IL CASO

Calolziocorte: Il caso dell'antenna telefonica di Sala finisce in tribunale

Il pagamento di un canone di 800 euro all’anno invece che i 13 mila euro stabiliti. Questa la pretesa avanzata al Comune dalla società che da tempo gestisce l’antenna

Calolziocorte: Il caso dell'antenna telefonica di Sala finisce in tribunale
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Calolziocorte: Il caso dell'antenna telefonica di Sala finisce in tribunale. Il pagamento di un canone di 800 euro all’anno invece che i 13 mila euro stabiliti. Questa la pretesa avanzata al Comune dalla società che da tempo gestisce l’antenna per la telefonia mobile collocata nella zona industriale dei Cantelli, nella frazione di Sala.

Calolziocorte: Il caso dell'antenna telefonica di Sala finisce in tribunale

Una richiesta avanzata già qualche anno ma che il Comune, ovviamente, non ha accettato e in seguito alla quale i pagamenti del canone pattuito sono stati sospesi.

A parlarne, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, è stato il sindaco >tag_nome<Marco Ghezzi>res<, aggiornando i colleghi sugli equilibri di bilancio e parlando degli incarichi che saranno affidati a professionisti per questioni di vario genere, tra cui quelle legali. Il borgomastro ha ricordato come, precedentemente al suo insediamento, «il contratto prevedeva che la società versasse all’amministrazione un canone di 21 mila euro. Successivamente, tale cifra era stata rideterminata al ribasso e si era scesi a 13 mila euro all’anno. Da qualche tempo basandosi su una interpretazione della legge, sostengono che non devono darci più di 800 euro all’anno. Noi riteniamo di essere nel giusto e quindi non abbiamo mai accettato tale proposta».

Conti alla mano, secondo quanto riferito dal sindaco, nelle casse del Comune a mancare non è tuttavia soltanto il canone dello scorso anno ma anche quello delle due annualità precedenti. «Complessivamente - ha aggiunto Ghezzi - l’ammontare degli arretrati è di circa 52 mila euro e comprendono i canoni per gli anni non versati e le spese».

Per questo motivo, come annunciato in Consiglio comunale, gli amministratori di Calolziocorte hanno stabilito di procedere con l’affidamento di un incarico a un legale in modo da portare la questione in tribunale. In questo modo, o il contenzioso sarà risolto da una sentenza di un giudice oppure si arriverà a una transazione.

Secondo quanto riferito dallo stesso primo cittadino, quanto sta accadendo a Calolziocorte, sarebbe già avvenuto in altre zona del territorio dove gli operatori, che all’inizio avevano accettato di occupare i terreni a fronte di canoni piuttosto elevati, nel corso degli anni hanno poi unilateralmente ridotto le cifre.

«Le compagnie telefoniche fanno leva principalmente su due argomenti per ottenere una riduzione dei canoni: il principio della proporzionalità sancito dal Codice delle comunicazioni elettroniche e l’interesse pubblico alla diffusione delle infrastrutture digitali. Sostengono che canoni elevati ostacolano lo sviluppo delle reti 4G e 5G, violando la normativa nazionale ed europea che impone criteri trasparenti, non discriminatori e giustificati. Richiamano inoltre l’obbligo per i Comuni di applicare tariffe eque e motivate, adeguate al valore del suolo, evidenziando che l’onerosità comporta una discriminazione rispetto alla concorrenza. Spesso, tutto finisce con una transazione» la chiosa di Ghezzi.

 

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