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Varenna: terminati i lavori a Villa Monastero e al Giardino botanico

Nuove piantumazioni, restauri di statue e fontane, rifacimento della facciata e del tetto grazie a oltre 2 milioni di finanziamenti

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Nuovo splendore per la Casa Museo e il Giardino botanico di Villa Monastero. Sono ormai terminati gli imponenti lavori di riqualificazione promossi dalla Provincia di Lecco, anche grazie a finanziamenti esterni.  Attraverso un finanziamento di 800mila euro del Fondo per la Cultura messo in campo dal Ministero a cui se ne sono aggiunti altri 200mila della Provincia stessa, per un totale di un milione di euro, sono stati eseguiti i lavori sulla facciata della villa e il rifacimento della copertura oltre al recupero di un bellissimo terrazzo sul lago da sempre inaccessibile, mentre i lavori al giardino botanico sono stati interamente finanziati per 1.780.073,81 euro dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) all'interno del "Bando Pnrr per la valorizzazione dei parchi e giardini storici".

Varenna: terminati i lavori a Villa Monastero e al Giardino botanico

Un lavoro corale e di collaborazione tra il personale della villa, gli uffici provinciali, i progettisti e gli enti sovracomunali, in particolare la Sovrintendenza e l'architetto Matteo Sintini. I lavori hanno preso il via a novembre e sono praticamente nelle fasi conclusive, tanto che la Villa riaprirà le visite al pubblico il 2 marzo. Ad aggiornare su quanto fatto e a permettere una prima visita del compendio di Villa  Monastero è stata organizzata una conferenza stampa, questa mattina, mercoledì 28 febbraio 2024. Dopo i saluti e i ringraziamenti da parte di Alessandra Hofmann, presidente della Provincia di Lecco, sono intervenuti i tecnici incaricati del progetto Valerio Cozzi, architetto landscape designer, e Marco Cristiano Valsecchi, architetto. Infine un commento anche sulle mostre che compongono la prossima stagione da parte di Anna Ranzi, Conservatore Villa Monastero. Citata anche la ditta appaltatrice "Ati Rappo - Vanoni Giardinaggio" con il capocantiere Luciano che è stato un punto di riferimento costante per la sistemazione delle zone verdi.

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Le agavi vandalizzate dai turisti

Le nuove piantumazioni nel Giardino botanico

"I lavori sono stati importanti, si è trattato di restaurare componenti architettoniche, razionalizzare le acque e valorizzare il giardino botanico, rendendo la visita comoda e sicura - ha spiegato Cozzi - Sono state fatte tutte le indagini e i rilievi del caso e da lì è poi partito lo studio minuzioso nella scelta delle piantumazioni". Sono state rilevate davvero delle informazioni interessanti: nel parco sono stati piantati tre ulivi che hanno il genoma dell'ulivo del Lario (un'operazione non facile, tanto che le piante sono state trovate nelle Marche), poi altri tipi di arbusti sono stati reperiti in Francia e in Europa. Questo perché si è cercato di ritornare all'origine, di riportare piante autoctone del territorio ma anche piante che da sempre fanno parte della storia del giardino. L'attenzione si è spostata anche su una piccola siepe di bosso, pare l'unica tipologia esistente, almeno in Italia, in quanto le talee sono state impiantate direttamente nel terreno; poi attenzione alle maestose aloe e agavi, delle piante grasse bellissime e antiche, che purtroppo sono state vandalizzate dai turisti che hanno preso la terribile abitudine di firmare il loro passaggio nel giardino incidendo le lunghe foglie verdi. "Un comportamento incivile - ha spiegato l'architetto - e per questo metteremo cartelli appositi in cui vietare una cosa del genere". Rifatti poi praticamente tutti gli impianti, compreso quello di illuminazione che terminerà a breve e che comprenderà anche la totale sostituzione dei lampioni "urbani" lungo il viale con dei lampioni in ferro battuto ad arco, così come l'unico ancora esistente che risale all'epoca del '700 ed è stato recuperato dai professionisti. Si è lavorato infine sulla regimazione delle acque che spesso creavano enormi pozzanghere nei viali, è stata rifatta una fontanella rinominata "del sorriso" e sono diventati per la prima volta accessibili due bellissimi terrazzamenti su cui sorgeranno anche, nascosti, alcuni pannelli fotovoltaici in grado di dare elettricità a tutte le luci.

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L'architetto Valerio Cozzi

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L'architetto Marco Valsecchi

Il restauro di statue e fontane e la nascita del "Giardino delle monache"

Importante anche il restauro delle statue e delle fontane, come spiegato dalla restauratrice Paola Bassani: "Siamo intervenuti sul complesso della "Clemenza di Tito", concentrandoci sulla pulizia. Stessa cosa per le balaustre, la fontana delle ninfee e le due statue che all'interno del parco ci sono sembrate quelle in condizioni più critiche. Ora è normale che si crei un effetto un po' stridente a confronto con gli altri monumenti che hanno bisogno di restauro, però d'altronde da qualche parte bisognava iniziare". Creato, infine, un piccolo orto di piante officinali denominato "Giardino delle monache", così come poteva essere un orto curato proprio dalle monache e dai frati del tempo. "Sono state create delle cassettine di legno e in ognuna di esse trovano posto piante officinali, medicamentose e le aloe, che erano davvero preziose. Tanto che abbiamo scoperto che venivano anche dall'altra sponda del lago per averle", ha raccontato l'architetto Simona Basilico. Qui trovano posto anche gli ulivi del Lario e, poco più sopra, un ulivo vivente che risale al '700.

Il restauro della facciata, del tetto e del loggiato della villa

L'illustrazione è proseguita con l'architetto Marco Cristiano Valsecchi che si è occupato invece dei lavori sulla villa: "Abbiamo rifatto la copertura ed eliminato il sottocoppo in amianto, poi restaurato i comignoli, gli elementi lapidei e quelli in ferro. Infine c'è stato il ripristino di questo bellissimo terrazzo collegato da un ponticello alla villa che abbiamo chiamato "La Glorietta" e che si trova sopra allo splendido loggiato con un arco del '700, proprio di fronte al punto di attracco delle barche".

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Barbara Pirovano

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