Domani sera

"Covid-19, si può vivere così": Costruiamo il Futuro propone una riflessione con due ospiti di spessore

L’appuntamento è per giovedì 17 dicembre alle 21 in diretta streaming sui canali Facebook e YouTube della Fondazione

"Covid-19, si può vivere così": Costruiamo il Futuro propone una riflessione con due ospiti di spessore
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"Covid-19: Si può vivere così?". È il tema dell’incontro digitale promosso dalla Fondazione Costruiamo il Futuro per capire come affrontare e vivere questo periodo di emergenza. L’appuntamento previsto per giovedì 17 dicembre, alle ore 21, in diretta streaming sui canali Facebook e YouTube della Fondazione vedrà la presenza di due grandi relatori come monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia – Guastalla e il professor Sergio Harari, direttore di Pneumologia presso la Clinica San Giuseppe a Milano.

"Covid-19, si può vivere così"

Come possiamo vivere nella nuova condizione determinatasi con la pandemia? È possibile un tentativo di vita “normale” in questo momento di forte emergenza?
Queste domande, che tanti si pongono in questo periodo – l’imprenditore alle prese con il lavoro che viene meno, la mamma con i figli a casa da scuola, il medico oberato di lavoro in ospedale – hanno mosso la Fondazione Costruiamo il Futuro a promuovere l’incontro. E Maurizio Lupi, presidente della Fondazione, dialogherà con due persone in prima linea per le responsabilità che rivestono come monsignor Camisasca e il professor Harari. "Quello che è accaduto ha cambiato il nostro modo di vivere: ha limitato i nostri diritti istituzionali, ha fermato la scuola e le nostre possibilità di incontro, che hanno sempre caratterizzato la vita di tutti noi - esordisce l’onorevole Lupi - Nella prima fase abbiamo affrontato con difficoltà  questo virus che nessuno conosceva, abbiamo visto dominare la coesione e la solidarietà, prevalere lo spirito di unità nazionale e il riconoscimento ai medici eroi.  Andando avanti in questa situazione eccezionale - che ha limitato la nostra libertà - il disagio ha preso il sopravvento. E noi vogliamo affrontare queste domande. A partire dal tema del linguaggio perché se si parla di distanziamento sociale si mette in crisi lo stare insieme che è l’essenza della comunità, meglio quindi parlare di distanziamento fisico. C’è poi il tema della scuola dove si vive insieme un’educazione continua e che svolge una grande integrazione sociale e culturale che la Dad non può colmare".

Le conseguenze del virus nella riflessione proposta da Costruiamo il futuro

Questa pandemia che rischia di modificare anche la vita sociale di tutti noi, secondo Lupi, deve essere affrontata in modo diverso. "Basta con questi Dpcm che diffondono paura e criminalizzano pure i nostri giovani, perché se chi ha responsabilità decide di aprire le discoteche poi non può scaricare le colpe sui ragazzi: le persone vanno in discoteca per divertirsi, per ballare… Meglio fare appello alla responsabilità delle persone, puntare sull’educazione e non sulle sanzioni. Ci sono molti aspetti che si possono affrontare diversamente, dall’economia al distanziamento fisico, ed è questo l’obiettivo nel nostro incontro".

Ospiti d'eccezione

I due ospiti sono stati invitati ad intervenire per il loro significativo contribuito al dibattito pubblico sulle conseguenze nella vita di tutti dello stato di emergenza in cui è il nostro Paese.

Monsignor Camisasca ha scritto di recente una lettera ai sacerdoti della sua diocesi raccomandando loro di aiutare la gente perché non ceda a una visione paranoica della realtà. «Non bisogna permettere – scrive - che si diffondano timori esagerati, occorre aver chiaro che le ragioni della fede sono le ragioni della vita: Dio non ci abbandona, ci prende per mano (…) Senza demordere e con tutte le attenzioni dovute dobbiamo continuare a vivere».

Il professor Harari, oltre a essere un medico in prima linea per la lotta al Coronavirus, collabora con il Corriere della sera, ha raccontato la sua esperienza diretta come malato Covid-19 e ha recentemente proposto un’agenda del futuro, per poter affrontare una potenziale terza ondata dell’epidemia. Afferma Harari nell’articolo scritto insieme a Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano: "Da mesi ormai viviamo in una condizione surreale e quasi schizofrenica, divisi tra due sentimenti diversi; un conflitto interno a noi stessi e molto profondo sta minando i nostri principali valori. Il conflitto lacerante tra le ragioni della salute individuale e della sanità pubblica e le altrettanto valide ragioni del lavoro, del sistema produttivo, della scuola e dell’università, dell’equilibrio sociale e della difesa delle situazioni più fragili (…). Per questo crediamo che sia arrivato il momento dell’unità e della consapevolezza, quella che ci porta ad accettare che entrambe queste realtà coesistano senza contrapposizioni. Senza tifoserie da talk show, senza che opinionisti e leader politici continuino in divisioni che alla lunga finirebbero per logorarci".

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