Decreto Sicurezza, Casatenovo approva una mozione molto critica

Favorevole la maggioranza, contrarie invece le minoranze di centro-destra e M5S.

Decreto Sicurezza, Casatenovo approva una mozione molto critica
Pubblicato:
Aggiornato:

Una ferma critica al Decreto Sicurezza (divenuto ormai legge) è giunta ieri sera dal Consiglio comunale di Casatenovo, che ha approvato una mozione con i voti dei consiglieri di maggioranza. Contrarie invece le minoranze di centro-destra e M5S.

Casatenovo contro il decreto sicurezza

E’ molto forte, oltre che unica nel territorio meratese e casatese, la presa di posizione assunta dal Consiglio comunale di Casatenovo ieri sera. Lo stimolo è giunto da una mozione proposta dal gruppo Persone e idee per Casatenovo che nella sua prima versione impegnava il sindaco a promuovere ogni iniziativa per sospendere gli effetti delle legge facendo ricorso all’Anci e anche alla Corte Costituzionale. "Sono molti gli elementi di negatività che vengono introdotti da questa legge - ha affermato il capogruppo Alfio Sironi - Si fa riferimento ad esempio a disposizioni urgenti, che stridono con i dati del Ministero dell’Interno, che parla di 23mila migranti giunti in Italia nel 2018 a fronte dei 177mila del 2016: dove starebbe l’emergenza?".

Contrarie le minoranze

Critico, come del resto era prevedibile, l’approccio dei gruppi di minoranza. "Con questa mozione si chiedono impegni impossibili, come può un sindaco rifiutarsi di applicare una legge? - ha chiesto il consigliere di “Più Casatenovo” Marcello Paleari - Non è questa la sede per sollevare obiezioni alla costituzionalità o meno della legge". Stringato l’intervento del pentastellato Christian Perego, che ha appoggiato il collega di opposizione: "Credo anche io che il Consiglio comunale non debba occuparsi di questi temi" ha tagliato corto.

L'analisi di Galbiati

Il sindaco Filippo Galbiati, che nel ruolo di presidente dei sindaci del distretto di Lecco ha seguito da vicino il tema dell’accoglienza, ha sintetizzato il pensiero della sua maggioranza. "Il sistema di Sprar è stato riconosciuto come un modello positivo che ha permesso a paesi piccoli di integrare i richiedenti asilo nel loro tessuto sociale. Abbiamo creato 94 posti, eravamo pronti ad arrivare a 174 ma il Ministero dell’Interno ad agosto ha negato la nostra richiesta, evidentemente in vista del decreto divenuto poi legge. E’ un peccato aver vanificato questa esperienza, anche perché ora applicando questa legge si presentano rischi gravi. Nel sistema Sprar lecchese esistono 15 persone ritenute vulnerabili, nei Cas ce ne sono 26: molte di loro sono pazienti psichiatrici, attualmente in cura. Ci sono poi i minori o le madri con bambini. Sono persone che non possono essere lasciate per strada, un sindaco per legge è tenuto a individuare per loro una collocazione, con costi insostenibili per un piccolo paese. Nella logica del “prima gli italiani”, per collocare queste persone si toglierebbero risorse proprio ai cittadini di quella comunità". La mozione è passata con i soli voti della maggioranza. Il Consiglio non chiede più al sindaco di "disobbedire" alla legge, ma a fare pressioni insieme all’Anci per "correggerne gli effetti negativi".

Seguici sui nostri canali