Diastasi addominale post-parto: come riconoscerla e curarla

Ecco tutto quello che ogni donna dovrebbe sapere sulla diastasi dei muscoli retti addominali in gravidanza e dopo il parto.

Diastasi addominale post-parto: come riconoscerla e curarla
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Che cos’è la diastasi addominale?

La diastasi addominale è un’eccessiva separazione longitudinale delle due parti che costituiscono il muscolo retto addominale. In questa condizione è riconoscibile un vero e proprio “buco” sulla linea alba, cioè quella zona di tessuto connettivo che in condizioni normali mantiene vicini i fasci muscolari.

 

Quali sono le cause e i fattori di rischio della diastasi addominale

La causa principale di diastasi nelle gestanti consiste nell’eccessivo stiramento della parete addominale, provocato dalla pressione interna data dall’accrescimento dell’utero.

Tra i possibili fattori di rischio si identifica:
• Predisposizione ereditaria;
• Donna in età superiore ai 35 anni;
• Peso elevato del feto;
• Gravidanza gemellare;
• Gravidanze precedenti.

I sintomi della diastasi addominale

Durante la gravidanza la linea alba tende a sfilacciarsi, perdendo di conseguenza la sua elasticità fisiologica. Si crea quindi una sorta di rigonfiamento longitudinale centrale, dovuto alla pressione dell’utero sui tessuti addominali. Questo rigonfiamento tende ad aumentare e diventare sempre più visibile man mano che si avvicinano gli ultimi mesi della gestazione.

La diagnosi medica di diastasi viene effettuata attraverso un esame obiettivo e un esame ecografico e può essere definita tale quando la distanza tra i due retti dell’addome è di almeno 2,7 centimetri. Frequentemente la risoluzione è spontanea nelle 8 settimane seguenti il parto; i tessuti riprenderanno l’elasticità e la densità naturale, con graduale diminuzione della profondità e delle dimensioni del buco.
Se questa condizione invece persiste, è probabile trovarsi in presenza di una diastasi addominale post parto.

Le conseguenze della diastasi addominale

La diastasi addominale è un problema più comune e significativo di quel che si possa pensare (studi scientifici indicano una prevalenza del 30% nelle donne in fase post parto). Questa condizione è legata non solo ad un problema estetico, che può causare un disagio psicologico alla donna, ma anche e soprattutto ad un problema funzionale, per l’indebolimento della parete addominale, che può portare alla formazione di ernie epigastriche e ombelicali, alla disfunzione dei muscoli che costituiscono il pavimento pelvico (incontinenza, prolasso…) e a dolori lombo-pelvici.

Ecco come curarla: fisioterapia o intervento chirurgico

La diastasi addominale può avere diversa entità e gravità. Nella maggior parte dei casi il trattamento conservativo fisioterapico è l’approccio considerato dalla comunità scientifica come l’unico metodo di trattamento che può determinare una diminuzione o la risoluzione del problema.
L'intervento chirurgico va preso in considerazione solo nelle situazioni più gravi o in caso di un fallimento del trattamento conservativo. L’intervento consiste in un'addominoplastica, cioè la ricostruzione della parete addominale, diminuendo al massimo la distanza tra le due fasce del retto addominale. Anche nel caso di addominoplastica, la fisioterapia svolge un ruolo fondamentale sia pre che post intervento, per arrivare all’operazione nelle migliori condizioni possibili e successivamente facilitare un miglior recupero dei tessuti e prevenire un’eventuale recidiva futura.

Gli esercizi da non fare

In caso di diastasi addominale secondo la letteratura scientifica vanno evitati tutti gli esercizi che causano rigonfiamento della parete addominale, che coinvolgono i muscoli obliqui dell’addome (rotazione del busto), sollevare oggetti pesanti in maniera scorretta.
Attenzione anche agli attacchi di tosse violenta! In questo caso è consigliabile porre le mani sull’addome comprimendolo per facilitare l’azione dei muscoli ed evitare che la diastasi possa peggiorare a causa dell’aumento di pressione addominale.

Gli esercizi da fare

Sulla riduzione della diastasi addominale gli studi scientifici confermano l’azione positiva degli esercizi. Un programma corretto ed efficace prevede un lavoro attivo specifico e mirato per rinforzare il muscolo trasverso dell’addome (posto in profondità nella parete addominale), il controllo posturale, l’educazione su tecniche appropriate nel sollevamento di carichi e una riabilitazione adeguata della muscolatura del pavimento pelvico.

Durante la gravidanza, sotto il controllo di un fisioterapista esperto, è possibile eseguire un’attività fisica specifica e adattata alla condizione, evitando sforzi eccessivi, attivando e rinforzando la parete addominale ed il pavimento pelvico. In questo modo si riduce il rischio di diastasi addominale post parto.

Diastasi addominale: ecco a chi rivolgersi

È di fondamentale importanza evitare il fai-da-te e rivolgersi ad un fisioterapista esperto e preparato, che sappia valutare la situazione, programmare il trattamento più specifico e adatto alle necessità della singola persona e indicare quali comportamenti evitare per non peggiorare la situazione.
MedinMove è un centro nel cuore di Lecco specializzato nella valutazione, gestione e prevenzione della diastasi post parto, attraverso programmi specifici e personalizzati e soprattutto attraverso la fisioterapia ecoguidata, cioè l’utilizzo dell’ecografo durante le sedute per monitorare l’evoluzione in maniera istantanea e precisa.

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