Allarme polmonite, i casi sono 235. Gallera “Curva epidemica in lieve calo”

Le persone attualmente ricoverate sono  196, mentre in 12 hanno rifiutato ricovero o sono già dimesse. Un decesso (si tratta del meratese Antonio Mandelli morto sabato all’ospedale di Desio), 12 casi di legionella confermata (compreso uno dei decessi).

Allarme polmonite, i casi sono 235. Gallera “Curva epidemica in lieve calo”
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Allarme polmonite, i casi salgono a 235. Gallera “Curva epidemica in lieve calo. Stiamo facendo tutto il possibile per fare chiarezza”.

Allarme polmonite, i casi salgono a 235

Salgono a 235 i casi di polmonite registrati nell’ultima settimana nel bresciano e nell’alto mantovano e nel cremonese. E’ quanto afferma in una nota diramata dalla regione Lombardia l’assessore al Welfare Giulio Gallera. I comuni maggiormente interessati (almeno con 5 casi) sono: Carpenedolo, Montichiari, Asola, Remedello, Calvisano, Acquafredda, Desenzano, Isorella, Visano.

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I dati aggiornati

Di seguito i dati aggiornati alle 20 di ieri, lunedì 10 settembre: il maggior numero di casi si è registrato nelle giornate di giovedì 6 e venerdì 7. Le persone attualmente ricoverate sono  196, mentre in 12 hanno rifiutato ricovero o sono già dimesse. Un decesso (si tratta del meratese Antonio Mandelli morto sabato all’ospedale di Desio), 12 casi di legionella confermata (compreso uno dei decessi).
I casi clinicamente impegnati e ricoverati in reparti di terapia intensiva sono 9. Tra questi un 29enne bresciano ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza in gravi condizioni.

Gallera “Curva epidemica in lieve calo”

“Insieme alle ATS coinvolte, stiamo facendo tutto il possibile per fare chiarezza. Dai risultati delle indagini fin qui eseguite mi sento di tranquillizzare tutti, i cittadini in primis, sul fatto che la curva epidemica appare in calo – ha dichiarato l’assessore al welfare Giulio Gallera. Il numero crescente di casi che stiamo fornendo rappresenta una fotografia dell’ultima settimana, frutto di indagini sempre piu’ dettagliate”.

L’assessore ha quindi ricostruito quanto successo negli ultimi giorni ricordando che, nel tardo pomeriggio di giovedi’ 6 settembre, il Dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria
dell’ATS Brescia e’ stato allertato per un accesso in numero superiore a quello atteso in analogo periodo (a partire dal 2 settembre) al Pronto Soccorso di Montichiari di persone che
presentavano un quadro di polmonite. E’ stata quindi immediatamente avviata un’indagine per identificare l’agente coinvolto e l’eventuale origine.

Colpiti soprattutto gli uomini

I soggetti interessati sono prevalentemente maschi (circa 70%), anziani o con patologie che comportano immunodepressione e/o fattori di rischio quali il fumo. Si stanno raccogliendo anche eventuali caratteristiche comuni come la frequentazione di ambienti, sia lavorativi che di svago o di attività commerciale; la partecipazione ad eventi. Ma ad oggi non sono emersi evidenze significative in tal senso.

Escluso il virus

Da subito, stante i quadri clinici e di laboratorio, e’ stato escluso che si trattasse di un virus. Sono stati ricercati i possibili batteri interessati: legionella, pneumococco, coxiella, in quanto
possibili agenti di polmoniti “di comunità”.

Le conferme per legionellosi dei 12 casi, che si sono concentrate il 10/9 (fino a lunedi’ mattina i casi confermati erano 2), orientano quindi ulteriormente l’indagine
epidemiologica verso un cluster di legionellosi.

Sono quindi in corso specifiche azioni volte a identificare la fonte e le modalità di trasmissione del batterio. Per quanto riguarda la rete di distribuzione dell’acqua potabile – ha aggiunto Gallera – sono stati convocati da subito i gestori degli impianti di distribuzione dell’acqua potabile per verificare eventuali interconnessioni delle reti tra i comuni: tale evenienza e’ stata
esclusa. Sono comunque stati effettuati campionamenti alla rete idrica (piu’ di 50 punti campionati) e presso le abitazione dei soggetti con diagnosi di legionellosi. Mentre sono in programma campionamenti nelle torri di raffreddamento di insediamenti industriali della zona.

Un unico punto in comune

Unico punto in comune fino a questo momento risulta essere il fatto che tutti i comuni interessati si trovano nei pressi del percorso del fiume Chiese: un’evidenza, sottolineano dalla Regione, unita al periodo di ‘secca’ dell’estate, ed alla presenza di derivazioni per irrigazione dei campi, che viene tenuta in considerazione, anche se non trova particolari riscontri in letteratura scientifica.

 

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