Francesca Torchia, dalla Brianza all'Iraq per i bambini più poveri
L'esperienza di vita della giovane di Monticello Brianza.

Francesca Torchia ha compiuto una scelta coraggiosa. Partita Monticello all’Iraq per far studiare i bambini più poveri.
Francesca Torchia, giovane in Iraq
E’ lì, nel controverso Paese mediorientale, che risiede da mesi la monticellese Francesca Torchia, una ragazza forte e intraprendente che ha lasciato la sua famiglia e la Brianza per mettersi al servizio dei più bisognosi. Francesca, 33 anni, originaria di Galbiate ma residente a Monticello da qualche anno, si è laureata in Scienze politiche all’Università degli studi di Milano nel 2010 e ha intrapreso fin da subito la strada del volontariato. Ha avviato la sua collaborazione con l’associazione Coopi, organizzazione umanitaria che da più di 50 anni si impegna a lottare contro ogni forma di povertà e ad accompagnare le popolazioni colpite da guerre, crisi socio-economiche o calamità naturali, verso una ripresa e uno sviluppo che possano durare nel tempo.
Un rimedio all'emergenza scolastica
Dopo una missione nella Repubblica Democratica del Congo come capo progetto, Francesca ha lavorato nella sede di Milano per la stesura di alcune nuove idee ed ora fa parte della missione irachena, con il fine di rimediare all’emergenza scolastica ed educativa del Paese. A causa del conflitto armato iniziato nel 2011 in Siria e nel 2013 in Iraq, le popolazioni stanno affrontando una delle più gravi crisi umanitarie degli ultimi decenni. Questa si sta inevitabilmente ripercuotendo anche sull’istruzione e di conseguenza sulla formazione di numerosi bambini e ragazzi. Gran parte delle scuole sono infatti chiuse o distrutte e l’accesso all’istruzione è spesso molto complicato. Il più delle volte infatti le famiglie rifugiate non riescono a pagare la tassa di iscrizione e le spese di trasporto. Il lavoro minorile e i matrimoni precoci sfavoriscono, inoltre, la frequenza scolastica. Anche le drammatiche condizioni igienico-sanitarie delle infrastrutture contribuiscono ad allontanare i bambini dalle scuole pubbliche.
Scuole temporanee nei villaggi
Il progetto a cui è a capo la monticellese Francesca Torchia si propone quindi di facilitare ai ragazzi l’accesso ad una migliore formazione, attraverso l’installazione di scuole temporanee nei villaggi di Romana, Aolo Al Azim, Ijhala e Qayyarah, attraverso l’utilizzo di 32 container (otto per ogni località). Ogni scuola avrà poi a disposizione una cisterna e un impianto di purificazione in grado di produrre 160 litri di acqua potabile al giorno, riducendo così il rischio di malattie. Il progetto prevede inoltre la formazione di personale scolastico per assicurare l’attivazione di ben due turni per poter aiutare 1.200 bambini.