Settimana corta a Galbiate, i genitori del “no” chiedono chiarezza: «Scelta totalmente inaspettata e non comunicata».
Volano stracci tra famiglie e docenti: «Gestione poco trasparente e poco partecipativa del processo decisionale. Dibattito condizionato dall’Amministrazione Comunale»
Il caso della settimana corta alla secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo di Galbiate è una questione più che aperta, tanto che ormai – dopo essere finita in un dibattito politico tra minoranza e maggioranza settimane addietro – si è sostanzialmente arenata su due fronti; sorprendentemente, non riguardanti più il “sì” e il “no” dell’introduzione della settimana corta a discapito di quella lunga (attualmente istituita), bensì una vera e propria discussione sulla democrazia e la trasparenza delle modalità con cui è stata intrapresa la faccenda.
Settimana corta a Galbiate, i genitori del “no” chiedono chiarezza: «Scelta totalmente inaspettata e non comunicata».
Dopo le dichiarazioni dei genitori che rappresentano la “maggioranza” favorevole all’introduzione della settimana corta, giunte al Giornale di Lecco (e pubblicate sul numero cartaceo uscito questa mattina, lunedì 23 dicembre 2024) che sollevavano «molti interrogativi» sulla manovra dell’ex dirigente scolastico Guido Vitileia di non voler introdurre la settimana corta per l’a.s. 2025/26 nonostante la delibera n. 20 del Consiglio d’Istituto del 7 ottobre e un sondaggio in data 2 dicembre, dove il 75,10% delle famiglie (ovvero 389) avevano votato a favore del cambio di orario. A bloccare la delibera, infatti, ci ha pensato il Collegio docenti, l’altro organo collegiale dell’Istituto. Vitileia ha dato manforte, dato che: «Di fronte a posizioni così discordanti tra i due organi collegiali, il dirigente scolastico si trova nell’impossibilità di procedere».
«Le famiglie chiedono risposte chiare e motivate – spiegano i genitori – affinché questa vicenda non venga archiviata senza un approfondimento. È necessario ripristinare un dialogo trasparente e rispettoso tra tutte le parti coinvolte».
Nel frattempo, settimana scorsa è successo di tutto: lunedì una protesta pubblica delle famiglie favorevoli al cambio d’orario (con tanto di striscioni) fa da cornice al Consiglio comunale, dove il dibattito si è acceso con parte della minoranza che definisce una “pagliacciata” tale gesto dimostrativo (termine su cui a onor del vero ha concordato anche il sindaco Piergiovanni Montanelli nella stessa sede); il dirigente Guido Vitileia si dimette e al suo posto subentra la reggente Carmela Merone; proprio lei interverrà all’ennesimo Cdi suscitando tranquillità da parte dei genitori, quelli esterni al Consiglio ma favorevoli al cambio d’orario, che l’hanno definita «Estremamente competente, decisa e attenta».
La settimana si chiude così, e le vacanze di Natale per qualcuno potevano essere un modo per far calmare le acque e rimandare la questione ai primi di gennaio, momento in cui riaprono le scuole (anche per evitare di far andare di traverso panettone e spumante). Tuttavia, proprio questa mattina ci è pervenuta una lettera di quel 24,90% (ovvero 116) di genitori che hanno votato contrario all’introduzione della settimana corta; la stessa minoranza che in Consiglio comunale l’opposizione ha accusato l’Amministrazione di «non voler ascoltare», supportata anche dal Collegio docenti. All’interno della lettera si sottolinea di come la delibera del 7 ottobre sia giunta «totalmente inaspettata», poiché i genitori non sono stati: «In alcun modo informati, dai nostri rappresentanti eletti a livello istituzionale, che fosse imminente una volontà deliberatoria in merito da parte del Cdi». Di seguito riportiamo la lettera nella sua interezza:
«Siamo un gruppo di genitori di ragazzi/e che frequentano le classi del tempo prolungato della scuola secondaria dell’ICS di Galbiate e non sosteniamo la modalità con cui è avvenuta l’approvazione della “settimana corta”. Siamo consapevoli di essere una minoranza, ma ci sembra importante che la nostra posizione venga ascoltata, affinché si possano trovare soluzioni condivise a garanzia che ogni modifica dell’orario scolastico non comprometta la qualità formativa che riteniamo fondamentale per i nostri figli. Desideriamo, inoltre, fare chiarezza su questa vicenda che, a nostro dire, è stata gestita senza un corretto coinvolgimento e una comunicazione trasparente. In questi ultimi due mesi abbiamo portato avanti le nostre istanze e le nostre richieste solo attraverso i canali ufficiali previsti dalla scuola. Oggi abbiamo deciso di interrompere l’abituale riserbo, dopo aver constatato che gli appelli alla ripresa di un dialogo sereno, avevano invece prodotto continue dichiarazioni aberranti divulgate a mezzo stampa e sui social.
