Fiamme gialle

Bancarotta fraudolenta: 6 arresti e sequestrati due immobili da 5 milioni di euro nel Lecchese

Maxi inchiesta coordinata dalla Dia, la  Direzione Distrettuale Antimafia 

Bancarotta fraudolenta: 6 arresti e sequestrati due immobili da 5 milioni di euro nel Lecchese
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Bancarotta fraudolenta: 6 arresti e sequestri due immobili da 5 milioni di euro nel Lecchese. Questo il bilancio della maxi inchiesta coordinata dalla Dia, la  Direzione Distrettuale Antimafia  culminata oggi, giovedì 8 giugno con l'esecuzione da parte finanzieri del Comando Provinciale di Milano di  sei misure cautelari (tre in carcere, uno agli arresti domiciliari e due con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) nei confronti di altrettanti indagati.  Bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale e trasferimento fraudolento di valori: queste le ipotesi di reato.  Una maxi inchiesta che ha portato anche al sequestro preventivo dell’intero capitale sociale di una società che possiede un immobile del valore di 2,8 milioni di euro. 

Bancarotta fraudolenta: 6 arresti

Le attività investigative, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano e coordinate dalla locale Autorità giudiziaria , hanno consentito di ricondurre la reale proprietà complesso immobiliare, situato nel Comune di Calco a due persone  con  numerosi precedenti per reati economico-finanziari di natura fraudolenta (bancarotta, frode fiscale, riciclaggio, abusivismo finanziario) e in contatto con soggetti appartenenti a consorterie di ‘ndrangheta.

Legami con la 'Ndrangheta

In particolare le indagini hanno svelato che gli indagati utilizzavano   prestanomi, veicoli societari fittizi ed articolati negozi giuridici. Tutto questo con l'obiettivo di riciclare capitali illeciti provenienti da numerosi reati tributari e fallimentari e ad eludere le misure di prevenzione patrimoniale previste dalla normativa antimafia.

Truffa aggravata per ottenere  erogazioni pubbliche

Nel corso delle indagini, sono inoltre emerse ipotesi di truffa aggravata per ottenere  erogazioni pubbliche a carico di una delle società riconducibili agli indagati, che aveva richiesto una contribuzione  da parte di  SIMEST S.p.A. ( società del Gruppo CDP che dal 1991 sostiene la crescita delle imprese italiane all'estero) , del valore di oltre un milione di Euro, per la metà circa già incassato, in relazione ad attività di internazionalizzazione nei contesti geografici dell’Ucraina, della Russia e dell’Albania, che sarebbero
risultate false.

 Sotto sequestro pure una villa da due milioni di euro a Casatenovo

Non solo ma  è in corso di esecuzione un ulteriore decreto di sequestro preventivo emesso in via d’urgenza dal Pubblico Ministero, riferito ai beni nella disponibilità di uno degli indagati tratti in arresto, di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Quest'ultimo provvedimento finalizzato alla cosiddetta confisca allargata riguarda, in particolare, una villa a due piani di 700 mq circondata da un ampio giardino di 5.000 mq all’interno di un residence di Casatenovo del valore di oltre 2 milioni di euro.

Si cerca il contante anche con i cani

Attualmente sono in corso perquisizioni nelle province di Milano, Torino, La Spezia, Monza-Brianza, Napoli e Lecce che vedono impiegate anche unità cinofile del Corpo per la ricerca di denaro contante (cash-dog).

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