreggiare in fondo alla sala degli attivisti di "Spegniamo il forno!". "Per essere coerenti e tempestivi  i nostri amministratori dovrebbero impegnarsi  a definire un cronoprogramma preciso  finalizzato a spegnere il forno". Tirato per la giacchetta l'assessore Dossi si  cimentato in una risposta. "A produrre emissioni di Co2  in atmosfera è l'inceneritore di Valmadrera, ma poi anche quello di Singapore... Quanto incide nel totale che io lo spenga? Per cambiare veramente occorre agire all'origine, sulla produzione dei rifiuti. Altrimenti possiamo anche dismettere il forno ma è certo che verrete a bussare alla porta dell'assessore all'Ecologia perché ci sono i rifiuti per strada". quanto al teleriscaldamento l'assessore ha ribadito la linea dettata dai sindaci soci di Silea: "La condizione è che, chiuso il forno, dovrà essere alimentato da fonti di energia rinnovabili e non carbon fossili".

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Commenti
Felice Airoldi

PROBLEMA : Se il costo del folle progetto di teleriscaldamento a rifiuti, dell’inceneritore di Valmadrera è di 50/80 milioni di euro e le famiglie dei comuni di Valmadrera, Malgrate e Lecco che ne usufruiranno sono solo 2500, a quanto ammonta la spesa per ogni famiglia? SOLUZIONE : E se a pagare fossero, invece, tutti i cittadini della provincia? Ottima soluzione, si può fare, hanno pensato gli 85 sindaci del lecchese capitanati dalle medaglie d’oro al valore dell’incenerimento il sindaco di Lecco e dall’amministratore delegato di Silea SpA. Ecco un modo per risolvere i problemi: scaricare i costi di politiche energetiche sbagliate sulle spalle e sulla pelle delle persone. Peccato che nei calcoli fatti dagli amministratori non rientri il costo della salute dei cittadini che continuano a andare in overdose di polveri sottili per buona parte dell’anno. E’ vero che l’inquinamento del territorio non è dato solo dall’incenerimento dei rifiuti, ci sono gli insediamenti industriali, con il loro strascico di rifiuti, il traffico urbano ed extraurbano, il riscaldamento domestico e non, i pesticidi in agricoltura, la mancata depurazione degli scarichi civili e industriali ecc ecc., ma vogliamo continuare in questa direzione? Fanno spegnere i camini, le stufe a legna, bloccano gli Euro 4 e MAI che spengono il famigerato forno di Valmadrera? Cosa può fare, allora, la nostra città per reagire ai cambiamenti climatici e costruirsi un futuro sostenibile? A cominciare proprio dalla qestione dei rifiuti? CHIUDERE IL FORNO, ENTRO IL2024, PASSANDO DA SUBITO ALLA RACCOLTA MONOMATERIALE E ALLA TARIFFA PUNTUALE, CHI MENO PRODUCE MENO PAGA, E' LA RISPOSTA GIUSTA E NECESSARIA PER INVERTIRE LA ROTTA. IL RESTO E' SOLO IPOCRISIA FALSAMENTE AMBIENTALISTA Per cambiare il clima quindi (anche quello di Lecco) e farlo il più in fretta possibile, come dicono gli scienziati di tutto il mondo, bisognerà cambiare, la classe dirigente politica e quella tecnica ormai sommersa da una montagna di rifiuti. Ricordiamocelo tutti quando torneremo a votare. #spegniamoilforno

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