La delibera del Consiglio d’Istituto del 07/10/2024, relativa alla rimodulazione dell’orario scolastico, che intendeva introdurre la “settimana corta” già a partire dall’anno 2025/2026, ci è giunta totalmente inaspettata, poiché noi, come molti altri genitori, non siamo stati in alcun modo informati, dai nostri rappresentanti eletti a livello istituzionale, che fosse imminente una volontà deliberatoria in merito da parte del CdI. Come famiglie non siamo state coinvolte in alcuna indagine conoscitiva da parte della scuola, non eravamo a conoscenza di una proposta concreta da parte della Commissione tempo scuola riguardo la rimodulazione dell’organizzazione della secondaria, non siamo stati interpellati per capire, come genitori di ragazzi che già frequentavano la scuola, quale fosse la nostra opinione ed il nostro orientamento.
Di fronte alla Delibera ci siamo trovati nell’incertezza e soprattutto nella necessità di comprendere come si potesse rimodulare l’articolazione del tempo scuola per tutti gli indirizzi di studio, a ciclo già intrapreso, dal momento che, nella stessa, non veniva avanzata alcuna proposta oraria. In modo particolare era importante capire come fosse possibile mantenere la scelta compiuta da noi famiglie del prolungato, che non è mai stata quella di “parcheggiare” i nostri figli due pomeriggi alla settimana, ma di continuare ad offrire loro una proposta formativa distintiva ed altamente qualificante che il tempo prolungato sappiamo può garantire. Abbiamo quindi inviato richieste di chiarimenti al CdI ed alla reggente, dott.ssa M.P. Riva, chiedendo di poter intraprendere un dialogo con una richiesta di incontro poiché, nel frattempo, abbiamo avuto modo di visionare il verbale della Commissione tempo scuola. Abbiamo così constatato che il CdI non aveva in alcun modo seguito gli step definiti per l’eventuale adozione della settimana corta, cioè: svolgimento del monitoraggio esplorativo per la valutazione della proposta di revisione del tempo scuola, verifica di eventuali indicazioni di legge circa la necessità di approvazione da parte dei già frequentanti la scuola secondaria, non era mai stato esplicitato quale dovesse essere l’allineamento con la Dirigente e da ultimo, ma non meno importante, un nuovo passaggio in Collegio Docenti/Consiglio di istituto.
Non avendo ricevuto alcuna risposta, non appena è avvenuta la designazione del nuovo dirigente, il dr. Vitileia, abbiamo cercato immediatamente un dialogo con lui. Il resto è inutile descriverlo, dal momento che è stato ampiamente trattato.
Solamente lunedì 16 dicembre è stato concesso un incontro, promosso da alcuni rappresentanti dei genitori, tra il Dirigente scolastico, una rappresentanza del corpo docenti, una rappresentanza del CdI e dei rappresentanti dei genitori della secondaria e della primaria.
L’incontro ha portato a chiarezza di alcuni passaggi fondamentali degli avvenimenti di questi mesi almeno in chi si è dimostrato aperto ad un dialogo costruttivo e non ad alimentare un attacco di parte nei confronti dei docenti.
L’incontro è avvenuto in un clima di grande tensione, soprattutto per l’atteggiamento aggressivo di alcuni genitori. È stato spiacevole aver appreso come i docenti non abbiamo potuto partecipare al processo decisionale di una questione riguardante prettamente l’attività scolastica, non siano stati informati in prima persona della Delibera e non siano stati nemmeno messi nelle condizioni di poter dialogare con noi genitori in modo diretto ed ufficiale per poter spiegare le loro posizioni quali professionisti dell’educazione. Probabilmente con un coordinamento dirigenziale più attento, ponderato e trasparente si sarebbe favorito fin da subito un dialogo costruttivo evitando lo scontro aperto fra le varie componenti della comunità educante.
Le nostre perplessità non sono quindi legate all’idea di una “settimana corta” in sé, ma alla gestione poco trasparente e poco partecipativa del processo decisionale. Riteniamo che ogni cambiamento importante come questo dovrebbe essere oggetto di un confronto aperto tra la comunità educante e tutte le famiglie, e non dovrebbe essere condizionato dall’Amministrazione Comunale, che deve avere quale interesse la tutela delle istanze di tutti i cittadini, operando per favorire un clima sereno e di fiducia in cui svolgere il confronto.
Pensiamo da ultimo che tutti i genitori nonché genitori e insegnanti dovrebbero agire non “l’un contro l’altri armati” ma uniti dal desiderio di fare il bene dei ragazzi. Pertanto, chiediamo di smorzare i toni affinché si ritrovi l’alleanza educativa che permetta a noi genitori e agli insegnanti di guidare i nostri ragazzi nel percorso di crescita che farà di loro uomini e donne capaci di cambiare il mondo (frase rubata ad una insegnante della scuola secondaria).
Per farlo dobbiamo dare noi il buon esempio».
Andrea Marcianò