Per decenni hanno lavorato in condizioni precarie, tra calore estremo, sostanze acide e soprattutto esposti alle fibre di amianto, senza sapere di mettere a rischio la propria vita. Oggi, finalmente, i loro diritti sono stati riconosciuti grazie alla vittoria della causa intentata contro l’INPS dall’associazione GAM (Gruppo Aiuto Mesotelioma), presieduta da Cinzia Manzoni, con il supporto degli avvocati Roberto Molteni e del dottor Edoardo Bai.
Ex Leuci di Lecco: Riconosciuti i diritti dei lavoratori esposti all’amianto
Si tratta di sei ex dipendenti dell’ex fabbrica Leuci di via XI Febbraio a Lecco. La vicenda ha radici profonde: i primi ricorsi risalgono al 2009, quando l’INPS li aveva respinti in sede amministrativa. Nel 2011, in Tribunale a Lecco, era stata sostenuta una causa pilota, anch’essa persa, così come il successivo appello in Corte d’Appello.
La svolta è arrivata nel 2017, quando la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dei lavoratori per “manifesta fondatezza”. La legge 257 del 1992 prevede infatti una maggiorazione contributiva per i lavoratori esposti per almeno dieci anni a fibre di amianto in ambienti di lavoro contaminati. Questo riconoscimento ha dato il via a una nuova vertenza, vinta nel 2023 per tre lavoratori. A questi oggi se ne aggiungono altri sei. Ma non è finita qui: i ricorsi pendenti, che verranno discussi a ottobre, sono altri 16, e i presupposti per l’ennesima vittoria ci sono tutti.
Ad illustrare le novità sono stati oggi, venerdì 12 settembre 2025 – la presidente del GAM, gruppo che si appresta a festeggiare un importante compleanno, e l’avvocato Molteni. “L’associazione compie 10 anni e in questo periodo è riuscita a ottenere risultati importanti grazie al supporto degli avvocati Molteni e del dottor Edoardo Bai, in particolare nella causa pilota – ha spiegato Cinzia Manzoni – La prima vertenza vinta nel 2023 ha riguardato tre dipendenti. Il lavoro di squadra è stato inizialmente molto difficile, soprattutto per reperire i nominativi dei lavoratori coinvolti. L’associazione ha cercato di contattare le persone attraverso vari appelli, affinché venissero ad ascoltarci e comprendere i propri diritti. Abbiamo intercettato, uno a uno, tutti coloro che avevano diritto al risarcimento INPS”.
La causa INPS ha riguardato lavoratori non malati, ma che avevano lavorato a contatto con l’amianto. Prima ancora, la lotta del GAM è stata quella di dimostrare la presenza del materiale. “Grazie alla fiducia dei lavoratori e all’impegno dell’associazione, altre sei cause sono state vinte. Siamo molto felici di questo risultato ottenuto da persone che hanno subito danni e che hanno lavorato in condizioni estremamente pericolose, respirando amianto, calore e acidi. Questi successi rappresentano una vittoria a nome di tutte le persone che, purtroppo, non hanno potuto beneficiare degli stessi diritti”.
Importante la novità stabilita nell’ultima sentenza del tribunale di Lecco: “Rispetto alla causa del 2023, in cui la presenza di amianto oltre i valori soglia della legge del 1992 era stata accertata solo in due reparti della Leuci (reparto incandescenti e reparto fluorescenti), questa volta, grazie al giudice e all’intervento del CTU, il dottor Brini, supportato dalle perizie di parte del nostro perito, il dottor Bai, l’esposizione all’amianto è stata riconosciuta anche in ulteriori reparti, ossia nel reparto officina e nel reparto produzione lampadine – ha sottolineato l’avvocato Molteni – Grazie a questo supplemento di perizia, è stato accertato che l’esposizione all’amianto in tutta la fabbrica superava i valori soglia”.
Perché quindi questa causa è tanto importante? “In primo luogo per i sei ricorrenti che hanno vinto e ottenuto i benefici pensionistici – ha aggiunto il legale – e poi perché crea dei presupposti per gli altri 16 ricorrenti, la cui causa è ancora pendente e sarà discussa e decisa a ottobre di quest’anno. Avendo la perizia del dottor Brini confermato che i valori soglia di esposizione all’amianto erano superati ovunque nella Leuci, possiamo avere buone prospettive di successo anche per le cause future. Questo è un messaggio importante per tutti”.
Non hanno nascosto emozione e gratitudine alcuni dei lavoratori che hanno vinto la causa, tra cui Ernesto Panzeri, per 37 anni addetto al reparto manutenzione officina della Leuci; Roberto Galigani, che ha lavorato nella fabbrica dal 1963 al 1999; Mariangela Sala e Rita Vitali, rimaste in Leuci per oltre 35 anni. “Questa vittoria è il giusto riconoscimento per quello che abbiamo subito per anni, sin da quando eravamo ragazzi – hanno detto –. In passato non eravamo consapevoli del rischio che correvamo, ma ora sì. Ringraziamo l’associazione, il legale e tutti coloro che ci hanno supportato.”

Ed ora l’impegno del GAM continua, ancora con più forza di prima, ma con la necessità di un sostegno da parte della comunità intera. L’Associazione lancia infatti un appello per sostenere il proprio lavoro. “Da soli non possiamo farcela, ma con l’aiuto di tutti possiamo supportare tutti coloro che meritano tutela. Anche quest’anno ci sono state nuove vittime a Lecco, tra cui l’ultima, Marilena, morta di mesotelioma dopo aver lavorato per tutta la vita in una scuola della provincia. È fondamentale il contributo di volontari: tanto è stato fatto, come la bonifica della Leuci o della ex Deutsche Bank di piazza Garibaldi” chiosa Cinzia Manzoni.

Intanto c’è un appuntamento da segnare in agenda: per celebrare i 10 anni del Gruppo Aiuto Mesotelioma, il 24 ottobre 2025 verrà presentato un docufilm realizzato da Elena Romano e Katia Sala dal titolo “Liberi di respirare”, che racconta non solo la storia del GAM, ma raccoglie tantissime testimonianze. La serata, organizzata con il contributo della Fondazione Comunitaria del Lecchese, avrà luogo all’Officina Badoni di Lecco.