Virus e lavoro

Gravi gli effetti del Coronavirus sull'economia lecchese: calano la produzione, gli ordini e il fatturato

A preoccupare sono anche le aspettative degli imprenditori lariani per il 2° trimestre 2020: in tutti i comparti i saldi tra imprenditori pessimisti ed ottimisti sono ampiamente negativi

Gravi gli effetti del Coronavirus sull'economia lecchese: calano la produzione, gli ordini e il fatturato
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Analizzando i dati relativi all’analisi congiunturale del 1° trimestre 2020, emerge come il lockdown legato all’emergenza Covid-19 abbia comportato un sensibile rallentamento dell’economia lecchese e lariana. E' qanto emerge dalla "Analisi congiunturale 1° trimestre 2020 Industria, artigianato, commercio e servizi" realizzata dall'u.o. Studi e Statistica della Camera di Commercio di Como-Lecco.

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Gravi gli effetti del Coronavirus sull'economia lecchese: calano la produzione, gli ordini e il fatturato

Produzione, ordini e fatturato del territorio comasco registrano diminuzioni tutte intorno ai 10 punti percentuali (rispettivamente -9,4%, -10,3% e -9,4%); le imprese lecchesi evidenziano un calo della produzione del 4,2%, mentre ordini e fatturato scendono di oltre 5 punti percentuali (rispettivamente -5,9% e -7,4%). In entrambi i territori, valori pesantemente negativi anche per l’artigianato: a Como produzione -10,9%, ordini -9,4% e fatturato -9%; a Lecco, rispettivamente, -10%, -10,9% e -9,9%. In considerevole diminuzione il valore aggiunto di commercio (Como -8,1% e Lecco -5,5%) e servizi (rispettivamente -6,8% e -15%), mentre, per ora (grazie anche al blocco dei licenziamenti imposto dal Governo), sembra tenere l’occupazione di entrambi i settori (nel comasco +0,7% e nel lecchese +1,2% rispetto a fine marzo 2019).

Industria

Per quanto riguarda il settore industriale la produzione delle imprese industriali lecchesi evidenzia una variazione meno pesante rispetto a Como (-4,1% contro -9,4%); Lecco è la provincia lombarda con il dato meno negativo. Registrano una performance migliore rispetto al comasco anche gli ordini e il fatturato, seppur anch’essi con cali significativi (il dato lecchese si attesta, rispettivamente, al -5,9% e al -7,4%). La meccanica mostra una diminuzione della produzione del 3,9% e la siderurgia del 10,9%, mentre il tessile evidenzia un incremento del 5,2%2. La variazione tendenziale dell’occupazione industriale è stata negativa (-0,7%).  L’indice medio della produzione industriale lecchese a fine marzo 2020 si è attestato a 112,7 (media 2010=100) e, tra le altre province lombarde, solo Lodi mostra un valore più alto (115,1); restano superiori all’anno base anche gli indici degli ordini, del fatturato e dell’occupazione (rispettivamente 116,4, 113,1 e 104,3).

Il calo della produzione delle imprese comasche è inferiore a quello lombardo (pari al -10,1%), mentre evidenziano variazioni maggiormente negative gli ordini e il fatturato (che a livello lombardo sono scesi, rispettivamente, del 6,8% e dell’8,2%). I tre principali settori dell’economia comasca (tessile, meccanica e legno-arredo) evidenziano diminuzioni superiori ai 5 punti percentuali: meccanica -6%, tessile -15,9% e legno-arredo -20%. Rispetto al primo trimestre 2020, l’occupazione industriale a Como è calata dell’1,6% (contro il -0,2% della Lombardia).  L’indice medio della produzione industriale comasca a fine marzo 2020 si è attestato a 88,6 (media 2010=100), contro il 100,1 della media regionale; inferiori al dato regionale sono anche gli indici degli ordini, del fatturato e dell’occupazione (rispettivamente 93,5; 91,6; 93,2, contro il 113,7; 110,6; 100,9 della Lombardia). Como è l’unica provincia lombarda ad evidenziare valori di produzione, ordini, fatturato inferiori al dato del 2010; anche per l’occupazione mostra il valore più basso tra i dodici territori (e solo Pavia, Monza e Sondrio registrano numeri indici inferiori al 100 dell’anno base: rispettivamente 97,8; 92,6; 92).

Artigianato

Mentre l’artigianato comasco mostra cadute di ordini e fatturato in linea con il comparto dell’industria (solo la produzione registra una diminuzione superiore), quello lecchese sembra aver risentito maggiormente degli effetti della pandemia (in particolare per produzione e ordini, che registrano variazioni negative quasi doppie rispetto al comparo industriale)A Lecco, diminuiscono produzione (-10%), ordini (-10,9%) e fatturato (-9,9%). Tutti i comparti evidenziano cali della produzione; in particolare, tra i settori con il maggior numero di interviste, meccanica (-9,9%), tessile (-11%) e carta-stampa (-23,9%). La variazione tendenziale dell’occupazione si è attestata a +0,9%. L’indice medio della produzione artigiana lecchese a fine marzo 2020 si è attestato a 101,2 (media 2010=100); Lecco è l’unico territorio della nostra regione ad evidenziare un valore superiore all’anno base. Si attesta a 103,9 il numero indice dell’occupazione (insieme a Brescia e Mantova, Lecco è l’unica provincia con un valore migliore del 2010). Il numero indice del fatturato è anch’esso maggiore dell’anno base (102,6; solo Monza ha un indice più elevato), mentre quello degli ordini scende sotto quota 100 (attestandosi a 98,2).

