Furbetti dell’ISEE fermati: recuperati 20mila euro erogati a chi non li meritava
Fingevano di essere nuclei familiari a basso reddito per ottenere prestazioni agevolate da vari enti pubblici.
Furbetti dell’ISEE fermati: recuperati 20mila euro erogati a chi non li meritava. Lo riporta il Giornale di Como. L'increibile operzione è avvenuta a pochi chilonetri da Lecco, nell'erbese e nel Conasco. Nei primi tre mesi del 2018 infatti la Guardia di Finanza di Como, e in particolare le Compagnie di Olgiate Comasco, Erba e Menaggio, hanno recuperato circa 20mila. Questo denaro era stato erogato da enti pubblici come prestazioni assistenziali a chi non ne aveva diritto e aveva falsificato il proprio ISEE.
Furbetti dell’ISEE: false certificazioni per ottenere i benefici
Le Fiamme Gialle continuano la loro lotta allo spreco di denaro pubblico. Gli agenti durante le loro indagini, solo nei primi tre mesi del 2018, hanno riscontrato indebite percezioni di prestazioni sociali agevolate da parte di soggetti non aventi diritto. Un valore erogato a vario titolo da Enti locali, dall’ATS di Como e da Atenei universitari per oltre 20mila euro.
Gli indebiti benefici sono stati concessi ai cosiddetti “furbetti dell’ISEE” a seguito della presentazione di autocertificazioni nelle quali era stato esposto il possesso dei requisiti previsti, ovvero il mancato superamento delle soglie reddituali inserite nei bandi di agevolazione e relative agli Indicatori della Situazione Economica Equivalente. Una pratica scorretta che priva le famiglie che ne hanno davvero bisogno dei fondi statali. Si trattava infatti di indebite erogazioni per buoni pasto delle mense scolastiche, per le esenzioni dei ticket sanitari e perle tasse universitarie, nonché all’ottenimento di agevolazioni e riduzioni dei canoni di locazione di immobili.
Nucleo con un reddito doppio rispetto a quello dichiarato
Il lavoro delle Fiamme Gialle di Como è stato orientato al confronto tra quanto dichiarato e quanto ricostruito mediante incroci di banche dati e richieste di notizie e documenti agli Enti eroganti. In molti casi infatti la “truffa” si perpetrava ai danni dello Stato da tempo.
Le indagini hanno permesso di scoprire che in molti casi il reddito accertato era il doppio rispetto a quello dichiarato nella domanda di agevolazione. Inoltre spesso venivano omesse le indicazione di parenti (e dei loro redditi) nel proprio nucleo familiare. In altre circostanze invece è stata accertata la mancata indicazione del possesso di una seconda casa.
Finalmente le somme tolte a chi ne ha davvero bisogno sono state recuperate e segnalate per essere ridistribuite correttamente. Per i furbetti invece è arrivato il momento di pagare: per loro sono previste sanzioni amministrative, da 5mila a 25mila euro per ogni
beneficio indebito percepito.