Gli operatori della sanità privata entrano in sciopero per il rinnovo del contratto fermo da 12 anni.
Cisl sul piede di guerra: “La firma del rinnovo non è più rinviabile”
“E’ un contratto che interessa una platea di circa 300mila lavoratrici e lavoratori in Italia. La firma di questo contratto non è più rinviabile”, tuona Franca Bodega, segretaria Cisl Fp Monza Brianza Lecco. Per questo martedì 18 giugno, 50mila lavoratori lombardi (che soddisfano quasi la metà dei bisogni di assistenza sanitaria e socio assistenziale riabilitativa della regione) incroceranno le braccia con un presidio sindacale unitario dalle 9.30 alle 13.30 davanti alla sede di Assolombarda in via Pantano a Milano.

Nella provincia di Lecco sono coinvolti mille operatori
Nella sola provincia di Lecco sono più di 1000 i lavoratori che attendono il rinnovo del contratto da 12 anni. “Sono i dipendenti di enti a cui tutti i giorni i cittadini del lecchese si rivolgono per ottenere prestazioni sanitarie e/o riabilitative – aggiunge la Bodega – Parliamo, tra gli altri, di eccellenze quali l’Associazione La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, il presidio di Villa Beretta di Costa Masnaga, la Casa di Cura Talamoni e Mangioni Hospital di Lecco, i cui dipendenti offrono le medesime prestazioni dei colleghi della sanità pubblica ma a condizioni economiche/contrattuali decisamente inferiori”.
I sindacati puntano il dito contro le controparti datoriali
I sindacati puntano il dito contro le controparti Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari) perché, in tema di risorse economiche, hanno avanzato la richiesta che siano le Regioni a farsi carico dei costi contrattuali del rinnovo. “Ci attendiamo un’adesione massiccia per poter dare una spallata al muro delle associazioni datoriali – conclude la segretaria della Cisl Fp – Riteniamo che chi fa lo stesso lavoro meriti lo stesso salario e gli stessi diritti della sanità pubblica”.