Detenuto appicca il fuoco in cella: paura e intervento d’emergenza nel carcere di Lecco
Tre agenti intossicati e nuovo allarme sulla sicurezza.

Detenuto appicca il fuoco in cella: paura e intervento d’emergenza nel carcere di Lecco. Questa mattina, domenica 3 agosto 2025, un principio di incendio si è sviluppato all’interno della casa circondariale di Pescarenico, a Lecco, scatenando tensione e mobilitando immediatamente le forze di soccorso.
Detenuto appicca il fuoco in cella: paura e intervento d’emergenza nel carcere di Lecco
Le fiamme sono partite da una delle sezioni della struttura penitenziaria situata in via Cesare Beccaria 9, provocando una densa colonna di fumo. L’allarme è scattato intorno alle 8 e ha richiesto l’intervento immediato dei Vigili del Fuoco e dei sanitari del 118. I pompieri sono riusciti a circoscrivere il rogo e a domare le fiamme prima che potessero propagarsi ulteriormente, mentre i soccorritori hanno prestato assistenza a diverse persone presenti sul posto. Tre poliziotti sono stati trasportati in pronto soccorso per intossicazione da fumo e uno è stato portato all’ospedale di Lecco per accertamenti.
A fornire maggiori dettagli è Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE): “Tre poliziotti sono ricorsi in Pronto Soccorso per intossicazione. Questa mattina un detenuto di origine straniera ha dato fuoco alla propria cella per ragioni ancora da accertare. Immediato l’intervento del personale di Polizia Penitenziaria e dei Vigili del fuoco che sono riusciti a domare le fiamme.”
Greco rinnova il “plauso del SAPPE al personale del carcere di Lecco che ha saputo gestire con fermezza e professionalità la situazione”, ed auspica che “chi ha ruoli di responsabilità regionale dell’amministrazione penitenziaria, in particolare gli organi del Dap, provveda entro breve tempo a potenziare le attività di formazione e aggiornamento professionale, anche in termini di prevenzione anti-incendio”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, aggiunge: “Abbiamo apprezzato molto, ed apprezziamo, quel che il Governo ha fatto per il Corpo di Polizia Penitenziaria, sia in termini di assunzioni che di modifiche normative a favore dell’operatività dei Baschi Azzurri. I responsabili degli atti di violenza in carcere devono essere assolutamente puniti. Se sono detenuti stranieri devono essere subito espulsi dall’Italia. Se invece sono connazionali, devono finire di scontare la pena in un’isola, magari riaprendo Pianosa e l’Asinara. E se invece si trattasse di detenuti con problemi psichiatrici, ebbene si riaprano gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari! Chiunque aggredisce un appartenente alle Forze di Polizia nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali, aggredisce non solo la persona fisica ma attacca lo Stato. Lo stesso chi devasta le carceri. E la risposta deve essere ferma e tale da impedire gravi fenomeni di emulazione.”
Il segretario generale del SAPPE richiama, infine, il discorso qualche settimana fa del Capo dello Stato Sergio Mattarella e le sue indicazioni per superare l’emergenza penitenziaria: “è particolarmente importante che il sistema carcerario disponga delle risorse necessarie, umane e finanziarie, per assicurare a ogni detenuto un trattamento e un regime di custodia che si fondino su regole basate su valutazioni attuali per ciascuno, con obiettivo rivolto al futuro. E tutto questo, come ha ricordato il Presidente della Repubblica, questo deve essere fatto per rispetto dei valori della nostra Costituzione; per rispetto del nostro lavoro; per rispetto della storia del Corpo di Polizia penitenziaria; per rispetto dei suoi Caduti: vittime del terrorismo, della criminalità. E che ricordiamo con commozione.”