4 Novembre in piazza degli Eroi
A Merate affidato al vicesindaco Procopio il discorso commemorativo della festa dell'Unità Nazionale e delle Forze armate
Cerimonia commemorativa del 4 Novembre in città ieri mattina a Merate
4 Novembre celebrato in chiesa e in piazza
Istituzioni, Alpini, Carabinieri, Vigili del fuoco, Forze armate e la Banda Sociale. tante le rappresentanze che hanno accompagnato il corteo per le vie di Merate fino a piazza degli Eroi. Qui il vicesindaco Giuseppe Procopio ha tenuto il suo discorso commemorativo nella giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze armate.
La manifestazione ha avuto inizio alle 10.30 con la celebrazione della Messa in memoria dei Caduti di tutte le guerre nella Chiesa Parrocchiale Sant’Ambrogio. Al termine della celebrazione, le autorità, accompagnate dalla Banda Sociale Meratese, si sono dirette verso il Monumento ai Caduti dove è stata deposta la corona d’alloro, suonato e cantato fieramente l’inno nazionale.
Il discorso del vicesindaco
In piazza si è tenuto anche il discorso del vicesindaco davanti a più di un centinaio di cittadini di ogni età.
«Questa giornata deve servire ai giovani, perché in un momento di guerre senza confini non perdano le nostre tradizioni e si ricordino della nostra storia, del nostro popolo e dei principi che portiamo - ha esordito Procopio - Grazie alle donne e agli uomini armati italiani che difendono la Patria e promuovono la Pace. Viviamo in un Paese dove ai militari non viene chiesto di combattere e di lottare per ottenere territori o per perseguire la guerra, ma la nostra Costituzione, che valorizza e promuove la fratellanza tra popoli».
Sintetico, chiaro, rivolto ai più giovani e focalizzato sui valori occidentali. In un momento dove troppo spesso siamo costretti ad osservare e a riportare tragedie legate a chi «ha l’obiettivo di distruggere il nostro modo di vivere», occorre non perdere la nostra identità nazionale ed europea. Ovvero conoscere la storia, capire il valore della Resistenza, della difesa dei propri ideali e del proprio essere. Ma anche parlare con i più anziani, confrontarsi con loro, farsi raccontare chi siamo stati per capire chi siamo e decidere chi vorremo essere.