"Ho bisogno di aiuto", ma è una truffa: attenzione all'uomo in pantaloncini rossi
C’è sempre chi ci casca, per buon cuore, ingenuità o obtorto collo, come è capitato a una lettrice che ci ha segnalato la sua esperienza da incubo nel parcheggio del Pronto soccorso dell’ospedale Manzoni
"Ho bisogno di aiuto", ma è una truffa: attenzione all'uomo in pantaloncini rossi. Un giovane uomo con i pantaloncini rossi si aggira a piedi di notte per la Lecco, approcciando i passanti per chieder loro "una mano", ovverosia soldi per metter un goccio di benzina nella sua auto in panne e tornarsene a casa. Un copione non inedito: raggiri di questa sorta si ripetono ad ogni stagione anche nel nostro territorio.
"Ho bisogno di aiuto", ma è una truffa: attenzione all'uomo in pantaloncini rossi
E c’è sempre chi ci casca, per buon cuore, ingenuità o obtorto collo, come è capitato a una lettrice che ci ha segnalato la sua esperienza da incubo nel parcheggio del Pronto soccorso dell’ospedale Manzoni. "Ero lì alle ore 23, come mi capita due volte alla settimana quando accompagno mio cugino a fare la dialisi. Non ero sola: in auto avevo i miei due “ragazzi”, un bambino e un giovane con disabilità. Per non metterli in agitazione, quando quello sconosciuto si è avvicinato al mio finestrino e mi ha spaventato, ho cercato di controllarmi".
L'inquietante racconto
L’uomo, "basso e magro, con addosso un pantaloncino rosso e forse una canottiera", chiedeva aiuto, farfugliando di essere rimasto senza carburante, di non avere soldi nel portafoglio: "Se potete prestarmi cinque euro, poi ve li restituisco. Davvero! Ci troviamo domani in un bar, al Mein di Valgreghentino". Al primo diniego della donna ("Mi spiace ma non ho soldi"), l’uomo ha piagnucolato facendosi più insistente.
"A quel punto mio nipote, seduto dietro, mi chiama: “Io ho questi!”. Mi volto e vedo che sventola una banconota di 20 euro... Mi sono trovata in una situazione davvero spiacevole. Sapevo che quel tizio ci stava truffando, che probabilmente era drogato, che non c’era alcuna auto rimasta senza benzina, ma mi sono sentita obbligata a passargli 10 euro, per fare in modo che se ne andasse via. Ho poi pensato di avvisare la titolare del Bar Mein, che conosco, per farle sapere quanto mi era accaduto e metterla al riparo da qualsivoglia grattacapo".
Anche in via Visconti...
Un racconto, quello della lettrice, che ha subito trovato conferma nella nostra redazione. Chi scrive è incappata infatti nello stesso tizio in canottiera e pantaloncino rosso. E’ capitato sempre in tarda serata, percorrendo a piedi via Visconti, all’altezza del cancello della sezione della Polizia Stradale. "Signora lei è di qui? Mi può aiutare" mi urla dall’altra parte della strada.
Sarà che a quell’ora, tornando a casa dopo una piena giornata di lavoro, ci si sente poco samaritani con chi sembra un runner nottambulo. Io ho tirato dritto: "No non sono di qua". Dieci passi più avanti, mi sono girata d’istinto per controllare che non mi stesse magari seguendo. Era sparito. Ma da dietro l’angolo di via Trieste mi è risuonata la sua voce: "Mi può aiutare?". Nonostante l’ora era riuscito ad arpionare un altro passante. Incredibile. Checché se ne dica a Lecco c’è vita anche dopo che si è "fatta una certa".