Sciopero generale: venerdì 16 Sindacati sotto il palazzo del Prefetto
Braccia incrociate per quattro ore "contro la legge iniqua di Bilancio" al varo del Governo Meloni. Diego Riva (Cgil): "Azione necessaria per rimettere al centro il mondo del lavoro che non è ascoltato"
A Lecco lo sciopero generale convocato dalle sigle sindacali Cgil e Uil per venerdì 16 dicembre sarà manifestato con un presidio davanti alla Prefettura. Dalle 9 alle 11.30 "saremo in corso Promessi Sposi per interpellare l'istituzione più importante dopo il Governo nazionale. Consegneremo al prefetto Sergio Pomponio le nostre istanze perché le trasmetta a Roma" hanno annunciato il segretario di Cgil Lecco Diego Riva e Giuseppe Incorvaia, segretario organizzativo di Uil Lario Como Lecco.
Sciopero generale come un anno fa contro il Governo Draghi
Le rivendicazioni affidate alla mobilitazione sindacale di venerdì prossimo sono state illustrate questa mattina nella sede lecchese della Cgil in via Besonda. "Occorre dare coerenza e continuità alla nostra azione di rivendicazione dei diritti e delle tutele dei lavoratori. Esattamente un anno fa avevamo indetto lo sciopero generale per manifestare la nostra contrarietà alla legge di Bilancio del Governo Draghi. Da allora i problemi sono solo peggiorati" ha detto Riva. "Il mondo del lavoro non è ascoltato. Occorre rimetterlo al centro. Chiaro che la nostra azione non terminerà qui. Lo sciopero costa caro a chi lo fa, tanto più in una situazione di crisi e di inflazione a due cifre come quella odierna. Per noi è un investimento che mira ad ottenere da questo Governo la discussione sulla legge di Bilancio che non c'è stata".
Contro la Flat Tax, i condoni fiscali e gli extra profitti
La questione sul tavolo è appunto la nuova Legge di Bilancio. "I provvedimenti contemplati dal Governo Meloni vanno nella direzione sbagliata" il giudizio tranchant. "Questa Finanziaria non risponde in maniera equa a tutti i cittadini italiani, ma solo alla parte più ricca del Paese" e ancora: "quado una forza politica vince le lezioni ha il dovere di corrispondere alle aspettative di tutta la cittadinanza, non solo del suo elettorato".
La Flat Tax a favore del lavoro autonomo (aliquota del 15% fino a 85mila euro di reddito) è un esempio di questa sbilanciata equità. "La Flat Tax non rispetta il principio costituzionale di solidarietà e universalità: chi prende di più deve contribuire di più e chi prende di meno deve poter contare su più agevolazioni. Invece così i lavoratori dipendenti e i pensionati si troveranno ad essere tassati il doppio rispetto a chi ha redditi tre volte superiori". ancora: "No a condoni che favoriscono solo chi le tasse non le ha pagate", mentre "è doveroso far pagare chi ha ottenuto extraprofitti sfruttando la situazione (dovuta prima alla pandemia e poi al caro energia, ndr) riducendo il potere di acquisto delle persone".
No alla reintroduzione dei voucher
Basta poi con la precarietà. Nella fattispecie "non alla reintroduzione dei voucher che rappresentano una vera e propria mercificazione del lavoro senza diritti e senza tutele". "Non è accettabile consentire che un datore di lavoro possa andare dal tabacchino ad acquistare fino a 10mila euro di voucher anziché rivolgersi a un centro per l'impiego" ha detto Riva con riferimento a una altra misura perseguita da Governo Meloni ma al centro delle contestazioni, anche da parte dell'Unione europea: l'innalzamento fino a 10mila euro del tetto per i pagamenti in denaro contante.
Sciopero generale per pensioni giuste
Altro tema, quello della riforma delle pensioni: "Vogliamo l'uscita con 41 anni di contributi senza limiti di età, l'uscita flessibile a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, del lavoro di cura, della differenza di genere". Invece "con questa proposta di riforma, che rimette in discussione l'accordo preso con Draghi, ci sentiamo presi in giro. Si va a fare cassa sulle pensioni per coprire un pezzo di flat tax".
I giovani di oggi saranno i poveri di domani
I sindacati chiedono la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e povere. "Invece in questa legge di Bilancio per i giovani non c'è nulla. Nessuna visione di prospettiva il che è un problema perché così si rischia di smantellare lo stesso sistema previdenziale e della sanità pubblica" ha rimarcato Riva. "C'è una evidente contraddizione: noi chiediamo misure di superamento del precariato e il Governo rispondere ripristinando i voucher". "Allo stato attuale un giovane comincia a lavorare a 30 anni e potrà andare in pensione a 120 con un assegno di pensione di povertà. I giovani di oggi saranno i poveri di domani" ha detto Incorvaia.
Che ha toccato anche il tema "Opzione Donna": "Le condizioni poste per accedere a questa opzione di fatto la rendono possibile solo per poche centinaia di donne. Di fatto è come abolirla".
Reddito di cittadinanza
Contrarietà anche alla decisione di rimettere mano al Reddito di Cittadinanza: "Finché non ci sarà un nuovo strumento di contrasto alla povertà, non si può pensare di cancellarlo". Anche perché nel 2023 l'inflazione è data in crescita, con aumenti di tassi e quindi di mutui. Si chiede l'aumento dei salari, ovvero un sostegno al potere di acquisto degli stessi con un aumento del netto in busta paga. Questo attraverso una "decontribuzione dal 2% al 5% dei redditi fino a 35mila euro. E la detassazione degli aumenti previsti con i contratti nazionali". Contratti che difficilmente verranno aggiornati se non verrà per primo aggiornato quello relativo al pubblico impiego. "Notiamo che anche del salario minimo non si sente più parlare, è sparito dai tavoli".
"Teniamoci stretto il diritto allo sciopero generale"
"Lo sciopero è un diritto costituzionale che dobbiamo tenerci stretto". Così Giuseppe Incorvaia segretario organizzativo della Uil Lario. "Ho sentito un politico che ha definito 'un viaggio nel paese dei balocchi' le rivendicazioni dei Sindacati. Semmai il 'paese dei balocchi' è quello descritto dalla propaganda elettorale che prometteva l'innalzamento delle pensioni minime a mille euro, una misura economicamente insostenibile per il Paese". I sindacati si sono limitati a chiedere la detassazione delle tredicesime dei lavoratori dipendenti, per far fronte al caro energia e all'inflazione.