Una gravidanza inaspettata e il dramma di una scelta dolorosa
"Abbiamo vissuto l'inferno, ma ne siamo usciti temprati. Grazie a nostro figlio, affetto dalla sindrome di Down, diamo un altro senso alle cose"
La straziante testimonianza di una coppia messa in crisi da una gravidanza non voluta e complicata.
"Abbiamo vissuto l'inferno, ma ne siamo usciti temprati. Nostro figlio ci ha fatto scoprire un mondo che non conoscevamo"
Una gravidanza inaspettata. Un figlio, il terzo, indesiderato che ti precipita in un baratro di disperazione, paura, rabbia e angoscia. Non lo vuoi quel bambino, non è il momento, già con gli altri due figli ce la fai a stento. E allora dici a tuo marito, che vuole tenerlo, che vuoi abortire. Anche se il cuore sanguina di dolore e gli occhi piangono di un pianto incontrollato e inarrestabile. Del resto anche gli amici e i parenti ti dicono che fai bene, che è da matti oggi mettere al mondo un altro figlio. E che, in fondo, cosa vuoi che sia abortire.
La scelta
Ma una voce dentro, proveniente da chissà quale imperscrutabile profondità, ti sussurra che tu che sei madre e conosci il mistero della vita, non puoi abortire, anche se hai già fissato l’appuntamento. Perché è innaturale che una madre faccia questo al suo bambino. E allora decidi che, sì, porterai avanti la gravidanza. Tuo marito, il sacerdote a cui si è rivolto e le volontarie del Centro di aiuto alla vita che si è preso a cuore il tuo caso, ti sono vicini. Ti sostengono, non sei sola. Ti convinci che ce la puoi fare e con l’animo infine placato affronti con gioia i primi esami. Il peggio è finalmente alle spalle. Hai superato una prova che pensavi più grande di te. Non sai, non puoi immaginarlo, che dopo tanto tormento un’altra prova, questa volta davvero titanica, ti attende appena dietro l’angolo.
La scoperta
E infatti scopri che il bimbo inatteso, rifiutato e infine accolto, è affetto dalla sindrome di Down. Di nuovo la terra si spalanca sotto i piedi precipitandoti in un abisso di dolore che non pare avere fine. Come in un incubo dal quale non riesci a svegliarti, ti trovi a dover rivivere tutto da capo. La disperazione, il rifiuto, il dramma di un’altra scelta devastante: fare o no l’aborto terapeutico?
Una storia di dolore, ma soprattutto di grande amore
La storia che questa donna e suo marito ci hanno raccontato tra le lacrime, nella sede del Cav a Merate, è uno dei tanti casi, complessi e delicati, che il sodalizio meratese si trova a gestire. Ed è particolare anzitutto perché riguarda una famiglia normale: marito e moglie giovani, entrambi con un lavoro che permette loro di sbarcare il lunario pur tra tante difficoltà, due bambini piccoli e un mutuo sulla casa. Una famiglia come ce sono tante, migliaia in Brianza, sempre indaffarate e di corsa, stritolate nella morsa di una quotidianità frenetica fatta di mille impegni, cose da fare, imprevisti. Ma che una gravidanza inaspettata manda in frantumi, scaraventandole d’un tratto in una crisi profonda che non solo mette a dura prova il legame di coppia e quello con le famiglie di appartenenza, ma anche le convinzioni e i valori di ciascuno.
La testimonianza integrale di questa straziante storia sul Giornale di Merate in edicola da martedì 23 gennaio.
Una mamma e una famiglia meravigliosa ma soprattutto generosa nei confronti della vita nascente. Nessuno "UNO DI NOI" è da considerare uno scarto perché anche quel bambino che a volte è rifiutato darà amore - tanto - tenerezza moltissima. Auguri affettuosi alla famiglia