Don Ferdinando Mazzoleni è morto all'ospedale Manzoni
Lecco, la Valsassina e la Brianza e unite nel dolore
Lecco, la Valsassina e la Brianza e unite nel dolore per la morte di don Ferdinando Mazzoleni che si è spento questa notte a 84 anni all'Ospedale Manzoni di Lecco.
Don Ferdinando Mazzoleni è morto all'ospedale Manzoni
Don Mazzoleni nacque a Lecco nel 1940 e iniziò il suo cammino di fede alla giovane età di 5 anni come chierichetto presso la parrocchia di Pasturo, dove ha celebrato anche la sua prima Messa da sacerdote nel lontano 1964 e dove è rimasto in questi anni, a partire dal 2016 quando lasciò Villasanta per godersi il meritato riposo. Da alcuni giorni si trovava ricoverato all'ospedale di Lecco a causa delle sue condizioni di salute. Il don è spirato nella notte tra martedì 28 e mercoledì 29 maggio 2024.
Nonostante l'avversione di mamma e papà alla vocazione sacerdotale, fin da piccolo coltivò l'amore per il Signore e per la sua chiesa. La sua voglia di farsi prete la sentì nel cuore fin da subito. All'età di 11 anni entrò nel seminario arcivescovile di Seveso e poi continuò gli studi al Ginnasio. Venne ordinato sacerdote il 27 giugno del 1964, all'età di 24 anni.
La sua prima meta fu la parrocchia di San Rocco a Seregno, dove rimase per ben 22 anni. Dieci anni li passò all'oratorio maschile, altri 7 al femminile e, infine, gli ultimi 5 in parrocchia. Poi per oltre 30 anni ha guidato la parrocchia di Sant'Anastasia a Villasanta.
Vulcanico e controverso
Quello che doveva dire lo diceva senza troppi fronzoli, senza guardare in faccia nessuno. Così molti villasantesi ricordano il carattere vulcanico del sacerdote lecchese che con i suoi anni trascorsi a Villasanta è entrato di diritto nei personaggi storici del paese. Nonostante le sue famose prese di posizione (durante gli ultimi anni se la prese addirittura con Babbo Natale definendolo "ciccione ubriacone") il sacerdote ha portato a compimento la chiesa rendendola accogliente (un vero gioiello), ha ristrutturato l’oratorio femminile, il centro Don Gervasoni e la chiesa di Sant’Alessandro, ha costruito due campi da calcio per l’oratorio e per la Cosov, società calcistica adiacente e ha realizzato il suo più grande sogno: donare alla comunità il grande organo che si trova nella chiesa di Sant'Anastasia.
Le campane, una storia infinita
Scorrendo la lunga vita pastorale di don Ferdinando impossibile non ricordare la questione riguardante le campane della chiesa di Sant'Anastasia che gli hanno procurato più di un pensiero. Infatti il don venne condannato dal tribunale di Monza per via delle campane moleste a seguito di un lungo ed un’estenuante braccio di ferro, poi finito in Tribunale, con un gruppo di abitanti della parrocchia di Sant’Anastasia. Il sacerdote è stato condannato in sede penale a pagare un’ammenda di 200 euro in quanto, come recita la sentenza, "abusando dell’uso delle campane della chiesa in tempo diurno e notturno, disturbava il riposo e le occupazioni delle persone residenti in prossimità della chiesa".
La storia fonda le proprie radici nel luglio del 2014, quando due vicini di casa del don si dissero disposti a trascinare in tribunale il parroco per disturbo della quiete pubblica se il rumore causato dai rintocchi non fosse stato ridotto. Per dimostrare la loro tesi fecero fare ad alcuni tecnici analisi sonore che in effetti stabilirono che un numero di decibel era di molto superiore al consentito dalla legge. Una battaglia a cui poi aderirono altri villasantesi. Don Ferdinando, a sua volta spalleggiato da centinaia di parrocchiani decisi a difendere una tradizione, tentò di trovare una soluzione condivisa pur di evitare l’iter giudiziario. Tutto inutile. La querelle finì dunque in Tribunale a Monza con una causa penale e una civile. La sezione penale ha emise il verdetto di «colpevolezza» per il parroco a cui appunto venne comminata la sanzione pecuniaria di 300 euro, poi ridotta a 200 euro in considerazione del fatto che il parroco era povero.