Lecco

Emergenza Covid: il grido di dolore dei sanitari del Manzoni

"Pur sapendone di più, ne sappiamo ancora poco di questo mostro che ci ha fatto cambiare modo di vivere e purtroppo ci sono giorni in cui, nonostante i nostri sforzi è lui a vincere".

Emergenza Covid: il grido di dolore dei sanitari del Manzoni
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Emergenza Covid: il grido di dolore dei sanitari del Manzoni si alza attraverso le testimonianze  che medici e pazienti, con l'obiettivo di sensibilizzare tutti i lecchesi, stanno scrivendo in questi giorni in rete.

Emergenza Covid: il grido di dolore dei sanitari del Manzoni

Ecco le parole della dottoressa Sarà Viganò:  

Ieri sera, mentre aspettavo un paio di ricoveri da PS ho visto un'infermiera piangere. Non so il motivo esatto che l'aveva fatta fatta crollare, ma posso immaginarlo. L'aria che si respira in ospedale da un paio di settimane è pesante. Si parla poco, si chiudono reparti 'normali' per aprire nuove aree filtro, nuove aree Covid. Il tutto in giornata, nello spazio di uno-due turni. Il ritmo è serrato, non c'è il tempo per un sorriso, per prendere fiato. I pazienti non sono ancora come a Marzo-Aprile, ma aumentano di giorno in giorno. A fine Febbraio pensavamo che sarebbe stata una 'brutta influenza' nulla più e poi siamo stati travolti dall'onda. Adesso aspettiamo, sappiamo che potrebbe arrivare la nuova ondata da un momento all'altro, come uno tsunami ci travolgerà ancora. L'umore è pessimo, i mesi passati hanno fiaccato le nostre corazze, siamo più vulnerabili, siamo più spaventati, perché se a Marzo non sapevamo davvero cosa sarebbe stato, ora ce lo aspettiamo e non vogliamo più vedere i morti e le sofferenze di quei mesi. Perché, pur sapendone di più, ne sappiamo ancora poco di questo mostro che ci ha fatto cambiare modo di vivere e purtroppo ci sono giorni in cui, nonostante i nostri sforzi è lui a vincere.

Il dottor Maniglia: "nel mio mondo succede questo"

La foto che vi abbiamo proposto in copertina non è invece una "immagine di repertorio". E' una foto che è stata recentemente postata in rete dal dottor Paolo Maniglia,  medico anestesista del Manzoni, residente a Olginate, che nei mesi scorsi aveva testimoniato il dramma vissuto durante la prima ondata tra le "mura" dell'ospedale di Lecco.

In particolare il dottor Maniglia aveva raccontato "il viaggio della speranza" di quattro pazienti affetti da Covid, ricoverati a Lecco,  che erano stati  trasferiti in Germania.

" Non tutti ce l’hanno fatta. Non tutti sono tornati ad abbracciare i loro cari. Non tutti si sono lasciati alle spalle il virus, ma tutti sono rientrati" aveva  scritto a maggio. Ora, a distanza di cinque mesi un contributo iconografico che testimonia quanto il virus sia tornato a far male. Una immagine corredata da una eloquente didascalia

"So che nessuno ha colpe ma nel mio mondo succede questo. In bocca al lupo a tutti #pointbreak"

 

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