Finte riviste di Polzia e Vigili del Fuoco: sgominata associazione a delinquere

Recentenetemente anche i Vigili del Fuoco lecchesi avevano messo in guardia tutti i cittadini contro truffatori che usavano impropriamente il nome dei pompieri.

Finte riviste di Polzia e Vigili del Fuoco: sgominata associazione a delinquere
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Finte riviste di Polzia e Vigili del Fuoco: le Fiamme Gialle sgominano una associazione a delinquere. Lo riporta il giornaledisondrio.it. Un raggiro  ben archietttatao quello che è stata scoperto dalla Guardia di Finanza. Recentenetemente anche i Vigili del Fuoco lecchesi avevano messo in guardia tutti i cittadini contro truffatori che usavano impropriamente il nome dei pompieri.

Finte riviste di Polzia e Vigili del Fuoco

I Finanzieri di Tirano hanno concluso una vasta indagine finalizzata a disvelare un vasto giro di truffe. Il giro, a mezzo telefonico, era messo in piedi da numerosi soggetti che risultavano vendere riviste falsamente attribuite alla Polizia di Stato, Vigili del fuoco ed alla Protezione civile. L’attività ha preso avvio la scorsa estate quando i Finanzieri della cittadina aduana hanno perquisito l’abitazione di un trentenne tiranese. E’ stato ritenuto una delle “menti” dell’associazione a delinquere. Questo nonché titolare di una ditta individuale che gestiva l’attività di ricerca dei procacciatori e degli operatori di call-center. Quelli che dovevano convincere gli ignari clienti ad acquistare telefonicamente le pubblicazioni. Pubblicazioni che ad un osservatore inesperto potevano apparire come quelle “ufficiali”.

In dettaglio

Nello specifico, l’indagato ed i suoi collaboratori lasciavano intendere chiaramente ai potenziali acquirenti l’appartenenza alla Polizia di Stato, alla Protezione civile o al corpo dei Vigili del fuoco. Promettevano, con la sottoscrizione dell’abbonamento, un trattamento di favore da parte degli operatori di polizia in caso di controlli o un servizio di call-center per assistenza legale. I malcapitati sottoscrittori, 50 nella sola zona di Tirano, che intendevano recedere dall’abbonamento venivano intimoriti da altri membri dell’associazione che si fingevano falsi avvocati. Questi minacciavano inesistenti decreti ingiuntivi per farli desistere oppure chiedendo il pagamento di alte penali.

L’organizzazione

L’organizzazione criminale, che poteva contare su una vasta rete di società operanti a Roma e Milano, ha conseguito un giro di affari che dai primi accertamenti è già risultato essere superiore a 400.000 euro. Le perquisizioni hanno consentito di reperire copiosa documentazione comprovante il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Oltre alle riviste sono stati sequestrati i computer utilizzati per l’impaginazione, la stesura dei testi e l’edizione grafica delle riviste.

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