Folla per l'addio a Paolo Massarini: "Hai sempre saputo combattere"

Don Davide Milani: "Quello di oggi non è l'ultimo atto della vita di Paolo. Abbiamo solo perso di vista la sua barca, ma egli sta navigando ancora". 

Folla per l'addio a Paolo Massarini: "Hai sempre saputo combattere"
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Una folla commossa oggi, martedì 18 febbraio 2020, si è radunata nella Basilica San Nicolò di Lecco per dire addio a Paolo Massarini, campione di vela conosciuto in tutta Italia, morto domenica a soli 58 anni, vinto dalla malattia.  Lui, che per tutta la vita aveva primeggiato in tante  gare, (fu campione del mondo per 5 volte) si è dovuto arrendere al male che lo aveva colpito. Ma lo ha fatto lottando con grande forza, come sempre.

Folla per l'addio a Paolo Massarini

La funzione è stata celebrata dal Prevosto di Lecco, monsignor Davide Milani. "Un giorno ho chiesto ad un uomo di mare di parlarmi di quel mondo per me sconosciuto - ha esordito don Davide -  Mi rispose che vale sempre la pena di andare per mare, anche quando è in burrasca. Anzi mi disse: quando è così diventa una scuola di vita, perché c è sempre qualcosa da imparare.  Questo mi ha fatto pensare alla vita di Paolo, finita così presto. Ma l'importanza di una esistenza non è data dal numero di anni vissuti,  ma dai successi, da quello che comprendi, dal bene che fai, e tutto ciò ha avuto senso per Paolo".

"Abbiamo solo perso di vista la sua barca"

"Purtroppo in noi oggi si è aperta una ferita - ha proseguito il prevosto - ma non dobbiamo rassegnarci  davanti alla morte.  Siamo nati per navigare ed andare oltre la nostra morte, con il desiderio di scoprire, il desiderio di Speranza. Quello di oggi non è l'ultimo atto della vita di Paolo. Abbiamo solo perso di vista la sua barca, ma egli sta navigando ancora".

 

 "Hai sempre saputo combattere"

Toccante il ricordo tracciato dal figlio della moglie del 58enne.

"Per chi ha conosciuto Paolo, è molto facile pescare dalla memoria un ricordo delle sue sfide. Quasi sempre si tratterà di sfide condivise, spesso di traguardi raggiunti insieme.
Paolo ha saputo combattere grazie a qualità diverse e per questo efficaci in tanti contesti: che stesse regatando in alto mare, che fosse impegnato a costruire una big modern family, o che stesse dedicandosi a un nuovo regolamento di classe.
A legare tante sfide è stato quel senso dell’etica che in lui si manifestava prima di tutto nell’attenzione alle regole e agli obiettivi. Un’attitudine personale rigorosa che si traduceva poi in tenacia, in affetto e in cura per le persone: chiedendo molto a queste ultime, perché in primis chiedeva tanto a se stesso.
Questo è il Paolo che vediamo chiudendo gli occhi. Credo possano ricordarlo parole migliori delle mie, prese dagli ultimi versi da una poesia: Invictus, di William Ernsest Henley:

Non importa quanto stretta sia la porta,
Quanto impietosa sia la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima".

Mario Stojanovic

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