Centro sportivo: "La multa è pura invenzione"
A Galbiate la battaglia continua
Il legale della famiglia Recalcati, Francesco Marco Bianchi fa luce sulla situazione.
L'intervento del legale
"Ritengo doveroso intervenire per smentire o correggere le numerose (e purtroppo ennesime) falsità e inesattezze diffuse per conto del Comune e dell’Associazione Sportiva. In primo luogo i 50.000 euro sono frutto di un’invenzione di controparte, forse voluta al fine di far credere che i miei assistiti siano animati da volontà speculativa per cercare di porli in cattiva luce. La domanda giudiziale contenuta negli atti processuali non contiene alcuna somma, posto che viene invocata solo una liquidazione equitativa".
Le chiusure di agosto
"Il provvedimento del tribunale di Lecco, in merito agli orari, ha imposto la propria decisione solo su alcuni periodi, posto che per la maggior parte dell’anno sugli orari vi era l’accordo delle parti. I miei assistiti non hanno mai richiesto, infatti, una limitazione dell’attività sportiva dei ragazzi (ed infatti durante l’anno sportivo, da ottobre a maggio, per ciò che concerne i ragazzi, non c’è alcuna limitazione pregiudizievole all’attività), ma hanno chiesto che venisse data un a regolamentazione a quelle che sono in prevalenza le attività diverse da quelle specificatamente sportive. Quindi se oggi Comune e Associazione, dopo aver espressamente dato la loro disponibilità alla chiusura del centro per il periodo di agosto, vogliono cambiare ancora idea, è l’ennesima dimostrazione che non è possibile fare affidamento su eventuali accordi. Il beach volley risulta sacrificato non certo per volontà dei miei assistiti".
Le prime segnalazioni a metà degli anni Novanta
"E’ doverosa una premessa storica: la questione “rumore” con le prime segnalazioni al Comune da parte dei miei assistiti ha inizio nella seconda metà degli anni ’90. Solo nel 2006, quindi dopo parecchi anni di inutili lamentele, hanno decidono di agire giudizialmente chiedendo al tribunale un accertamento tecnico preventivo nei confronti degli organizzatori delle feste estive - precisa il legale -. Il risultato delle analisi fu un superamento dei livelli di emissione previsti dalla normativa amministrativa nelle giornate non coperte da deroghe comunali e anche della normale tollerabilità secondo i parametri civilistici. Comune e Gs Sala al Barro ben pensarono non solo di continuare le proprie abitudini creando disturbo, ma decisero di ampliare il centro investendo ingenti somme. La domanda sorge spontanea, perché questa scelta date le premesse?".
Ampio servizio con l'intervista all'avvocato Bianchi sul Giornale di Lecco in edicola lunedì 6 novembre.