A Como la produzione artigiana registra una variazione tendenziale negativa (-10,9%; media regionale -12,9%); calano anche il fatturato (-9%, mentre cala del -13% a livello lombardo) e gli ordini (-9,4%, contro il -13% della Lombardia). I settori più rappresentativi per l’economia comasca vedono decrementi differenziati della produzione: legno-mobilio -3,1%; tessile -12% e “meccanica” -15,5%. Anche tutti gli altri comparti registrano segni meno. La variazione tendenziale dell’occupazione si è attestata a -1,9% (contro il -0,7% lombardo). L’indice medio della produzione artigiana comasca a fine marzo 2020 si è attestato a 88,7 (media 2010=100), contro l’83 della media regionale; superiori al dato regionale sono anche gli indici degli ordini, del fatturato e dell’occupazione (rispettivamente 99,5; 92,6; 96,7, contro i valori lombardi pari a 81,6; 86,8; 98,5). 

Commercio e servizi

Con riferimento al volume d’affari del commercio e dei servizi, il 1° trimestre 2020 registra cali considerevoli del volume d’affari, mentre l’occupazione di entrambi i settori sembra ancora non risentire degli effetti della pandemia. In provincia di Lecco la caduta più significativa del volume d’affari ha riguardato il comparto dei servizi (-15% contro il -5,5% del commercio); anche in questo territorio risulta positivo l’andamento dell’occupazione: rispettivamente +1,2% e +3,1%. Il numero indice del volume d’affari (2010=100) delle imprese del commercio lecchesi si è attestato a 84,6 e quello dell’occupazione a 104, mentre nei servizi rispettivamente a 83,8 e 104.


Il territorio comasco evidenzia una diminuzione del volume d’affari (commercio -8,1%; servizi -6,8%); la media regionale del primo comparto si è attestata a -7,2%, per il secondo a -9,6%. Valori positivi, invece, per l’occupazione in entrambi i settori: nel commercio, la variazione tendenziale del 1° trimestre 2020 è stata del +2% (contro il +1,4% regionale), nei servizi del +0,7% (contro il +0,1% della Lombardia). Il numero indice del volume d’affari (2010=100) delle imprese del commercio comasche si è attestato a 84,6, mentre quello dell’occupazione a 104. Entrambi gli indici sono superiori alla media regionale (pari a 86 per il volume d’affari e a 99,4 per l’occupazione). Nei servizi, invece il numero indice del volume d’affari (76,3) rimane inferiore alla media lombarda (89); quello dell’occupazione si attesta a 130 (contro il 110,6 regionale).

Le aspettative delle imprese per il secondo trimestre

A preoccupare sono anche le aspettative degli imprenditori lariani per il 2° trimestre 2020: in tutti i comparti i saldi tra imprenditori pessimisti ed ottimisti sono ampiamente negativi e in deciso peggioramento rispetto alla scorsa indagine. A  Lecco gli imprenditori si aspettano un secondo trimestre molto negativo. Nell’industria i saldi tra imprenditori industriali ottimisti e pessimisti registrano un significativo peggioramento: domanda interna (da -2,6% a -58,6%); domanda estera (da +1,4% a -50,5%); produzione (da +4% a -51,5%); occupazione (da +1,3% a -17,2%). Anche i saldi dell’artigianato fanno prevedere difficoltà per produzione, domanda e occupazione. La differenza tra ottimisti e pessimisti relativa alla produzione si attesta a -65% (contro il -27,8% dell’indagine precedente); quella della domanda interna dal passa da -25,6% a -70% e quella estera da -20,8% a -42,6%. Anche il saldo dell’occupazione peggiora, attestandosi a -20,2% (contro il -6,7% della precedente rilevazione). Nel terziario, le aspettative degli imprenditori del commercio sul volume di affari e sull’occupazione confermano i saldi negativi rilevati nella scorsa indagine, con valori in ulteriore peggioramento: per le vendite la differenza passa da -15,1% a -26,2%, mentre per l’occupazione da -11% a -14,8%. Anche nei servizi la percentuale degli imprenditori che si attendono una diminuzione del volume d’affari supera quella degli ottimisti; il saldo è del -70,1% (contro il -7,7% dell’indagine precedente), mentre quello dell’occupazione è -23,6% (contro il +4,6% del 4° trimestre).

Per Como i saldi tra imprenditori industriali ottimisti e pessimisti peggiorano notevolmente: il saldo della produzione passa dal +2,9% della precedente indagine al -52,8%; la domanda interna dal -7,9% al -63,6%; quella estera dal +8,7% al -50%.  Anche per l’andamento dell’occupazione la differenza passa dal -4,9% dell’indagine precedente al -29,6%. Molto negative anche le aspettative del comparto artigiano: il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo all’occupazione passa dal -5,1% al -21,1%; quello della produzione da -15,3% a -60,9%; quello della domanda interna da -13,4% a -62,9%. Anche per la domanda estera, seppur con una variazione più contenuta, gli imprenditori con aspettative negative superano gli ottimisti: il saldo passa da -20,3% a -24,6%. Secondo gli intervistati, gli effetti dell’emergenza Coronavirus continueranno a farsi sentire anche nel terziario, con aspettative decisamente negative su volume d’affari e occupazione. Nel commercio il saldo tra pessimisti e ottimisti relativo alle vendite del 2° trimestre 2020 passa da -29,5% a -44,8% e quello dell’occupazione da -11,6% a -19,8%. Nei servizi le differenze tra ottimisti e pessimisti passano da -1,3% a -70,1%, mentre per l’occupazione da +5,2% a -21,7%.

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