Il virus e i ragazzi

Coronavirus, gli alunni raccontano le loro giornate senza la scuola

A spiegare l'iniziativa  Francesco Riva, preside della Scuola secondaria  1° "Massimiliano Kolbe" Lecco. 

Coronavirus, gli alunni raccontano le loro giornate senza la scuola
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Coronavirus, gli alunni della Kolbe di Lecco raccontano le loro giornate senza la scuola.  A spiegare l'iniziativa  Francesco Riva, preside della Scuola secondaria  1° "Massimiliano Kolbe" Lecco.  "In questi giorni di “riposo forzato”, mentre il ministero dell’Istruzione attiva una task force per sostenere gli istituti attraverso strategie di didattica a distanza (giustamente, non fraintendetemi); mentre la mail della segreteria della scuola si riempie di offerte commerciali di piattaforme e strumenti digitali a supporto dei docenti e degli studenti costretti a casa; mentre i genitori inviano richieste di aiuto per riempire il vuoto delle giornate senza compiti... Mentre accade tutto questo io e i miei insegnanti abbiamo sentito il bisogno di aiutarci e aiutare i nostri ragazzi a guardare con verità a questo tempo così strano: come reagire? Farsi prendere dalla paura e chiudersi in casa a far nulla? Saltare il disagio che questa situazione genera e proporre una scuola-in-casa per andare avanti e non pensarci?".

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Coronavirus, gli alunni della Kolbe raccontano le loro giornate senza la scuola

"Abbiamo sentito, innanzitutto noi adulti, l'esigenza di non perdere l'occasione di vivere e far vivere ai nostri alunni questa condizione all'altezza del desiderio del nostro cuore, che è prima di tutto desiderio di bellezza e felicità. Non è forse questo lo scopo dell'educazione? Ci siamo chiesti e abbiamo rilanciato la domanda ai nostri studenti: queste giornate "senza scuola" possono non essere vuote? Il virus che ci sta bloccando in casa è in grado di bloccare anche il nostro desiderio?  Così abbiamo proposto ai ragazzi di raccontarci quello che di bello stanno facendo in questi giorni. Nessuna espressione di matematica, non elenchi di verbi irregolari da studiare, ma una semplice provocazione: «Come sto usando del “tempo libero” di questi giorni? È solo un “tempo vuoto” o l’occasione di riscoprire la bellezza che ci circonda, anche usando i miei talenti e la mia creatività?".

La lettera di una alunna di terza media

"Le risposte che ci stanno arrivando, e che abbiamo deciso di condividere con tutta la comunità attraverso i nostri canali social, sono sempre più sorprendenti delle nostre aspettative e dei nostri pensieri, come testimonia la lettera di una alunna di terza media" aggiunge Riva

 

«L’arrivo del Coronavirus mi ha colta di sorpresa […] Ho cercato di sfruttare questo tempo a casa per cercare di distrarmi dalla paura. Mai avrei immaginato che da una situazione di disagio potesse nascere qualcosa di buono! […] Spesso mi capita di vivere delle giornate senza sosta, che tra un impegno e l’altro non permettono di pensare, la fretta sembra quasi divorare il mio desiderio. [...] Invece, annullate le attività scolastiche e sportive, ho sviluppato la necessità di riempire ogni attimo con una riflessione, un ricordo, un’attività o un passatempo. […] Questo periodo non è per nulla facile, è molto più facile invece lasciarsi intimidire dalla situazione. Spero che il nostro paese e tutto il mondo riescano a superare questa grande difficoltà, non vedo l’ora che le condizioni migliorino e che si torni alla normalità. Nell’attesa continuo a cercare la bellezza anche in questa complessa realtà». 

 

"Uno spettacolo ai nostri occhi e un aiuto a noi adulti a riscoprire il vero senso del nostro agire come insegnanti e educatori: risvegliare l'umano che c'è in ciascuno di noi, riaccendere i desideri profondi del nostro cuore, unico vero antidoto al vuoto che sempre più ci circonda".

 

 

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