Aborto sicuro in Lombardia: sabato la Cellula Coscioni in piazza a Lecco

Sergio de Muro: "Raccoglieremo firme per la proposta di legge regionale di iniziativa popolare intesa al rispetto delle regole dettate dalla legge 194 sulla interruzione volontaria di gravidanza tanto vituperata in questi ultimi giorni".

Aborto sicuro in Lombardia: sabato la Cellula Coscioni in piazza a Lecco
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Aborto sicuro in Lombardia: sabato la Cellula Coscioni  di Lecco sarà in piazza Garibaldi a Lecco  per raccogliere le firme "sulla proposta di legge regionale di iniziativa popolare intesa al rispetto delle regole dettate dalla legge 194 sulla interruzione volontaria di gravidanza tanto vituperata in questi ultimi giorni" spiega Sergio De Muro.

Aborto sicuro in Lombardia

"La campagna Aborto al sicuro nasce dalla constatazione che in Lombardia le donne faticano a vedere riconosciuto il proprio diritto ad un aborto sicuro, a ricevere informazioni sulla sua prevenzione e ad accedere ad ogni metodo contraccettivo, d’emergenza e non" sottolineano i promotori della raccolta firme. "In concomitanza alle difficoltà di accesso ai servizi, si registrano sempre più frequenti notizie relative all’aumento numerico degli aborti clandestini, soprattutto in esito all’impiego di farmaci abortivi acquistati via Internet, con tutti i rischi che ne conseguono per la salute delle donne in particolare quelle in posizione di maggiore fragilità".

La più importante iniziativa messa in campo per il momento con la campagna è quindi  una proposta di legge di iniziativa popolare regionale  che mira ad introdurre a livello regionale una serie di soluzioni che possano facilitare l’applicazione della L. 194/78 in Lombardia. E proprio sabato gli attivisti a Lecco raccoglieranno le firme.

La proposta di legge in 10 punti

1) Le informazioni (procedure, accesso ai servizi) sull’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) saranno comprensibili, esaustive e facili da reperire anche online e per telefono.
2) Qualunque consultorio o ambulatorio regionale potrà prendere appuntamenti in ogni territorio regionale, senza imporre alla donna estenuanti ricerche o code.
3) Le attività, la qualità dei servizi e la loro omogeneità sul territorio saranno monitorate annualmente e sarà promossa l’implementazione e una maggiore efficienza dei servizi, ove necessario.
4) I consultori familiari diventeranno i primari coadiutori delle attività ospedaliere per la fruizione dei servizi di IVG e saranno riqualificati per: fornire migliore assistenza (anche grazie all’eventuale potenziamento delle attrezzature) e partecipare ad alcune fasi delle procedure di IVG (es. aborto farmacologico, oltre alla certificazione).
5) Tutte le strutture ospedaliere garantiranno la gestione dei casi urgenti in tempi brevi e certi.
6) Sarà eliminato l’obbligo di ricovero per l’IVG farmacologica grazie a day hospital a più accessi, e si potranno svolgere alcune fasi della procedura anche presso il consultorio.
7) Le strutture accreditate per le prestazioni di procreazione medicalmente assistita e di diagnosi prenatale dovranno assicurare continuità terapeutica alle donne che richiedano l’aborto in esito a diagnosi di anomalie fetali o di rischi per la paziente, accompagnando la donna nelle proprie scelte.
8) Le donne che richiedono l’IVG riceveranno, durante o subito dopo la seduta, una consulenza contraccettiva e, se richiesto, saranno forniti e/o applicati gratuitamente contraccettivi (inclusi quelli a lungo termine) presso l’ospedale.
9) Alle donne che non riescono a reperire farmaci contraccettivi di emergenza sarà fornita assistenza per immediato reperimento.
10) La Regione istituisce e finanzia corsi di formazione e di aggiornamento sulle tecniche chirurgiche e farmacologiche di interruzione della gravidanza, sulla contraccezione, nonché su tematiche epidemiologiche, psicologiche e sociologiche correlate.

La legge 194

Ricordiamo che la legge 194, che ha legalizzato l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia, ha sottratto  decine di migliaia di donne, spesso minorenni, alla tragedia delle mammane e dell’aborto clandestino. Era il 22 maggio 1978 quando la legge fu approvata, dopo anni di battaglie soprattutto da parte dei Radicali, per poi venire definitivamente confermata dal fallimento del referendum abrogativo del 1981.

 

 

 

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