Lutto

Coronavirus: Lecco piange don Franco Carnevali

E' stato coadiutore a San Nicolò per tanti e gloriosi anni dal 1976 fino al 1990.

Coronavirus: Lecco piange don Franco Carnevali
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La notizia ha sconvolto la città di Lecco e tutti quelli che hanno avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo. È morto don Franco Carnevali, coadiutore a San Nicolò per tanti e gloriosi anni dal 1976 fino al 1990.

Addio a don Franco Carnevali

Nato Legnano il 12 dicembre del 1952, don Franco era stato ordinato sacerdote nel 1976 e aveva subito iniziato la sua avventura a San Nicolo come coadiutore. Era stato parroco di Gallarate negli anni Duemila, fino al 2012; mentre negli ultimi anni ha svolto l'incarico di responsabile della comunità pastorale Santissima Trinità di Monza, che raccoglie le parrocchie di San Carlo, del Sacro Cuore e di San Giuseppe. Negli scorsi giorni don Franco Carnevali era stato ricoverato all'ospedale di Milano ed era risultato positivo al Coronavirus. Le sue condizioni però si sono aggravate ed è deceduto nella giornata di oggi, domenica 22 marzo, per complicazioni celebrali legate al Covid-19.

Don Milani: "L'intera Diocesi piange un grande prete"

"E' l'intera Diocesi di Milano che piange questo grande prete perché tutti in Diocesi l’hanno conosciuto per il suo grande impegno nell'Azione Cattolica e nella pastorale giovanile, come infaticabile educatore dei giovani e che mostrava a loro la strada di Gesù - ha ricordato il prevosto di Lecco, don Davide Milani - Anche io ho avuto la fortunata di lavorare con lui nel Consiglio Episcopale milanese. Poi era stato mandato a Gallarate e negli ultimi anni nelle parrocchie di Monza. Lo piange in particolare anche Lecco perché intere generazioni di giovani tra gli anni Settanta e Ottanta sono cresciuti con lui quando era coadiutore della parrocchia di San Niccolò. Mi ricordo, infatti, quando ero giovane e non ero ancora entrato in seminario che seguivo l'oratorio di Valgreghentino dove sono nato. Spesso venivamo a Lecco da don Franco perché ci dava una mano a gestire gli oratori e ci incoraggiava".

Mercoledì una Messa a porte chiuse per don Franco

"La nostra città sta piangendo tanti lutti e tra questi si è aggiunto anche l'amato don Franco - ha aggiunto don Milani - Mercoledì sera (25 marzo, ndr) in Basilica celebrerò una Messa a porte chiuse per ricordare don Franco e tutti i morti nel Lecchese e non solo che sono scomparsi in questi tristi settimane e non hanno avuto un funerale".

La vice sindaco Bonacina: "Una persona a me cara"

Lo ricorda con grande affetto anche il vice sindaco di Lecco, Francesca Bonacina. "Don Franco era una persona a me cara perché sono cresciuta nella parrocchia di San Nicolò. Lo ricordo come una persona che ha dedicato la sua vita a cercare di educare alla fede tutti i suoi parrocchiani e tutte le persone che incontrava. Ha sempre avuto un attenzione particolare all'integrazione della Chiesa e dell'oratorio con la città e con il mondo che c'è fuori dalla parrocchia. Osservava la vita quotidiana in modo attuale e moderno, sempre attento a quello che accadeva intorno a noi e guardando anche alla vita socio politica. E' arrivato a Lecco molto giovane, ma era riuscito ad entrare nel cuore di tutti grazie alla sua capacità di guardare oltre i confini della parrocchia, educando anche generazioni di giovani ad avere questo sguardo rivolto all'integrazione".

Il direttore della Caritas Ambrosiana: "Sono cresciuto con lui"

"L'ho avuto come coadiutore dai 15 ai 30 anni e sono stati quindici anni importanti della mia vita - ha detto il direttore della Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti, ricordando il primo incontro con don Franco e la sua passione per il calcio - La prima volta che l'ho conosciuto era in una partita di calcio. Don Franco ha accettato di giocare e ci ha fatto vedere che era veramente un campione. Mi ricordo inoltre che io avevo giocato in difesa e lui in attacco, così è toccato a me l'arduo compito di provare a marcarlo".

"La notizia della sua scomparsa ha portato un grande dolore - ha aggiunto Gualzatti - Don Franco era una persona che amava la chiesa e voleva trasmettere questo suo amore anche ai giovani, con intelligenza e senza mai essere banale. Con lui abbiamo vissuto dei momenti molto intensi e forti. Ho avuto la fortuna di ritrovato anche in Diocesi a Milano, quando sono entrato in Caritas e ho collaborato anche qui con lui. Ci ha aiutato sempre a fare il bene della Chiesa, con il suo modo molto appassionato e capace di vedere un po' il senso delle cose a lungo termine".

 

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