Coronavirus: le vittime sono 7 VIDEO
E' morto il paziente lodigiano ricoverato al Sant’Anna. Era stato trasportato per le cure alla struttura sanitaria comasca. Settima vittima italiana.
AGGIORNAMENTO ore 20 Coronavirus: le vittime sono 7. Come riportano i colleghi di primacomo.it é morto il paziente lodigiano ricoverato da sabato al Sant’Anna di San Fermo della Battaglia.
Coronavirus: settima vittima italiana
È mancato nel tardo pomeriggio di oggi, 4 febbraio 2020, l’uomo residente nel lodigiano che aveva contratto il virus . Areu aveva deciso di trasferirlo al reparto Malattie Infettive della struttura sanitaria comasca. Era ricoverato in terapia intensiva ma la sua situazione era critica in quanto aveva patologie pregresse. 62 anni e residente a Castiglione d’Adda, é arrivato a Como dall’ospedale di Codogno.
Aggiornamenti da Regione sul Coronavirus: 6 decessi. L'ultima vittima è un uomo di 80 anni, residente a Castiglione d’Adda.
E’ iniziata poco prima delle 17.30 la conferenza stampa che ha visto protagonisti il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera. «Questo è il primo giorno in cui le nostre misure hanno trovato applicazione - ha esordito il governatore Attilio Fontana - La popolazione sta reagendo positivamente, a parte le corse all’approvvigionamento che si sono verificate ieri. Volevo rassicurare i cittadini sul fatto che tutto funziona e che la vita non è cambiata. Aspettiamo pertanto che le misure adottate diano i primi risultati; a queste si aggiungeranno a breve le misure di salvaguardia che il Governo sta adottando a sostegno dei lavoratori e delle attività imprenditoriali e commerciali che stanno subendo danni da questa situazione».
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I tamponi per rilevare il Coronavirus
Quanto ai tamponi, l’assessore al Welfare Giulio Gallera ha voluto fare un’importante precisazione. «All'inizio, quando i casi erano pochi, la strategia era quella di fare i tamponi a tutti i contatti diretti delle persone contagiate per cercare di ricostruire il percorso del virus e circoscriverlo. Questo modo di procedere, che è stato adottato fino a ieri (domenica, ndr), ha permesso di notare che il 50% delle persone positive al Coronavirus è senza sintomi. Da ieri abbiamo quindi deciso di mettere in isolamento a casa le persone entrate in contatto con quelle positive al virus e di farle monitorare dall’Ats, che le chiama due volte al giorno: se la persona ha uno stato febbrile anche minimo, arriva un’ambulanza che la porta in ospedale e a quel punto gli fanno il tampone». E’ stato infine ricordato di ricorrere al numero verde 800.89.45.45 in caso di sospetto Coronavirus, e non al 112 che altrimenti non riesce a svolgere le sue funzioni.
Aggiornamenti da Regione sul Coronavirus: 6 decessi
"Siamo a 172 casi, oggi siamo a 1.500 tamponi processati, c’è un’indagine estremamente approfondita e questo sta portando ad evidenziare diversi casi. Dei casi evidenziati il 30% sono femmine, il 70% maschi. Abbiamo cinque decessi in Lombardia (uno in Veneto), l’ultimo dei quali era stato uno dei primi individuato positivo (di Castiglione D’Adda individuato al sacco). Tutti con quadri clinici particolare e relativi a persone anziane".
L’assessore al Welfare ha fatto chiarezza sui numeri del contagio alle 17 di oggi, lunedì 24 febbraio 2020.
E’ un virus che si diffonde velocemente e che ha delle conseguenze principalmente in persone anziane e con patologie pregresse. Sottolineiamo anche che sono circolate una fake news a firma presidente Fontana e ministro della Salute circa un’ordinanza fasulla. Ancora più spiacevole nella zona rossa ci sono stati gli “sciacalli” che si sono introdotti nelle case delle persone dicendo che erano stati inviati per fare screening. Non fate entrare nessuno se voi non avete chiesto l’invio di qualcuno per farvi il tampone. Solitamente si presentano i carabinieri con un medico o un infermiere.
Le decisioni e le direttive
Ieri c’è stata l’ordinanza del presidente Fontana per quanto riguarda la zona gialla. Abbiamo incontrato i sindaci della Lombardia, che ringraziamo per l’impegno e la mobilitazione. Hanno fatto alcune riflessioni in merito alle applicazioni dell’ordinanza, per la quale abbiamo precisato alcuni aspetti. La filosofia è evitare gli assembramenti: quindi ogni sindaco può decidere di integrarla ad hoc. Tutti i servizi di pubblica utilità saranno aperti, il personale svolgerà anche le operazioni di front office con le mascherine. Per quanto riguarda i mercati settimanali, l’ordinanza vieta mercati e apertura dei centri commerciali (eccetto banchi o negozi con alimentari) il sabato e la domenica. Le manifestazioni fieristiche e le sagre sono sospese, mentre nessun limite allo svolgimento dei Consigli comunali e regionali (domani si volgerà il Consiglio regionale).
Gallera ha anche specificato alcune cose che erano rimaste dubbie e che erano state richieste sia ai sindaci che alla Regione.
Per quanto riguarda gli esercizi commerciali (bar, locali notturni, intrattenimento) sono chiusi dalle 18 alle 6, eccezion fatta per i bar degli hotel e i ristoranti che hanno il bar, ma solo per servire i clienti che ivi si recano per mangiare. I ristoranti sono aperti. Per quanto concerne le visite in casa di riposo sono consentite, ma una persona alla volta. Sospese le attività in piscine, centri benessere, centri termali, palestre, centri ludici. Le attività all’aperto (ok allenamento squadra di calcio) sono aperte, ma non si può usare lo spogliatoio. Consentite le attività per gli atleti professionisti. Cerimonie civili e religiose consentite, ma con numero limitato di persone. Scuole chuse nel senso più ampio del termine.
Numero verde Regione
Coloro che riscontrano sintomi influenzali o problemi respiratori non devono andare in pronto soccorso, ma devono chiamare il numero verde unico regionale 800.89.45.45 che valuterà ogni singola situazione e spiegherà che cosa fare. Per informazioni generali chiamare invece il 1500, numero di pubblica utilità attivato dal Ministero della Salute.
I casi e il focolaio di Coronavirus
Il tema del paziente zero oggi per noi in termini statistici ha un interesse estremamente relativo. La continua evidenza di casi su quel territorio ci fa capire che da lì si passa e c’è il focolaio. C’è un nesso tra zona rossa lombarda e focolaio veneto? A oggi non ci sono elementi.
Le raccomandazioni
Raccomandiamo a tutti i cittadini di rispettare le misure igieniche per le malattie a diffusione respiratoria quali:
1) lavarsi spesso le mani con soluzioni idroalcoliche,
2) evitare i contatti ravvicinati con le persone che soffrono di infezioni respiratorie,
3) non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani,
4) coprirsi naso e bocca se si starnutisce o tossisce,
5) non prendere antivirali o antibiotici se non prescritti,
6) contattare il numero verde regionale solo per la zona di Codogno interessati dall’ordinanza 800.89.45.45 o il 112 se hai febbre o tosse o sei tornato dalla Cina da meno di 14 giorni.