tragedia in palestina

Preti lecchesi uniti contro il genocidio di Gaza: oltre 1.300 firme in appello mondiale

Don Marco Tenderini, don Carlo Pirotta e altri sacerdoti del territorio hanno aderito all’iniziativa internazionale e partecipato alla preghiera guidata dal patriarca di Gerusalemme»

Preti lecchesi uniti contro il genocidio di Gaza: oltre 1.300 firme in appello mondiale

«Siamo profondamente colpiti e non possiamo restare in silenzio di fronte alla drammatica situazione umanitaria che sta colpendo la popolazione civile». Con questo spirito, circa 1.300 tra parroci, collaboratori degli oratori, missionari e anche alcuni vescovi e un cardinale (quello di Rabat, in Marocco) hanno firmato una petizione per chiedere la fine del genocidio a Gaza. L’iniziativa si è concretizzata lunedì 22 settembre nel pomeriggio in un momento di preghiera presso Sant’Andrea al Quirinale, a Roma, collegata con il patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa.

Preti lecchesi uniti contro il genocidio di Gaza: oltre 1.300 firme in appello mondiale


Tra le firme raccolte online tramite un modulo digitale, ci sono anche quelle di diversi sacerdoti del nostro territorio. Tra questi, don Marco Tenderini, lecchese con radici valsassinesi, cappellano del carcere di Pescarenico e responsabile della Caritas del Decanato di Lecco, e don Massimo Mapelli, meratese di Cicognola, responsabile della Caritas ambrosiana della zona pastorale VI di Melegnano, diocesi di Milano. Hanno aderito anche don Carlo Pirotta, parroco di Missaglia, don Eusebio Stefanoni, vicario della comunità pastorale di Casatenovo, e don Tiziano Sangalli, ex amministratore parrocchiale a Sartirana di Merate.

«Ho saputo dell’iniziativa grazie ad altri sacerdoti della zona – ha raccontato don Carlo Pirotta – Pur condannando fermamente il terrorismo, non possiamo ignorare il massacro che si sta consumando a Gaza. È un gesto simbolico molto importante, sostenuto da oltre un migliaio di preti».

Le sue parole rispecchiano lo spirito dei promotori dell’appello: una rete di sacerdoti di tutto il mondo che, lunedì, hanno dato concretezza all’iniziativa con una preghiera guidata da padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, e da padre Fernando García Rodriguez, superiore generale dei missionari saveriani.

«Non siamo “contro” qualcuno, ma a favore di ogni vita umana – spiegano i promotori – La nostra posizione contro il genocidio del popolo palestinese non ha scopi politici, ma nasce dalla coscienza di essere esseri umani e dalla necessità di vivere la nostra fede in modo coerente, anche quando significa dire verità scomode. Vogliamo essere profeti di pace che, seguendo l’esempio di Gesù, denunciano le ingiustizie, confortano le vittime, chiedono la cessazione delle ostilità e promuovono una pace giusta».