Civate

San Pietro al Monte, la candidatura UNESCO respinta: sindaco e parroco: “Il valore del complesso resta intatto”

Nonostante il respingimento della candidatura UNESCO, San Pietro al Monte continua a vivere grazie alla storia, all’arte e alla generosità della comunità locale

San Pietro al Monte, la candidatura UNESCO respinta:  sindaco e parroco: “Il valore del complesso resta intatto”

Nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia del respingimento della candidatura del Complesso di San Pietro al Monte a Patrimonio dell’Umanità, riconoscimento conferito dall’UNESCO a seguito di una procedura complessa. Da più parti sono giunte domande per capire meglio cosa sia accaduto.

San Pietro al Monte, la candidatura UNESCO respinta: sindaco e parroco: “Il valore del complesso resta intatto”

Secondo gli esperti, la candidatura era stata avanzata nella forma seriale: alcune abbazie sono state scelte per sottolineare la rilevanza dell’esperienza benedettina. Il complesso monastico di San Pietro al Monte affonda le sue radici nella storia, e la sua bellezza riflette il senso stesso della Regola di San Benedetto.

«Anche oggi, a distanza di secoli, il complesso gode di una straordinaria vitalità, originata tanto dalla sua millenaria evoluzione quanto dal genio della Scuola del Beato Angelico, particolarmente nella figura di don Vincenzo Gatti. Dalla genialità di don Vincenzo, inoltre, è nata un’associazione che ha curato il restauro e valorizzato la conoscenza del luogo: quest’opera continua ancora oggi, coinvolgendo circa cento volontari e diverse centinaia di visitatori ogni settimana», afferma il parroco di Civate, don Luca Civardi.

Il sindaco di Civate, Angelo Isella, aggiunge: «Quanto accaduto circa l’iter della candidatura non tocca in nessun modo il valore di questo luogo, soprattutto pensando al grande interesse che ogni giorno vediamo realizzarsi nelle richieste delle scuole, dei gruppi e dei visitatori provenienti anche dall’estero».

Non mancano, però, alcune riflessioni: «Potremmo anche spingerci a fare alcune domande, senza alcun intento polemico. Che cosa si sarebbe potuto fare in più perché l’attenzione delle istituzioni culturali incidessero in modo più significativo nella presentazione della candidatura? Chi avrebbe potuto aiutare con la sua autorevolezza a sciogliere le questioni sollevate da ICOMOS?», osserva il parroco.

Nonostante tutto, l’aspetto più consolante, sottolineano parroco e sindaco, è «che a queste domande risponde la generosità della nostra gente! San Pietro è in buone mani: la nostra gente ne avrà ancora cura!».

Il complesso di San Pietro al Monte resta quindi un patrimonio di bellezza, storia e cultura, capace di affascinare visitatori da tutto il mondo, indipendentemente dai riconoscimenti ufficiali.