Domani, domenica 21 settembre, si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale della malattia di Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dall’Alzheimer’s Disease International (ADI) per promuovere iniziative dedicate alla sensibilizzazione e alla diffusione di informazioni sulla malattia di Alzheimer e le altre forme di demenza.
Giornata mondiale dell’Alzheimer, le iniziative degli Iram
In questa cornice, gli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi promuovono una serie di iniziative nei mesi di settembre e ottobre volte a sottolineare l’attenzione verso la persona affetta da demenza e verso i suoi familiari nel lavoro quotidiano delle équipe di cura.
Dall’8 al 21 settembre sono stati condotti dal personale educativo dei laboratori con gli ospiti dei Nuclei Alzheimer dedicati alla preparazione di fiori, coccarde, addobbi e oggetti di colore viola, tradizionalmente associato alla Giornata Mondiale Alzheimer perché rappresenta il “non ti scordar di me”, il fiore simbolo della malattia.
Nel corso dei laboratori di cucina che si svolgono settimanalmente è stato dato spazio a ricette con alimenti di colore viola, un modo per arricchire di una sfumatura di consapevolezza in più un momento di grande piacere e soddisfazione per gli ospiti che vi partecipano.
Domenica 21 settembre i reparti verranno addobbati per il pranzo con il tema della settimana e agli operatori in servizio e ai familiari che verranno in visita verrà consegnata una coccarda che riporta dei concetti chiave della filosofia di cura centrata sulla persona: accoglienza, terapia non farmacologica, risveglio naturale, alleanza, rispetto dei tempi, attenzione al tono della voce, ruotine, personalizzazione, rilassamento, empatia.
“Negli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi è ben consolidato un approccio di cura basato sul modello Gentlecare® fondato da Moyra Jones in Canada negli anni novanta. – afferma la dottoressa Valentina Molteni, psicologa del nucleo Alzheimer – L’enfasi è posta sulla conoscenza dei rapporti tra la persona colpita dalla malattia (ad es. Malattia di Alzheimer e altre forme di demenza) e il contesto nel quale vive con l’obiettivo di attuare strategie per identificare e rimuovere i fattori di stress dall’ambiente e restituire un maggior senso di efficacia e controllo alla persona. Si tratta di una cura “protesica” volta a massimizzare le capacità esistenti e pianificare attività e programmi personalizzati, stimolanti e utili che comprendono sia l’assistenza nelle attività di base della vita quotidiana (alimentazione, vestizione, igiene…) sia la creazione di contesti di svago, socializzazione, attivazione e piacere. Il concetto dell’assistenza protesica è costituito da tre elementi: le persone significative con le quale interagire che prestano grande attenzione al proprio modo di comunicare e guardare alla persona affetta da demenza, le attività quotidiane nell’arco delle 24 ore che devono essere ricche di senso, lo spazio fisico che vuole essere semplice, domestico, sicuro e fruibile. Questi tre elementi integrati in un costante lavoro di supporto alle équipe di cura permettono di garantire qualità di vita che accompagna le persone in un percorso di malattia cronica e degenerativa”.
A proposito del tema delle paure e dei dubbi di fronte alla terminalità, ma anche delle aspettative e dei desideri nei confronti dell’ultimo tratto di vita, è previsto per tutti i familiari degli ospiti il 29 ottobre alle ore 16.30 un incontro in chiave filosofico-bioetica e psicologica con le dottoresse Magda Fontanella (bioeticista) e Valentina Molteni (psicologa).