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Stadio Rigamonti Ceppi, tra investimenti e convenzione: il futuro resta incerto

Serve responsabilità: dibattito acceso sullo stato dell’impianto

Stadio Rigamonti Ceppi, tra investimenti e convenzione: il futuro resta incerto

Il destino dello stadio Rigamonti Ceppi  di Lecco è tornato protagonista in Consiglio comunale ieri, lunedì 17 novembre 2025, con proposte che hanno trovato pieno sostegno anche tra le forze di minoranza. A riguardo, il consigliere Corrado Valsecchi ha presentato una mozione.

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Lorella Cesana, rappresentante di Lecco Ideale, ha sottolineato l’importanza di tutelare l’impianto: «Abbiamo un gioiello di stadio, ma la struttura non è all’altezza. Serve attenzione, perché è un bene pubblico al pari del teatro, di Villa Manzoni e della Piccola».

Duro l’intervento di Filippo Boscagli, di Fratelli d’Italia, che ha evidenziato la sproporzione tra le spese comunali: «Se si trovano 190mila euro per i fiori, si possono reperire fondi anche per garantire uno stadio a norma, senza deroghe e senza rattoppi da parte dei privati». Sulla stessa linea Stefano Parolari della Lega, che ha invitato a chiarire le prospettive: «Dobbiamo riprendere in mano la questione per capire cosa vogliamo e cosa possiamo fare».

Dal fronte della maggioranza è arrivata la proposta di Alberto Anghileri (Con la sinistra cambia Lecco), che ha chiesto a Valsecchi di ritirare la mozione per lavorare insieme a un testo condiviso da approvare nel prossimo consiglio. L’idea, ribadita anche da altri consiglieri, è di concentrare l’attenzione non tanto su singoli interventi tecnici, quanto sulla convenzione che regola l’utilizzo dello stadio.

Niccolò Paindelli, del Partito Democratico, ha chiarito: «Occorre avviare un dialogo istituzionale in vista del rinnovo della convenzione ventennale, che scadrà tra due anni. Il Comune deve fare la sua parte, ma il nodo non sono i tornelli o la cabina elettrica: è la convenzione».

A ricordare gli investimenti già sostenuti è stato Saulo Sangalli, capogruppo di Fattore Lecco: «In questi anni il Comune ha destinato oltre 1,6 milioni di euro allo stadio, andando anche oltre quanto previsto dalla convenzione. La mia speranza è che si trovino privati disposti a investire, così da garantire alla squadra di restare nelle categorie più alte. La priorità resta rivedere la convenzione».

A chiudere il dibattito è intervenuto Emilio Minuzzo, che ha posto domande dirette e pungenti: «Lo stadio è un bene nostro o no? Cosa vogliamo fare? Porta prestigio e ritorno alla città? Possiamo valutare la struttura anche diversamente?».

Minuzzo ha insistito sulla necessità di rivedere la convenzione ormai prossima alla scadenza e ha criticato l’idea di affidarsi a soluzioni temporanee: «La soluzione non può essere sperare che qualcun altro metta le risorse. Vogliamo davvero affidare un campionato a un generatore a gasolio? Serve responsabilità da parte di tutti. Piange il cuore vedere che tutto cade a pezzi, ci aspettavamo risposte da chi amministra. Occorrono buonsenso e buon gusto istituzionale».

Andrea Gianviti